Chi obbedisce al Signore dà consolazione alla madre.

Dal libro del Siracide cap.3

Figli, ascoltatemi, sono vostro padre;
agite in modo da essere salvati.

Il Signore vuole che il padre sia onorato dai figli,
ha stabilito il diritto della madre sulla prole.

Chi onora il padre espia i peccati;
chi riverisce la madre è come chi accumula tesori.

Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli
e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.

Chi riverisce il padre vivrà a lungo;
chi obbedisce al Signore dà consolazione alla madre.

Chi teme il Signore rispetta il padre
e serve come padroni i genitori.

Onora tuo padre a fatti e a parole,
perché scenda su di te la sua benedizione.

La benedizione del padre consolida le case dei figli,
la maledizione della madre ne scalza le fondamenta.

Non vantarti del disonore di tuo padre,
perché il disonore del padre non è gloria per te;

la gloria di un uomo dipende dall'onore del padre,
vergogna per i figli è una madre nel disonore.

Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,
non contristarlo durante la sua vita.

Anche se perdesse il senno, compatiscilo
e non disprezzarlo, mentre sei nel pieno vigore.

Poiché la pietà verso il padre non sarà dimenticata,
ti sarà computata a sconto dei peccati.

Nel giorno della tua tribolazione Dio si ricorderà di te;
come fa il calore sulla brina, si scioglieranno i tuoi peccati.

Chi abbandona il padre è come un bestemmiatore,
chi insulta la madre è maledetto dal Signore.


C'è un compenso per le tue pene.

    Dice il Signore: «Trattieni la voce dal pianto, i tuoi occhi dal versare lacrime, perché c'è un compenso per le tue pene, c'è una speranza per la tua discendenza».   (Ger 31,16.17a)


Dov'è il re dei Giudei che è nato? (Mt 2,2)

Eusebio Gallicano (5° sec.) monaco, poi vescovo

Discorso 219; PL 39, 2150 

      Il re infido Erode, ingannato dai magi, invia i suoi sbirri a Betlemme e nei dintorni a uccidere i bambini di meno di 2 anni... Ma infine non hai ottenuto nulla, crudele barbaro arrogante: puoi fare dei martiri, non puoi trovare il Cristo. Il disgraziato tiranno credeva che la venuta del Signore nostro Salvatore lo deponesse dal suo trono regale. Ma non è così. 

     Cristo non era venuto per usurpare la gloria di altri, ma per farci dono della sua. Non era venuto per impadronirsi di un regno terrestre, ma per darci il Regno dei cieli. Non era venuto per rubare onori, ma per offrirsi a ingiurie e sevizie. Non era venuto per offrire il suo capo santo a una corona di pietre preziose, ma ad una corona di spine. Non era venuto per occupare un trono glorioso al di sopra degli scettri, ma per essere schernito e crocifisso.

      Alla nascita del Signore, "Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme" (Mt 2,3). Cosa c'era di straordinario, se l'empietà è turbata dalla nascita della bontà? Un uomo armato si spaventa per un bambino nato in una mangiatoia, un re orgoglioso trema davanti ad un umile bambino, chi è rivestito di porpora ha paura di un neonato avvolto in fasce... 

     Fingeva di voler adorare colui che voleva far morire (Mt 2,8). Ma la Verità non teme le insidie della menzogna... Il tradimento non può trovare il Cristo, perché non è con la crudeltà ma con la fede che si deve cercare Dio, che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.


Il Signore ti annuncia che farà a te una casa. (2 Sam 7,11)

Ti darò riposo da tutti i tuoi nemici. Il Signore ti annuncia che farà a te una casa. (2 Sam 7,11)

Ora, Signore, la parola che hai pronunciata riguardo al tuo servo e alla tua casa, confermala per sempre e fà come hai detto. 

Allora il tuo nome sarà magnificato per sempre così: Il Signore degli eserciti è il Dio d'Israele! 

La casa del tuo servo Davide sia dunque stabile davanti a te!

Poiché tu, Signore degli eserciti, Dio d'Israele, hai fatto una rivelazione al tuo servo e gli hai detto: Io ti edificherò una casa! perciò il tuo servo ha trovato l'ardire di rivolgerti questa preghiera.

Ora, Signore, tu sei Dio, le tue parole sono verità e hai promesso questo bene al tuo servo. Dègnati dunque di benedire ora la casa del tuo servo, perché sussista sempre dinanzi a te! Poiché tu, Signore, hai parlato e per la tua benedizione la casa del tuo servo sarà benedetta per sempre!


Non temere, perché io sono con te.

Is 41, 8,14

Dal libro del profeta Isaia.

Ma tu, Israele mio servo, tu Giacobbe, che ho scelto, discendente di Abramo mio amico, sei tu che io ho preso dall'estremità della terra e ho chiamato dalle regioni più lontane e ti ho detto: "Mio servo tu sei, ti ho scelto, non ti ho rigettato". 

Non temere, perché io sono con te; non smarrirti, perché io sono il tuo Dio. Ti rendo forte e anche ti vengo in aiuto e ti sostengo con la destra vittoriosa. 

Ecco, saranno svergognati e confusi quanti s'infuriavano contro di te; saranno ridotti a nulla e periranno gli uomini che si opponevano a te.  Cercherai, ma non troverai, coloro che litigavano con te; saranno ridotti a nulla, a zero, coloro che ti muovevano guerra.

Poiché io sono il Signore tuo Dio che ti tengo per la destra e ti dico: "Non temere, io ti vengo in aiuto". Non temere, vermiciattolo di Giacobbe, larva di Israele; io vengo in tuo aiuto - oracolo del Signore- tuo redentore è il Santo di Israele.


Farsi violenza per diventare la dimora del Signore.

Sono i violenti che s'impadroniscono del Regno dei cieli, non i rammolliti.

      Chi vuole avvicinarsi al Signore, essere degno della vita eterna, diventare la dimora di Cristo, essere riempito di Spirito Santo, per portare i frutti dello Spirito (...) deve innanzitutto credere fermamente nel Signore e poi consegnarsi senza riserve ai suoi comandamenti. (...) Deve farsi violenza per essere umile davanti ad ogni uomo (...), come dice il Signore: “Imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime” (Mt 11,29). 

     Egualmente, deve esercitarsi con tutte le forze ad essere abitualmente misericordioso, dolce, compassionevole e buono, come dice il Signore: “Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro” (Lc 6,36). E ancora: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti” (Gv 14,15). E “Fatevi violenza, poiché sono i violenti che s'impadroniscono del Regno dei cieli”. E “Sforzatevi di entrare per la porta stretta” (Lc 13,24). In ogni cosa, dovrà prendere ad esempio l'umiltà, il comportamento, la dolcezza, il modo di vivere del Signore. (...)

      Perseveri nella preghiera, chieda senza stancarsi che il Signore venga a dimorare in lui, lo risani e gli dia la forza di osservare tutti i comandamenti, e il Salvatore stesso diventi la dimora della sua anima. Allora, ciò che compie facendosi violenza, senza seguire la natura, lo compirà di buon grado, perché si abituerà totalmente al bene, si ricorderà senza sosta del Signore e l'aspetterà con grande amore. 

    Quando il Signore vedrà tale risolutezza (...), avrà pietà di lui, lo libererà dai nemici e dal peccato che abita in lui, e lo colmerà di Spirito Santo. Così, ormai, osserverà tutti i comandamenti del Signore in tutta verità, senza violenza né fatica, o, piuttosto, sarà il Signore stesso che compirà in lui i suoi precetti e produrrà in modo perfetto i frutti dello Spirito. (Gal 5,22)

Attribuita a San Macario l'Egiziano ( - 390) monaco

Omelie spirituali, n° 19

O Dio, Tu sei nostro Padre.

Signore Gesù, attirami a Te.

Oggi con totale e libera decisione mi pongo al tuo servizio solo per amore, solo per contentarti, per soddisfare ogni tuo desiderio, non voglio altro che amarti e servirti, senza altra ricompensa se non ancora più amore per Te.

Vedi io sono piccolo ed insignificante, sono debole e ribelle, sono ingrato e freddo nei tuoi confronti. Tu accettami così come sono e rendimi come mi vuoi.

Oggi mi pongo interamente al tuo servizio: le missioni sono molte, manda anche me come operaio del tuo regno di amore, e come tu hai detto non voglio più affannarmi e preoccuparmi per le cose che mi sono necessarie, perchè l'operaio ha diritto alla sua ricompensa e Tu provvedi a tutto il resto in sovrabbondanza se cerco Te e mi dedico a Te ed al tuo regno di amore.

Oggi voglio dedicarmi a Te Sacramentato, presente nell'ostia consacrata.
Voglio stare alla Tua presenza, facendo atti di amore, di lode, di ringraziamento, offrendomi in riparazione in unione con te, implorando grazie e misericordia per me e per il mondo intero.

Dio Padre Creatore, Figlio Redentore, Spirito Santo Retributore e Giudice.
Santa Trinità, somma bontà e giustizia, nostro Avvocato e nostra difesa,
a Te ci affidiamo, in Te confidiamo, Te invochiamo, Dio nostra salvezza.
A un nostro grido di supplica il Signore ci farà grazia; appena udrà, ci darà risposta.

A Te la lode e la gloria, la potenza e la misericordia, a te il perdono e la pace.

O Dio Tu sei nostro Padre e nostro fratello, donaci di ricambiarti l'amore che ci porti. Donaci il tuo santo amore, la perseveranza finale e il compimento della tua volontà. 

Come il centurione pregandoti ti disse: Signore, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Ecco ora anche noi, se lo desideriamo, senza che noi diciamo una sola parola Tu ci hai già esaudito. Aiutaci, alimenta e ravviva in noi il desiderio di vivere in penitenza riparatrice, in povertà, in castità, in obbedienza. Liberaci da ogni male.






Desidero ciò che hai stabilito per me.

Pensieri dal „Diario” di santa Faustina

Oh, quanto ne risento del fatto di essere in esilio! Quando giungerò alla Casa del Padre e mi delizierò della beatitudine che proviene dalla SS.ma Trinità? Ma, se è la Tua volontà che io continui a vivere e a soffrire, desidero ciò che hai stabilito per me. Tienimi su questa terra fino a quando Ti piace. (Diario, 918)


Così rimedierò a tutto ciò che mi manca

"Fece chiamare i servi" 

      Verità amata, giusta Equità di Dio, come comparirò davanti a te, con la mia iniquità..., con il peso della mia negligenza così grande? Il tesoro della fede cristiana e della vita spirituale, ahimè, non l'ho dato ai banchieri della carità, dove poi avresti potuto ritirarlo, secondo la tua volontà, aumentato degli interessi della perfezione. 

    Il talento che mi è stato affidato, il tempo, non solo l'ho speso invano, ma l'ho persino lasciato fuggire, sperperato e perduto totalmente. Dove andrò? Da quale parte mi volgerò? "Dove fuggire dalla tua presenza?" (Sal 139,7)

      Verità, tu hai per consiglieri inseparabili la giustizia e l'equità... Guai a me se comparissi davanti al tuo tribunale senza aver un avvocato che risponde per me: o Carità, arriva tu a discolparmi. Rispondi tu per me; sollecita il mio perdono; difendi la mia causa affinché possa vivere grazie a te.

      So che cosa farò: "Alzerò il calice della salvezza" (Sal 116,13). Metterò il calice di Gesù sul vassoio vuoto della Verità. Così rimedierò a tutto ciò che mi manca. Così coprirò tutti i miei peccati. Per mezzo di questo calice rimedierò degnamente e molto più a tutto ciò che c'è di imperfetto in me. ...

     Cara Verità, venire a te senza il mio Gesù mi sarebbe intollerabile; ma col mio Gesù comparire davanti a te sarà per me piacevole ed amabile. Verità, siedi ora sul tuo tribunale...: "Non temo alcun male" (Sal 23,4).  (Tratto da Esercizi, n° 7)


Santa Gertrude di Helfta (1256-1301)

monaca benedettina

Agire con scaltrezza: Sazierò gli affamati.

Omelia 6, sulla ricchezza;

      Uomo, considera chi ti ha colmato dei suoi doni. Rifletti su te stesso. Ricordati di quello che sei, quali faccende conduci, chi te le ha affidate, dei motivi per cui sei stato preferito a molti. Sei il servo del Dio buono; hai la responsabilità dei tuoi compagni di servizio. 

     Non credere che tutti questi beni siano destinati al tuo ventre. Disponi dei beni che hai in mano come se appartenessero a qualcun altro; essi ti procureranno piacere per qualche tempo, poi svaniranno e scompariranno. Ma di essi ti sarà chiesto conto dettagliato. (…)

    “Cosa farò?” La risposta è semplice: “Sazierò gli affamati; aprirò i miei granai e inviterò i poveri. (…) Voi tutti che mancate di pane, venite a me. Ognuno prenda una parte sufficiente dei doni che Dio mi ha concesso. Venite, attingete, come ad una fontana pubblica”.

San Basilio (ca 330-379) 

monaco e vescovo di Cesarea in Cappadocia, dottore della Chiesa

Non affannatevi dunque. (Matteo 6,25-34)

Gesù, confido pienamente in Te, e perciò non voglio affannarmi a provvedere a me stesso. (Imitazione di Cristo. Libro III - Capitolo XXXVII )

Dal Vangelo  (Matteo 6,25-34)

Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? 

Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita?

E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? 

Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?  Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno.

Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 

Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.



Così, o Padre, perché così è piaciuto a te.

In quel tempo Gesù disse: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. 

Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te.

Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.

Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero" (Mt 11,25-30)



All'amore del suo fedele risponde la divina benevolenza.

San Clemente Alessandrino

Chi veramente conosce Dio non lo onora in un luogo o in un tempio determinati, né in giorni di festa prestabiliti, ma dappertutto e in ogni tempo, sia da solo sia con altri fratelli nella fede. 

- La presenza di un santo ispira sempre in coloro che lo avvicinano un rispetto e una venerazione che li rendono migliori: e allora quanto più l'assidua frequentazione di Dio mediante una fede illuminata, la vita tesa verso di Lui, l'azione di grazie incessante eleveranno il credente sopra sé stesso in ogni suo atto, parola, sentimento?

Per intima convinzione egli sa che Dio è presente dappertutto: nessun luogo determinato lo rinserra di modo che in nessun posto, né di giorno né di notte lo si può creder assente e lasciarsi andare. Ed ecco la nostra vita diventa una celebrazione continua, animata dalla fede nell'onnipresenza divina che da ogni lato ci circonda: lavoriamo la terra e lodiamo Dio, navighiamo sul mare e lo cantiamo, e in ogni altra azione siamo guidati dalla medesima sapienza. 

L'uomo spirituale frequenta Dio come un amico intimo, a cuore a cuore, perciò conserva in ogni frangente gravità e letizia. E' grave, perché sta davanti a Dio; è lieto, perché pensa a tutti i benefici che Dio ci ha elargito con somma bontà. Ecco l'uomo regale, ecco il sacerdote santo di Dio .

Se non è troppo ardito affermarlo, si può definire la preghiera una conversazione con Dio. Anche se mormoriamo le parole sottovoce, anche se non apriamo neppure le labbra, un grido sale dal nostro intimo. E Dio sente sempre questo colloquio silenzioso. Per ''metterci a contatto con lui, alziamo gli occhi al cielo, protendiamo in alto le mani, ci alziamo in piedi per l'acclamazione che conclude la preghiera, tendendo con fervore l'anima verso il Dio che è Spirito.

Vorremmo addirittura che il corpo accompagnasse il pensiero e si strappasse a questa terra; perché l'anima elevata dalla brama dei beni eterni, guarda verso l'alto; con tutta l'energia di cui siamo capaci vogliamo penetrare nel santo dei santi, disprezzando i legami che ci avvincono alla terra. -Sebbene alcuni abbiano l'abitudine di consacrare alla preghiera certe ore determinate, come terza, sesta e nona, l'uomo spirituale prega incessantemente: la preghiera è la strada mediante cui si sforza di vivere con Dio, e per percorrerla fedelmente egli non si cura di ciò che è inutile.

Benché Dio sappia ciò che conviene a ciascuno e possa accordare i suoi favori senza che glieli si chiedano, tuttavia, la preghiera non è inutile. Compito precipuo dell'uomo spirituale sono l'azione di grazie è la supplica per la conversione dei fratelli. Cristo Signore ce ne dette l'esempio , (Gv.17) rendendo grazie al Padre al momento di concludere il suo ministero terreno e pregandolo perché gli uomini pervengano alla fede; chiedeva che Dio fosse glorificato dalla salvezza degli uomini e dal loro aprirsi alla perfetta conoscenza: quella che, nel Figlio, rivela eternamente il Padre, il solo Buono, il solo Salvatore. 

- E' proprio vero: la fiducia di ottenere grazie da Dio è di per sé una preghiera, che è sapienza. Ma se la preghiera offre l'opportunità di conversare con Dio, non va trascurata nessuna occasione di accedere a Lui. 

E quando un'anima santa invoca la Provvidenza divina si stabilisce tra l'uomo e Dio una specie di reciprocità: ai favori della Provvidenza risponde la vita intemerata di colui che lo invoca, e all'amore del suo fedele risponde la divina benevolenza. 

Allorché un uomo orientato verso Dio e verso la preghiera di ringraziamento formula una domanda, coopera, in certo modo, all’esaudimento di sé stesso; difatti con la preghiera si apre e si dispone a ricevere la grazia. E quando la Sorgente di ogni bene ci trova disposti ad accogliere la grazia, Ella aspetta solo che la domanda sia concepita nella nostra mente per far tosto affluire in noi le divine ricchezze. La preghiera è così un vaglio che scevera le nostre disposizioni più profonde verso il bene. 

Linguaggio e voce ci sono stati dati per esprimere e servire il pensiero; ma Dio non ode forse l'anima stessa e la mente? Anche tra noi uomini, siamo consci che l’anima è compresa solo dall'anima, lo spirito solo dallo spirito.

Dio non si aspetta da noi discorsi prolissi, come quando uno fatica a farsi capire in una lingua straniera; no, in un baleno Dio legge i pensieri di tutti. Il solo pensiero basta per rivelare a Dio ciò che tra noi uomini ha bisogno per esprimersi di rivestirsi di voce e di linguaggio; prima della creazione del mondo Egli già conosceva tutto ciò!

E' dunque lecito elevare talvolta a Lui una preghiera muta in cui scaturisca dalla anima, profondamente raccolta, solo quella silenziosa parola spirituale che consiste in un'adesione a Dio costante e adamantina.

Chi vuol conversare con Dio deve avere un cuore molto puro, del tutto mondo da ogni macchia; dovrebbe aver raggiunto ogni possibile perfezione o almeno tendere con sforzo costante verso la perfetta conoscenza, anelarvi ardentemente ed evitare con somma risolutezza anche il minimo male. Conviene pregare sempre con pietà, in compagnia di persone d'animo religioso. Anzi, per dir la verità, l'intera vita dell'uomo spirituale è una celebrazione festiva. Le preghiere e le lodi che egli scioglie a Dio e la lettura della sacra Scrittura che precede i pasti sono i suoi sacrifici; questi pasti sono poi accompagnati dalla salmodia e dal canto degli inni che precedono anche il riposo notturno; e di notte egli prega di nuovo. In questo modo si associa ai cori celesti con un ricordo incessante, sempre atto a quella forma di contemplazione che consiste nell'intima memoria di Dio. 

- L'uomo spirituale non trascura affatto quell'altro sacrificio che si realizza nel condividere fede e beni materiali con chi ne è privo. 

- Nella preghiera poi non moltiplica oltre misura le parole, perché ha imparato da Dio stesso quello che deve chiedergli. Ovunque prega, ma in segreto, per non ostentare la sua pietà. La preghiera accompagna il via vai, le conversazioni, il riposo, lo studio e in genere ogni sua azione, che vien compiuta secondo lo Spirito. Anche se si limita a formulare questa preghiera nella stanza più segreta dell'anima, dove invoca il Padre "con gemiti indicibili, il Padre è là, presso di lui, prima ancora che abbia finito di pregare. 


(San Clemente Alessandrino)

Se non hai niente, offri le tue lacrime.

Omelia 14, L'amore ai poveri.

Imitare la generosità di Dio

      Ciò che l'uomo ha più in comune con Dio è la facoltà di donare. E anche se noi ne siamo capaci in modo totalmente diverso, facciamo comunque tutto quanto possiamo. Dio ha creato l'uomo e l'ha rialzato dopo la caduta. Tu dunque, non disprezzare colui che è caduto nella miseria. Dio ha avuto per l'uomo una grandissima compassione. Gli ha dato la Legge e i profeti dopo la legge naturale non scritta; si è curato di guidarci, di consigliarci, di correggerci. Infine ha dato se stesso in riscatto per la vita del mondo. (...)

      Quando navighi con il vento in poppa, tendi la mano a coloro che fanno naufragio. Quando sei in buona salute e nell'abbondanza, dà aiuto agli sventurati. Non aspettare di imparare a tue spese quanto l'egoismo sia un male e quanto sia buono aprire il proprio cuore a quelli che si trovano nel bisogno. Stai attento, perché la mano di Dio si abbatte sui presuntuosi che dimenticano i poveri. Trai un insegnamento della disgrazia altrui e aiuta, anche poco, i bisognosi. Non sarà poca cosa per chi manca di tutto.

      Nemmeno per Dio sarà poca cosa, se hai fatto tutto il possibile. La tua premura nel dare, supplisca alla pochezza del dono. Se non hai niente, offri le tue lacrime. La pietà che sgorga dal cuore è un grande conforto per lo sventurato e una sincera compassione mitiga la sofferenza.

San Gregorio Nazianzeno (330-390)

vescovo, dottore della Chiesa.


La piccolezza di un seme e la speranza della risurrezione.

San Gregorio Magno (ca 540-604)
papa, dottore della Chiesa

Libro XIV, SC 212

Qualcuno, considerando che lo spirito si libera dalla carne, la carne imputridisce, diventa polvere fino a diventare invisibile nelle sue particelle agli occhi umani, dispera di poter risorgere; si vedono ossa disseccate: che quelle ossa si rivestano di carne e possano ritrovare la verde freschezza della vita, non si ha tale fede. Ebbene, se non si possiede la fede nella risurrezione per obbedienza, almeno la si dovrebbe avere per la ragione.

Chi imita infatti ogni giorno il mondo nei suoi elementi? Non è proprio la nostra risurrezione? (...) Consideriamo la piccolezza di un seme d'albero gettato in terra per produrre un albero e immaginiamo, se ne siamo capaci, dove era nascosto nella pochezza di quel seme l'albero immenso che ne è uscito, dove era il tronco, la corteccia, il fogliame, l'abbondanza dei frutti. Si vedeva qualcosa di ciò nel seme gettato in terra? Eppure, secondo il piano segreto del responsabile del progetto che ordina meravigliosamente il divenire universale, nella delicatezza del seme era nascosta la durezza della corteccia, nella fragilità del seme era velata la forza della sua resistenza e nell'aridità l'abbondanza della sua fecondità.

C'è dunque da stupirsi che una polvere così tenue, che sfugge pure ai nostri occhi ridotta alle sue particelle, recuperi forma umana il giorno in cui lo vuole Colui che dai semi più piccoli fa sorgere alberi immensi? 

Poiché noi siamo per costituzione stessa essere dotati di ragione la speranza della nostra risurrezione dovrebbe imporsi al nostro sguardo, alla nostra contemplazione stessa davanti al mondo esterno. Ma siccome si è annebbiato in noi il giudizio della ragione, per darci un esempio, ci è arrivata in più la grazia del Redentore.



"Subito quella si raddrizzò e glorificava Dio" (Lc 13,10-17)

San Gregorio di Narek (ca 944-ca 1010)
monaco e poeta armeno

Libro di preghiere, n° 18

Un tempo non esistevo e tu mi hai voluto.
Non avevo pregato e tu mi hai desiderato e creato.
Non ero ancora venuto alla luce e tu mi hai visto.
Non ero comparso e tu hai avuto pietà di me.
Non ti avevo invocato e ti sei preso cura di me.
Non avevo fatto un gesto con la mano e tu mi hai guardato.
Non avevo supplicato e tu mi hai usato misericordia.
Non avevo articolato parola e tu mi hai sentito.
Non avevo sospirato e tu hai teso l'orecchio.

Pur sapendo cosa mi sarebbe successo,
non mi hai disdegnato.
Avevi considerato con i tuoi occhi preveggenti
gli errori del peccatore quale sono,
eppure mi hai formato.

Ed ora che mi hai creato e salvato,
me, oggetto di tanta sollecitudine,
non permettere che la ferita del peccato causata dall'Accusatore
mi faccia perdere per sempre.

Legata, paralizzata,
curva come la donna sofferente,
la mia povera anima non ha la forza di raddrizzarsi.
Guarda fissa a terra sotto il peso del peccato,
a causa dei duri lacci di Satana...

Tu, unico Misericordioso, chinati su di me,
povero albero malandato, caduto.
Sono secco, fammi rifiorire, in bellezza e splendore,
secondo le parole divine del santo profeta (Ez 17,22-24)...

Tu, unico Protettore,
getta su di me lo sguardo
che viene dalla sollecitudine del tuo amore indicibile...
e dal nulla creerai in me la luce stessa. (cfr Gen 1,3)



Aiutaci, Dio, nostra salvezza, per la gloria del tuo nome.

Lamento nazionale
Salmo 79. Di Asaf.

O Dio, nella tua eredità sono entrate le nazioni,
hanno profanato il tuo santo tempio,
hanno ridotto in macerie Gerusalemme.

Hanno abbandonato i cadaveri dei tuoi servi
in pasto agli uccelli del cielo,
la carne dei tuoi fedeli
agli animali selvaggi.
Hanno versato il loro sangue come acqua
intorno a Gerusalemme, e nessuno seppelliva.

Siamo divenuti l'obbrobrio dei nostri vicini,
scherno e ludibrio di chi ci sta intorno.

Fino a quando, Signore, sarai adirato: per sempre?
Arderà come fuoco la tua gelosia?

Riversa il tuo sdegno sui popoli che non ti riconoscono
e sui regni che non invocano il tuo nome,
perché hanno divorato Giacobbe,
hanno devastato la sua dimora.

Non imputare a noi le colpe dei nostri padri,
presto ci venga incontro la tua misericordia,
poiché siamo troppo infelici.

Aiutaci, Dio, nostra salvezza,
per la gloria del tuo nome,
salvaci e perdona i nostri peccati
per amore del tuo nome.

Perché i popoli dovrebbero dire:
«Dov'è il loro Dio?».
Si conosca tra i popoli, sotto i nostri occhi,
la vendetta per il sangue dei tuoi servi.

Giunga fino a te il gemito dei prigionieri;
con la potenza della tua mano
salva i votati alla morte.

Fà ricadere sui nostri vicini sette volte
l'affronto con cui ti hanno insultato, Signore.

E noi, tuo popolo e gregge del tuo pascolo,
ti renderemo grazie per sempre;
di età in età proclameremo la tua lode.


Cercava di amare per Lui, per mostrare il suo amore a Lui.

Lettera 85 a Nicola di Osimo, n° 39

"Sono venuto a portare il fuoco sulla terra"

      Mi ricordo, dolcissimo Padre, d'una serva di Dio [santa Caterina] alla quale fu rivelato quanto è caro a Dio ciò che si fa per la Chiesa, e ve lo dico affinché siate incoraggiato a patire per essa.  

      So che una volta fra le altre questa serva di Dio desiderava ardentemente dare il suo sangue, distruggere e consumare tutto in lei per la Sposa di Cristo, per la santa Chiesa; si sforzava con la sua intelligenza di capire il suo nulla e la bontà di Dio nei suoi confronti; vedeva che Dio, per amore, le aveva dato l'essere e tutte le grazie e tutti i doni che vi aveva aggiunti. Vedendo e gustando questo amore, questo abisso di carità, non vedeva altro mezzo per ringraziarlo che amarlo; non potendo essergli utile, non sapeva come provargli il suo amore, allora cercava di amare per lui qualcosa che le permettesse di mostrare il suo amore. 

      Ella vedeva che Dio ama di un amore infinito la creatura razionale, e questo amore ella lo trovava in se stessa e in tutti, perché noi tutti siamo amati da Dio: aveva dunque un mezzo di mostrare se amava Dio o no, poiché poteva così essergli utile. Allora si metteva con ardore ad amare il prossimo e sentiva un tale amore per la salvezza di lui, che avrebbe dato con gioia la vita per ottenerla. (...)

      Così quest'anima, vedendo tanta grandezza e profondità nella bontà di Dio, e ciò che doveva fare per piacergli di più, aumentava sempre più l'ardore del desiderio; le sembrava che se avesse potuto dare la vita mille volte al giorno fino al giudizio finale sarebbe stato meno di una goccia di vino nel mare; e ciò è anche vero.

Santa Caterina da Siena (1347-1380) terziaria domenicana, dottore della Chiesa, compatrona d'Europa



La grande felicità di essere tutto di Dio.

Ho capito che è una grande felicità essere tutto di Dio, vista la sua infinita grandezza. Ho capito ciò con un paragone. 

Dio ci onora di chiamarci alla santità come un re che sceglie uno dei suoi sudditi perché sia unicamente per sé e non vuole che faccia alcun servizio ad altri, ma solo direttamente alla sua propria persona, e vuole tutta la sua amicizia.

Dio ci onora di chiamarci alla santità così.

San Claudio La Colombière (1641-1682) - Gesuita

Dal Diario spirituale






Non dobbiamo affannarci per le cose che ci sono necessarie.

San Giovanni Eudes (1601-1680)
sacerdote, predicatore, fondatore di istituti religiosi

Il Regno di Gesù, II, 30; OC I, 238-239
« Gettate in Dio ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi » (1 Pt 5, 7)

Il nostro amabilissimo Salvatore ci assicura più volte, nelle Sacre Scritture, che si prende cura di noi ed è costantemente vigilante nei nostri confronti; ci porta e ci porterà sempre nel suo seno, nel suo cuore, nel suo grembo. E non si accontenta di dirlo una o due volte, ma lo dice e lo ridice fino a cinque volte nello stesso passo.

Altrove dice che, se anche si trovasse una donna capace di dimenticare il bambino che ha portato in grembo, lui invece non ci dimenticherà mai; ci ha disegnati sulle palme delle mani per averci sempre davanti a sé; dice che, chiunque ci tocchi, tocca la pupilla del suo occhio.

Non dobbiamo affannarci per le cose che ci sono necessarie per vivere e vestirci, poiché egli sa che ne abbiamo bisogno e ne ha cura per noi; i capelli del nostro capo sono tutti contati e nemmeno uno perirà; il Padre suo ci ama come ama lui e lui ci ama come lo ama il Padre suo; vuole che siamo dove egli è, che cioè riposiamo con lui nel seno e nel cuore del Padre suo.





Voglio farmi santa.

 "Gesù è il mio Maestro, il mio aiuto, il mio sostegno, il mio tutto... il mio Modello da seguire se voglio farmi santa"

-  DAL DIARIO SPIRITUALE DI SANTA M. BERTILLA -

Tutta la gloria a Dio, tutta la gioia al prossimo, tutto il sacrificio per me.





Come Gesù. Perfetta rassegnazione alla volontà divina.

La virtù più gradita a Dio è la rassegnazione alla sua santa volontà e abbandonarsi a Dio. 

La più grande perfezione di un'anima consiste in un vero e totale abbandono fra le mani del Sommo Bene. Questo abbandono comporta una perfetta rassegnazione alla volontà divina in tutto ciò che accade. (San Paolo della Croce)

Come Gesù.

Come il caro Gesù ha voluto che la sua santissima vita sulla terra passasse sempre in mezzo a pene, fatiche, sforzi, angosce, disprezzi, calunnie, dolori, flagelli, chiodi, spine fino all'amarissima morte in croce, così, egualmente, quelli che si avvicinano a lui devono condurre la loro vita in mezzo alle pene, alla croce, alle tribolazioni. (San Paolo della Croce)





Il Signore la farà Santa.

LETTERE DI SAN PAOLO DELLA CROCE
ALDOBRANDINI MARIA. Ischia di Castro.
S. Angelo - Vetralla, 23 dicembre 1756.

Lei sarà un grand’Istrumento della Sua Gloria, e il Signore la farà santa:
tenga nel suo cuore quest’espressione che faccio, ed intanto preghi Sua Divina Maestà che
apra la via, e la renda disposta per ricevere una grazia tanto segnalata.

Lei s’abbandoni nel Seno Santissimo di Gesù come una bambina, e gli chieda in
grazia che l’ammaestri nella via della S. Perfezione, e gl’insegni a fare orazione; e stia certa, che
gliela insegnerà.

Per la sua sanità stia sicura, che Sua Divina Maestà gliela concederà.

Ora però è tempo di sofferenza e di rassegnazione,
giacché il Signore per mezzo di tale infermità le purifica lo spirito ed anche il corpo, acciò
purificato sia un vivo tempio dello Spirito Santo.



È infatti vicino il giorno del Signore.

Gl 1,13-15; 2,1-2
Dal libro del profeta Gioèle

Cingete il cilicio e piangete, o sacerdoti,
urlate, ministri dell'altare,
venite, vegliate vestiti di sacco,
ministri del mio Dio,
perché priva d'offerta e libagione
è la casa del vostro Dio.

Proclamate un solenne digiuno,
convocate una riunione sacra,
radunate gli anziani
e tutti gli abitanti della regione
nella casa del Signore, vostro Dio,
e gridate al Signore:

«Ahimè, quel giorno!
È infatti vicino il giorno del Signore
e viene come una devastazione dall'Onnipotente».

Suonate il corno in Sion
e date l'allarme sul mio santo monte!
Tremino tutti gli abitanti della regione
perché viene il giorno del Signore,
perché è vicino,
giorno di tenebra e di oscurità,
giorno di nube e di caligine.


Che vantaggio abbiamo ricevuto?

 Ml 3, 13-4,2

Dal libro del profeta Malachìa

Duri sono i vostri discorsi contro di me - dice il Signore - e voi andate dicendo: «Che cosa abbiamo detto contro di te?». Avete affermato: «È inutile servire Dio: che vantaggio abbiamo ricevuto dall'aver osservato i suoi comandamenti o dall'aver camminato in lutto davanti al Signore degli eserciti? Dobbiamo invece proclamare beati i superbi che, pur facendo il male, si moltiplicano e, pur provocando Dio, restano impuniti».

Allora parlarono tra loro i timorati di Dio. Il Signore porse l'orecchio e li ascoltò: un libro di memorie fu scritto davanti a lui per coloro che lo temono e che onorano il suo nome. Essi diverranno - dice il Signore degli eserciti - la mia proprietà particolare nel giorno che io preparo. Avrò cura di loro come il padre ha cura del figlio che lo serve. Voi allora di nuovo vedrete la differenza fra il giusto e il malvagio, fra chi serve Dio e chi non lo serve.

Ecco infatti: sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà - dice il Signore degli eserciti - fino a non lasciar loro né radice né germoglio. Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia.


Salvaci, Signore, per la gloria del tuo nome.

Sal.78

O Dio, nella tua eredità sono entrate le genti:
hanno profanato il tuo santo tempio,
hanno ridotto Gerusalemme in macerie.
Hanno abbandonato i cadaveri dei tuoi servi
in pasto agli uccelli del cielo,
la carne dei tuoi fedeli agli animali selvatici.

Salvaci, Signore, per la gloria del tuo nome.

Hanno versato il loro sangue come acqua
intorno a Gerusalemme
e nessuno seppelliva.
Siamo divenuti il disprezzo dei nostri vicini,
lo scherno e la derisione di chi ci sta intorno.
Fino a quando sarai adirato, Signore: per sempre?
Arderà come fuoco la tua gelosia?

Salvaci, Signore, per la gloria del tuo nome.

Non imputare a noi le colpe dei nostri antenati:
presto ci venga incontro la tua misericordia,
perché siamo così poveri!
Aiutaci, o Dio, nostra salvezza,
per la gloria del tuo nome;
liberaci e perdona i nostri peccati
a motivo del tuo nome.

Salvaci, Signore, per la gloria del tuo nome.


San Gerardo Maiella - Religioso redentorista

Colpito dalla tubercolosi, deve mettersi a letto; sulla porta della sua cella ha fatto scrivere; “Qui si fa la volontà di Dio, come vuole Dio e fino a quando vuole Dio”. 

Muore il 16 ottobre 1755: ha soltanto 29 anni.





Ma ora, salvaci con i tuoi prodigi; da' gloria al tuo nome, Signore.

Bar 1, 15-22

Dal libro del profeta Baruc

Al Signore, nostro Dio, la giustizia; a noi il disonore sul volto, come oggi avviene per l'uomo di Giuda e per gli abitanti di Gerusalemme, per i nostri re e per i nostri capi, per i nostri sacerdoti e i nostri profeti e per i nostri padri, perché abbiamo peccato contro il Signore, gli abbiamo disobbedito, non abbiamo ascoltato la voce del Signore, nostro Dio, che diceva di camminare secondo i decreti che il Signore ci aveva messo dinanzi. Dal giorno in cui il Signore fece uscire i nostri padri dall'Egitto fino ad oggi noi ci siamo ribellati al Signore, nostro Dio, e ci siamo ostinati a non ascoltare la sua voce.

Così, come accade anche oggi, ci sono venuti addosso tanti mali, insieme con la maledizione che il Signore aveva minacciato per mezzo di Mosè, suo servo, quando fece uscire i nostri padri dall'Egitto per concederci una terra in cui scorrono latte e miele.

Non abbiamo ascoltato la voce del Signore, nostro Dio, secondo tutte le parole dei profeti che egli ci ha mandato, ma ciascuno di noi ha seguito le perverse inclinazioni del suo cuore, ha servito dèi stranieri e ha fatto ciò che è male agli occhi del Signore, nostro Dio.

Parola di Dio


Signore, quanto hai fatto ricadere su di noi, * l'hai fatto con retto giudizio, poiché noi abbiamo peccato, * non abbiamo obbedito ai tuoi comandamenti. * Ma ora, salvaci con i tuoi prodigi; da' gloria al tuo nome, Signore, * fa' con noi secondo la tua clemenza, * secondo la tua grande misericordia. (Dn 3, 31.29.43.42)


Santa Margherita Maria Alacoque

Entrata tra le monache dell’Ordine della Visitazione della beata Maria, corse in modo mirabile lungo la via della perfezione; dotata di mistici doni e particolarmente devota al Sacratissimo Cuore di Gesù, fece molto per promuoverne il culto nella Chiesa. A Paray-le-Monial nei pressi di Autun in Francia, il 17 ottobre, si addormentò nel Signore.




Ma ora, Signore, fa' con noi secondo la tua clemenza.

Signore, quanto hai fatto ricadere su di noi,  l'hai fatto con retto giudizio, poiché noi abbiamo peccato,  non abbiamo obbedito ai tuoi comandamenti.  

Ma ora, salvaci con i tuoi prodigi; da' gloria al tuo nome, Signore,  fa' con noi secondo la tua clemenza,  secondo la tua grande misericordia. (Dn 3, 31.29.43.42)






Santa Caterina da Siena - La grande Provvidenza

 Sono io questa grande provvidenza, che mai manca ai miei servi

       [Santa Caterina ha sentito Dio dirle:] Tutto ha ordinato la mia provvidenza, tutto ha disposto con sapienza perfetta. Ho dato molto all'uomo perché sono ricco e lo potevo fare; e lo posso sempre, poiché infinita è la mia ricchezza.

      Tutto è stato fatto per mezzo di me e senza di me nulla può esistere. L'uomo vuole la bellezza, io sono la bellezza; vuole la bontà, io sono la bontà, poiché sono buono in modo superlativo; io sono la sapienza, io sono dolce, io sono giusto, io sono misericordioso. Io sono generoso, non avaro; sono colui che dà a chi chiede; apro a chi bussa veramente; rispondo a chi mi chiama. Non sono ingrato, riconosco i miei servi e amo ricompensare coloro che si spendono per me, per l'onore e la gloria del mio nome. Sono nella gioia e mantengo nell'allegria costante l'anima che si è rivestita della  mia volontà. Sono io questa grande provvidenza, mai manca ai miei servi che in ella sperano, sia per la loro anima, sia per il loro corpo.  (...)

      Non ti ricordi di aver letto nella vita dei Padri del deserto la storia di quel santo uomo che aveva rinunciato a tutto e a se stesso per la gloria e l'onore del mio nome. Poiché era malato, la mia clemenza vegliava su di lui e gli inviò un angelo per assisterlo e provvedere alle sue necessità. Così il corpo era aiutato nella sua miseria, mentre l'anima restava in un'inesprimibile gioia, gustando la dolcezza di questo angelico scambio. All'occorrenza, lo Spirito Santo è per l'uomo una madre che lo nutre nel seno della mia divina carità. (...) Il mio Spirito Santo, il servo che la mia potenza gli ha donato, lo riveste, lo nutre, lo inebria di dolcezza, lo colma di ricchezze inestimabili. (...) Oh! Quanto è felice quell'anima che, in un corpo mortale, gusta altrettanto il bene immortale!

Santa Caterina da Siena (1347-1380) terziaria domenicana, dottore della Chiesa, compatrona d'Europa

La Provvidenza della Misericordia, cap. VII, n° 141 

Gesù, perdonaci, liberaci da ogni male.

Signore Gesù,
Tu sei tutto per me.
Tu mi cerchi, io ti cerco.
Tu mi vuoi, io ti voglio.
Tu mi desideri, io ti desidero.
Tu sei il mio amore, il mio amico, la mia felicità.
Tu sei tutto il desiderio della mia anima.

Gesù Sacramentato, Amore misericordioso,
Gesù penitente e crocifisso per amore mio,
Tu sei in me ed io sono in Te.
Tu sei con me, io sono con Te.
Tu mi vuoi bene, ed io ti voglio bene.

Gesù mio Amore, mio Amico,
mio Re, mio Dio, mio tutto,
dammi tanta fiducia in Te,
una fiducia viva nella Tua Provvidenza.

Donami la grazia di perdere la mia vita per amor tuo.
Fà che io mi metta al Tuo servizio,
che io lavori per Te, con Te, in Te,
retribuito da Te, lavorando a Tua diretta dipendenza,
retribuito in abbondanza dalla Tua Provvidenza,
non preoccupandomi più delle cose del mondo,
ma desideroso solo di cercare Te, il Tuo regno e la sua giustizia.

Ecco ti presento il mio curriculum:
sono scarso, molto scarso,
sono un misero peccatore, tendo al peccato.
Sono irretito da molti vizi, pieno di concupiscenza.
Sono tanto negligente e in difetto.
Sono un ingrato, infedele.
Sono debole, estremamente debole.
Non ho forza, intelligenza e ardore.
Non ho coraggio.

Ti supplico poni rimedio a tanta mia miseria.
Siamo divenuti l'obbrobrio dei nostri vicini, scherno e ludibrio di chi ci sta intorno. Non imputare a noi le colpe dei nostri padri, presto ci venga incontro la tua misericordia, poiché siamo troppo infelici. Aiutaci, Dio, nostra salvezza, per la gloria del tuo nome, salvaci e perdona i nostri peccati. (salmo 78)

Gesù ho continuo bisogno di Te,
senza di Te mi aggiro triste e misero.
Aiutami Gesù. Liberami da ogni male.
Aiutami a non ricadere negli stessi peccati che ho fatto.
Sradica dal mio cuore ogni proposito cattivo, ogni desiderio di male, ogni male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall'interno e mi rendono impuro.  (Mc 7,21-13)
Liberami dal comportarmi male.
Soffro terribilmente.
Intervieni e consolami.
Fammi vivere una vita nuova, beata, casta, santa.

Aiutami a riversare in Te ogni mia preoccupazione.
Avvenga di me secondo il Tuo desiderio.
A Te raccomando tutte le necessità della mia anima e del mio corpo,
a Te raccomando la nostra famiglia e tutta l'umanità.
Aiutaci a confidare in Te.
Aiutaci a non scoraggiarci, ma sempre a ricorrere a Te, a sperare in Te.
A Te mi abbandono fiduciosamente.
Tu sei Amore, Misericordia, Bontà, Provvidenza, Giustizia, Luce, Pace.
Tu sei la Risurrezione e la Vita, la Verità e la Via.
A te mi affido, a Te affido tutte le mie cose e in Te confido e spero.
Tutto spero e aspetto dalla Tua infinita Bontà,
nel tempo e nell'eternità.

Gesù Amore, Ti prego per noi poveri peccatori.
Ti prego per i moribondi, per le anime del purgatorio,
Ti prego per i carcerati, per i malati, per i disoccupati.
Ti prego per i nostri amministratori e governanti.
Ti prego per chi è afflitto dalle alluvioni, dai terremoti, dalle carestie,
dalle guerre, dalle pestilenze, dal terrorismo, dalla fame, dalla povertà, dalle malattie, dagli incidenti, dalle violenze, e da ogni tribolazione e prova.

Ti prego per noi quando siamo falsi e ipocriti, perchè ci ravvediamo.
Ti prego per noi quando siamo adulteri, spacciatori di droghe,  ladri, prostitute, stolti, menzogneri, sacrileghi, colpevoli di azioni scellerate e empie, corrotti e ingiusti, aiutaci a desistere dalla nostra condotta malvagia e a convertirci al bene e alla giustizia, convinti come Tu hai detto, che i ladri e le prostitute ci passeranno avanti nel Regno Tuo perchè si sono convertiti. E' quando siamo malati che abbiamo bisogno di Te, Divino Medico dell'anima e del corpo.

Ti prego per le famiglie, Ti prego per tutti i Religiosi.
Ti prego per tutti quelli che ci fanno del bene e per quelli che fanno del bene.
Ti prego per i nostri nemici e persecutori, dona loro ogni bene e consolazione.
Ti prego per tutti noi bisognosi, per le future generazioni, ed anche per le passate generazioni, tutti affido alla Tua Misericordia illimitata.
Liberaci da ogni male, liberaci dal comportarci male. Abbi pietà di noi.
Aiutaci a sopportare con pazienza le nostre sofferenze, quando non riusciamo a farlo con gioia. Uniamo le nostre sofferenze e le nostre gioie alle Tue.

Ti prego perdonaci e aiutaci, tutti abbiamo bisogno di Te.
Aiutaci a perdonarci, ad avere compassione, benevolenza e misericordia.
Aiutaci a prenderci cura del nostro prossimo.
Aiutaci a dare a chi ci chiede.
Le missioni sono molte ma gli operai sono pochi,
mandaci come operai nelle Tue missioni, dove vuoi Tu.

Gesù, ti ringrazio, ti lodo e ti benedico,
per esserti donato a noi nel Sacramento del tuo amore,
per averci donato tua Madre Maria come nostra Madre.
Ti ringrazio per averci donato i Santi, splendenti di ogni virtù.
Per il loro esempio e la loro intercessione, aiutaci.

Aiutaci ad offrirci a Te e tenerti compagnia nel Santissimo Sacramento.
Tu ti sei degnato di stare presente sotto le specie del pane e del vino, per nutrirci di Te ed essere da noi mangiato e diventare una sola cosa con noi, e per ascoltare le nostre preghiere e suppliche ed esaudirci, arricchendoci con le Tue grazie. Sei presente nel Santissimo Sacramento anche per ricevere da noi consolazione e amicizia, per essere da noi adorato, ringraziato, lodato, benedetto.
Gesù ti supplichiamo aiutaci. Portaci con Te in Paradiso.
Noi ci doniamo a Te, in riparazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero. Aiutaci a compiere la Tua volontà e il nostro dovere.
Ti ringraziamo per ogni bene che ci hai fatto.
Grazie per averci donato le tue parole e Te stesso.

Gesù Amore, Dio di Bontà, Dio di grande Misericordia, Dio di infinita Pietà, 
permettici di ricambiarti l'amore che ci porti,
tu che hai detto: Qualunque cosa chiederete nel mio nome la farò. (Gv 14,13)


Gesù e Maria, aiutateci.













Ho ascoltato la tua preghiera.

 (1Re 9,3) Il Signore gli disse: "Ho ascoltato la tua preghiera e la supplica che mi hai rivolto; ho consacrato questa casa, che tu hai costruito per porre in essa il mio nome per sempre. I miei occhi e il mio cuore saranno là tutti i giorni.



Chiedi qualunque cosa, e ti sarà concessa.

Gesù mi disse: “Io sono Tuo, ti do Me stesso completamente. Chiedi qualunque cosa, e ti sarà concessa”. - Santa Veronica Giuliani. 

«Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» Lc 23,46


Padre mio,
mi abbandono a te,
sia di me ciò che ti piace.
Qualunque cosa tu faccia di me
Ti ringrazio.

Sono pronto a tutto, accetto tutto.
La tua volontà si compia in me,
e in tutte le tue creature.
Non desidero altro, mio Dio.

Affido l'anima mia alle tue mani.
Te la dono mio Dio,
con tutto l'amore del mio cuore perché ti amo.

Ed ho bisogno di donarmi a Te,
di pormi nelle tue mani senza riserve,
con infinita, totale, massima fiducia
perché Tu sei mio Padre.

San Charles de Foucauld



Sia sempre la nostra anima una casa di preghiera!

      "La mia casa sarà chiamata casa di preghiera ma voi ne fate una spelonca di ladri" (Mt 21,13): questo ci indica il rispetto infinito che dobbiamo avere per ogni chiesa, cappella; con quale raccoglimento, quale rispetto occorre tenervi. (...)

      La parola di Nostro Signore ci dice ancora un'altra cosa, ella si applica alla nostra anima: la nostra anima, anche, è casa di preghiera; la preghiera deve elevarsi al cielo senza interruzione, come fumo d'incenso, mentre quante volte, ahimè! le distrazioni, i pensieri terrestri, i pensieri che non sono per la maggior gloria di Dio, i pensieri perfino cattivi la occupano, la riempiono di rumore, di turbamento e sporcizia e ne fanno una spelonca di ladri! ... Sforziamoci con tutta la forza di far sì che il nostro spirito sia sempre occupato da Dio o da quanto ci incarica di fare al Suo servizio; ed anche, facendo quanto ci incarica di fare, che gettiamo sempre uno sguardo a Lui, senza mai allontanare il cuore in alcun modo, e gli occhi il meno possibile, così che gli occhi siano occupati per quanto è necessario e per nulla il nostro cuore: Dio sia il Re dei nostri pensieri, il Signore dei nostri pensieri, non ci abbandoni mai il Suo pensiero e tutto quanto diciamo, facciamo, pensiamo, sia per Lui, sia diretto dal Suo amore. (...)

      Sia così la nostra anima una casa di preghiera, mai una spelonca di ladri. Nulla di estraneo vi abbia accesso; alcuna cosa profana vi entri, neppure per un attimo. Si occupi incessantemente del suo Amato... Quando si ama, non si perde di vista quanto si ama...

San Charles de Foucauld (1858-1916) eremita e missionario nel Sahara

Meditazioni sul Vangelo