Gesù ha dato la sua vita per la mia.

Santa Gertrude di Helfta (1256-1301)
monaca benedettina

Esercizi III, SC 127
Cristo mi chiederà conto…
ma Tu hai fatto mio tutto quanto è suo.

Ecco che i miei peccati mi provocano forte spavento, le mie omissioni mi coprono di profonda vergogna, sciupare la vita mi causa grande timore. Temo l'esame futuro dove Cristo, uomo nobile, mi chiederà conto.

Se volesse esigere da me il tempo che mi ha dato, e l'intelligenza, talento che mi ha affidato per rendergli gli interessi, senza dubbio non avrei alcuna conveniente risposta alla tua carità. Che farò? Da quale parte mi volgerò? Non posso zappare la terra; mendicare, ho vergogna (Lc 16,3). 

Amore! Amore mio! apri ora la bocca; te ne supplico, il tuo dolce consiglio riconforti l'anima mia.

Di grazia, rispondimi: cosa vorrai fare di me, in questa situazione, poiché per nome tu hai un cuore tenero e conosci perfettamente quanto mi spetta. 

Di grazia, perdonami e vieni in mio aiuto, non guardarmi con indifferenza in questa tribolazione. Lasciati commuovere dalla povertà del mio spirito e, mosso a compassione, dimmi nella tua bontà: "una sola borsa avremo in comune" (Pr 1,14).

Amore! Amore mio! Non hai forse a casa tua tante belle ricchezze che il cielo e la terra non bastano a contenere?! Tu hai costretto il mio Gesù a dare la sua anima per la mia, per la mia vita la sua; di modo che hai fatto mio tutto quanto è suo, così, con la tua abbondanza, hai moltiplicato i beni del povero. 

Di grazia, chiama l'anima mia affamata alla tua generosità, affinché io viva pienamente delle tue ricchezze e, innalzata, nutrita da te, non sbagli nel servizio del Signore fino a che, da te condotta, ritorni al mio Dio e renda lo spirito a chi me l'ha donato (Qo 12,7).


Beata María De Los Ángeles

Beata María De Los Ángeles
Ginard Martí (1894-1936)

In gioventù Angela dovette lavorare per aiutare economicamente la famiglia, “ma si svegliava ogni giorno all’alba per partecipare all’Eucaristia e il suo lavoro non le impediva di recitare il Rosario, visitare il Santissimo e trascorrere lunghi periodi di adorazione”.

Avuto il consenso dei genitori, quando questi poterono fare a meno del suo aiuto economico e nelle faccende domestiche, il 26 novembre 1921 entrò nel postulantato delle Sorelle Zelatrici del Culto Eucaristico di Palma di Maiorca. Visse con gioia e dedizione la sua consacrazione religiosa, sempre precisa nell’adempimento del proprio dovere e nell’esercizio delle virtù cristiane.

Allo scoppio della Guerra Civile Spagnola del 1936, fu imprigionata, e al tramonto del 26 agosto 1936 fu fucilata a Dehesa de la Villa, sobborgo di Madrid.

María de los Ángeles Ginard Martí è stata beatificata il 29 ottobre 2005.



Lasceremo questo corpo corruttibile.

Sant'Atanasio (295-373)
vescovo d'Alessandria, dottore della Chiesa

Dalla Vita di S. Antonio, 16-20
Aumentiamo l'ardore ogni giorno in attesa della vita eterna!

Un giorno, tutti i monaci si erano riuniti intorno ad Antonio in ascolto della sua parola. Disse loro con la certezza di un profeta: "Bastano le Sacre Scritture alla nostra istruzione; tuttavia, è buona cosa incoraggiarci reciprocamente nella fede e aiutarci con colloqui. Quindi, filialmente, portate al padre ciò che sapete; ed io, vostro superiore, vi trasmetto ciò che ho di esperienza.

In primo luogo sforziamoci tutti insieme di non rilassarci dopo aver bene iniziato, e di non scoraggiarci davanti alle difficoltà; non diciamoci: da lungo tempo non viviamo l'ascesi. Al contrario, aumentiamo ogni giorno l'ardore, come se non facessimo che cominciare. Poiché tutta la vita dell'uomo è molto breve, confrontata ai secoli a venire, e tutto il tempo presente è nulla in confronto alla vita eterna. Ogni cosa di questo mondo si vende al suo valore o si scambia con una dello stesso prezzo; ma la promessa della vita eterna si compra a buon mercato.

Dopo aver lottato sulla terra, otterremo non un'eredità terrestre, ma un'eredità celeste; e quando avremo lasciato questo corpo corruttibile, lo riprenderemo incorruttibile. Perciò quindi, cari figli, non scoraggiamoci, non consideriamo lungo il tempo, non crediamo di far tanto; poiché "le sofferenze del tempo presente non sono paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi" (Rm 8,18). Ecco perché, figli miei, restiamo saldi nell'ascesi, rifuggiamo l'accidia. Il Signore infatti collabora con noi, perciò è scritto: "Tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno" (Rm 8,28).


Beata María Pilar Izquierdo Albero

Vergine e fondatrice delle
Missionarie di Gesù e Maria

Prostrata sul letto di dolore, abbandonata, poté assaporare meglio il calice amaro, mentre incoraggiava le sue consorelle dicendo loro:  "Mi dispiace tanto lasciarvi perché vi amo molto, ma dal cielo vi sarò più utile. Sarò presso di voi per stare sempre con quelli che soffrono, con i poveri, gli ammalati. Quando più sole sarete, più vicina sarò a voi".

Muore a San Sebastiano, a 39 anni di età, il 27 agosto 1945

Santa Teresa di Gesù - Jornet Ibars


Vergine, religiosa, che fondò per l’assistenza agli anziani l’Istituto delle Piccole Sorelle degli Anziani Abbandonati



Santa Maria di Gesù Crocifisso


"A chi somiglio io, Signore? Agli uccelletti implumi nel loro nido. Se il padre e la madre non portano loro il cibo, muoiono di fame. Così è l’anima mia senza di Te: non ha sostegno, non può vivere".

I biografi attestano dei doni mistici: estasi, levitazione, stigmate, profezia, ubiquità, transverberazione del cuore, visioni di santi e dono della poesia.




Le opere di Dio su di noi.

Dio spinge l'uomo a sollevarsi dal peccato (...). Più rapidamente l’uomo riconosce la sua miseria, tanto più rapidamente si umilia e si abbandona a Dio, sapendo che è a Dio che spetta fare quest'opera di conversione in lui. Egli se ne rende conto poco a poco attraverso le continue ispirazioni che Dio gli manda e vedendo l’opera e il vantaggio che ne trae dice in se stesso: "Mi sembra veramente che Dio non abbia altro da fare che occuparsi di me. Oh! Quanto sono dolci e piene d’amore le opere di Dio su di noi!" (...)

Fin da questa vita, servire Dio è in verità regnare. Quando Dio libera l’uomo dal peccato che lo rende schiavo, lo libera da ogni schiavitù e lo stabilisce in una vera libertà. Altrimenti l’uomo va sempre di desiderio in desiderio senza mai calmarsi; più ha più vorrebbe avere; cercando di soddisfarsi, non è mai contento. Infatti, chiunque ha un desiderio ne è posseduto; a questa cosa che ama, si è venduto; cercando la sua libertà, seguendo i suoi appetiti con offesa di Dio, se ne rende schiavo senza fine.

Considera dunque la forza e il potere del nostro libero arbitrio che racchiude in sé due cose opposte e contrarie l'una all'altra: la vita eterna o la morte. Non può essere violentato da nessuna creatura se non vuole; perciò, finché sarà in tuo potere, rifletti bene e fa' attenzione a ciò che fai.

Santa Caterina da Genova (1447-1510)


Beata María de Jesús Sacramentado


Vergine e fondatrice delle
“Suore Missionarie Francescane”


Fede viva in Gesù, nostra dolce attrazione.


Dobbiamo avere una fede viva in Gesù Eucarestia che tutto può, che tanto ci ama; a Gesù non costa niente fare un miracolo, se occorre. (Santa Bertilla Boscardin)

O dolcissimo e amorosissimo Signore, che ora desidero devotamente ricevere nel Santissimo Sacramento, tu conosci la mia debolezza e la miseria che mi affligge; sai quanto siano grandi il male e i vizi in cui giaccio e come io sia frequentemente oppresso, provato, sconvolto e pieno di corruzione. 

Io vengo a te per essere aiutato, consolato e sollevato. Parlo a colui che tutto sa e conosce ogni mio pensiero; a colui che solo mi può pienamente confortare e soccorrere. Tu ben sai di quali beni io ho massimamente bisogno, (ho bisogno di te) e quanto io sono povero di virtù, (senza di te).  Ecco che io mi metto dinanzi a te, povero e nudo, chiedendo grazia e implorando misericordia.

Ristora questo tuo misero affamato; riscalda la mia freddezza con il fuoco del tuo amore; rischiara la mia cecità con la luce della tua presenza. Muta per me in amarezza tutto ciò che è terreno; trasforma in occasione di pazienza tutto ciò che mi pesa e mi ostacola; muta in oggetto di disprezzo e di oblio ciò che è bassa creatura. Innalza il mio cuore verso il cielo, a te, e non lasciare che mi perda, vagando su questa terra, (tra le allettanti concupiscenze). 

Sii tu solo, da questo momento e per sempre, la mia dolce attrazione, ché tu solo sei mio cibo e mia bevanda, mio amore e mia gioia, mia dolcezza e sommo mio bene.  Potessi io infiammarmi tutto, dinanzi a te, consumarmi e trasmutare in te, così da diventare un solo spirito con te, per grazia di intima unione, in struggimento di ardente amore. 

Non permettere che io mi allontani da te digiuno e languente, ma usa misericordia verso di me, come tante volte l'hai usata mirabilmente con i tuoi santi. Qual meraviglia se da te io prendessi fuoco interamente, venendo meno in me stesso, poiché tu sei fiamma sempre viva, che mai si spegne, amore che purifica i cuori e illumina le menti.

Manifestare a Cristo le nostre manchevolezze e chiedere la sua grazia.
Imitazione di Cristo. Libro IV - Capitolo XVI


Lodate il Signore. Forte è il suo amore per noi.

Sal 116

Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode.

Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.



Sforzatevi di entrare per la porta stretta.

San Gregorio Magno (ca 540-604)
papa, dottore della Chiesa

Non possiamo avere nulla di stabile in un mondo dove siamo venuti solo per passare, e vivere, per noi, è ogni giorno lasciare la vita e passare. (...)

Questa instabilità l'uomo non la subisce solo nel corpo, ma anche nell'anima, quando si sforza di elevarsi verso il meglio. Poiché sotto il peso dell'instabilità l'anima è portata continuamente verso altro, e se non è trattenuta nel suo primo stato dalla stretta disciplina della vigilanza, scivola senza posa verso il peggio. Poiché abbandonando colui che dimora immutabile, ella ha perduto la stabilità che avrebbe potuto conservare. Anche ora il suo sforzo verso il meglio non è che una risalita controcorrente. E se allenta l'intenzione di salire, eccola senza sforzo ricondotta verso il basso.

Sì, salire costa, mentre scendere è facile, ed è per la porta stretta che entreremo, il Signore ce lo ricorda: "Sforzatevi - dice - di entrare per la porta stretta" (Lc 13,24). Nel momento in cui sta per parlare di entrare per la porta stretta, dice giustamente prima: "Sforzatevi", poiché, senza forte lotta dello spirito, invincibile diventa l'onda di questo mondo che conduce continuamente l'anima verso il basso.


Amare con lo stesso amore di Dio verso noi.

Santa Caterina da Siena (1347-1380)
terziaria domenicana, dottore della Chiesa, compatrona d'Europa

Il dono della conformità a Cristo, cap. XXXIV, n° 64
Amare il prossimo per grazia e con disinteresse.

Santa Caterina sentì Dio dirle: Sappilo, ogni imperfezione e ogni perfezione nell'amore si manifesta e si acquista verso di Me, ed anche ugualmente verso il prossimo. Lo sanno bene le anime semplici che spesse volte amano le creature con amore spirituale. Se esse mi amano con amore puro e disinteressato, è anche con purezza e disinteresse che amano il loro prossimo.

Si tratta come di un vaso che si riempie alla fontana. Se lo si prende dalla fonte per bere, è presto vuoto. Ma se lo si tiene immerso nella fonte, si può bere sempre, resta sempre pieno. Così avviene per l'amore del prossimo, spirituale o temporale: occorre berlo in Me, senza altra considerazione. Poiché io vi chiedo di amarmi con lo stesso amore con cui io vi amo.

In verità non sapreste farlo in modo completo. Ma io vi ho amati, prima d'essere amato, e da allora, ogni amore che avete per me, è un debito che ripagate, non una grazia che mi fate, mentre l'amore che ho per voi è un favore che vi faccio, ma che non vi devo. Non potete quindi rendere a Me l'amore che vi chiedo. Ma vi ho posti accanto il vostro prossimo per permettervi di fare per lui quanto non potete fare per me: amarlo per grazia e con disinteresse, senza attendere alcun vantaggio. Io considero allora fatto a me ciò che fate al prossimo.


Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi?

San Gregorio Magno (ca 540-604)
papa, dottore della Chiesa

Omelia sul Vangelo, n. 19

Possiamo ripartire le diverse ore del giorno fra le età della vita dell'uomo. 
Le prime ore sono l'infanzia della nostra intelligenza. 
L'ora terza può paragonarsi all'adolescenza, poiché il sole comincia a salire, per così dire, nel senso che gli ardori della gioventù cominciano a riscaldarsi. 
L'ora sesta è l'età della maturità: il sole vi si stabilisce come punto di equilibrio, poiché l'uomo è arrivato alla pienezza della forza. 
L'ora nona indica l'anzianità, dove il sole scende in qualche modo dall'alto del cielo, perché gli ardori dell'età matura si raffreddano. 
Infine l'undicesima ora è l'età che si definisce vecchiaia. (...) 
Poiché alcuni conducono una vita onesta fin dall'infanzia, altri nell'adolescenza, altri nell'età matura, altri nell'anzianità, altri infine nell'età più avanzata, è come se fossero chiamati alla vigna nelle diverse ore del giorno.

Esaminate dunque il vostro modo di vivere, fratelli, e guardate se avete cominciato ad agire come gli operai di Dio. Riflettete bene, e considerate se lavorate alla vigna del Signore. (...) Chi non ha voluto vivere per Dio fino all'ultimo momento della vita è come l'operaio rimasto ozioso fino all'undicesima ora, (...) “Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi?” E' come dire chiaramente: “Se non avete voluto vivere per Dio in gioventù e nell'età matura, almeno pentitevi nell'ultimo tempo. (...) Venite quanto meno sulle vie della vita”. (...)

Il ladrone non è forse venuto all'ultima ora? (Lc 23,39s) Non per l'età avanzata, ma per la sua condanna si è trovato alla sera della vita. Ha confessato Dio sulla croce, e ha reso l'ultimo respiro nel momento in cui il Signore dava la sua sentenza. Ed il Signore, ammettendo il ladrone prima di Pietro nel riposo del paradiso, ha ben distribuito il salario a cominciare dall'ultimo.


Mio Dio, hai chiamato i poveri intorno a te!

San Charles de Foucauld (1858-1916)
eremita e missionario nel Sahara

Quanto sei divinamente buono, mio Dio! Se avessi chiamato prima i ricchi, i poveri non avrebbero osato avvicinarsi a te, si sarebbero sentiti obbligati a restare da parte a causa della povertà, ti avrebbero guardato da lontano, lasciandoti i ricchi intorno. (...) 

Quanto sei buono! Come hai trovato il giusto modo per chiamare in una sola volta attorno a te tutti i figli, senza alcuna eccezione! E quale balsamo hai messo fino alla fine dei secoli nel cuore dei poveri, dei piccoli, degli scartati dal mondo, mostrando fin dalla tua nascita che loro sono i tuoi privilegiati, preferiti, i primi chiamati: i chiamati sempre attorno a te che hai voluto essere uno di loro e che hai voluto ti circondassero fin dalla culla e per tutta la vita.

Dio non ha legato la salvezza alla scienza, all'intelligenza, alla ricchezza, ad una lunga esperienza, a doni rari e che non tutti hanno ricevuto, no. L'ha collegata a ciò che tutti possono dargli, grazie a un po' di buona volontà: un po' di buona volontà è quanto basta per guadagnare il cielo che Gesù collega all'umiltà, al farsi piccolo, al prendere l'ultimo posto, ad obbedirgli, che altrove collega alla povertà di spirito, alla purezza del cuore, all'amore per la giustizia, allo spirito di pace. 

Speriamo, visto che grazie alla misericordia di Dio la salvezza è così vicina, a portata di mano, e che basta un po' di buona volontà per ottenerla.


Venite a me, imparate da me, e io vi ristorerò.

Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero. (Mt 11,28-30)


Beata María Climent Mateu

Beata Maria Climent Mateu, vergine e martire.

Segretaria, martirizzata insieme con la madre a Xàtiva presso Valencia, in Spagna, al tempo della persecuzione, per la sua perseveranza nella fede, meritò di conformarsi a Cristo nella Sua passione.


Santa Maria De Mattias

Vergine e fondatrice delle
 “Suore Adoratrici del Sangue di Cristo”



Riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro.

In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo.

In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro. (18,15-20)


San Giovanni Berchmans


“Age quod agis” (Fai [bene] quanto stai facendo)




La Preghiera di Gesù e della Chiesa

Santa Teresa Benedetta della Croce [Edith Stein] (1891-1942)
carmelitana, martire, compatrona dell'Europa

Gesù, Sommo Sacerdote della nuova Alleanza

Ogni anima umana è un Tempio di Dio: questo ci apre una prospettiva ampia e nuova. La vita di preghiera di Gesù è una chiave per capire la preghiera della Chiesa. Cristo ha partecipato al servizio divino del suo popolo, adempiuto nel Tempio pubblicamente, e secondo le prescrizioni della Legge. (...) 

Ha stabilito la relazione più stretta fra questa liturgia e l'offerta della sua persona, donandole così il suo senso pieno e vero, quello cioè di un omaggio di azione di grazie della creazione verso il Creatore. In questo ha portato la liturgia dell'antica Alleanza a compiersi nella liturgia della nuova Alleanza.

Ma Gesù non ha soltanto partecipato al servizio divino pubblico prescritto dalla Legge. Più numerose ancora sono i riferimenti fatti dai vangeli alla sua preghiera solitaria, nel silenzio della notte, sulle cime selvatiche dei monti, nei luoghi deserti (Mt 14,23 ; Mc 1,35; ecc.). Quaranta giorni e quaranta notti di preghiera hanno preceduto la vita pubblica di Gesù (Mc 4,15). Egli si è ritirato nella solitudine della montagna per pregare prima di scegliere i suoi dodici apostoli (Lc 6,12) e di mandarli in missione. Nell'ora del Monte degli Ulivi, si è preparato per andare fino al Golgota. Il grido che rivolge a suo Padre nell'ora più faticosa della sua vita ci è svelato in poche brevi parole. Queste parole(...) sono come un fulmine che rischiara per noi in un istante la vita più intima dell'anima di Gesù, il mistero insondabile del suo essere uomo-Dio e del suo dialogo col Padre.

Questo dialogo certamente è durato per tutta la sua vita senza mai interrompersi. Cristo pregava interiormente non solo quando si ritirava in disparte, a distanza dalla folla, ma anche quando stava in mezzo agli uomini.


Santa Maria della Croce MacKillop

Santa Maria della Croce MacKillop (1842-1909) è la prima santa australiana.

Vergine, fondatrice della Congregazione delle Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore di Gesù, che governò tra molteplici difficoltà e oltraggi.

“Mai vedere un bisogno senza fare qualcosa”. 

La sua devozione per il Sacro Cuore, il SS. Sacramento e S. Giuseppe la spinsero ad amare Dio e il suo popolo. La sua adesione alla volontà di Dio le fece accettare sia le gioie che le difficoltà che l’assediarono di frequente. 

Così scrisse: “La volontà di Dio è per me come un caro libro che non mi stanco mai di leggere”.


La carità tutto copre, crede, spera, sopporta.

La carità è paziente, è benigna la carità, non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia; non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto. La carità ... si compiace della verità; tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. (1 Cor 13, 4-7)


Il sacramento d'amore, sacramento del perdono.

Santa Teresa di Calcutta (1910-1997)
fondatrice delle Suore Missionarie della Carità

Il sacramento della riconciliazione: « Tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli »

La confessione è un atto bellissimo, un atto di grandissimo amore. Lì possiamo recarci solo come peccatori, portatori del peccato, e da lì possiamo tornare solo come peccatori perdonati, senza peccato. La confessione non è che l'umiltà in pratica, messa in atto. Un tempo la chiamavamo penitenza, ma si tratta proprio di un sacramento d'amore, del sacramento del perdono. 

La realtà dei miei peccati deve essere la prima cosa da tener presente. Per molti di noi c'è il pericolo di dimenticare che siamo peccatori e che dobbiamo recarci alla confessione in quanto tali.  

Dobbiamo recarci a Dio consapevoli di aver meritato le conseguenze del peccato e capendo quanto Lui sia stato da noi afflitto da quello che abbiamo fatto quando peccando non lo abbiamo amato, ma con i nostri peccati lo abbiamo disprezzato, maltrattato, offeso e crocifisso, e per tutto questo dichiariamoci riconoscenti di fruire del suo Amore, della sua Clemenza, della sua Bontà, della sua Misericordia, che con compassione ci ha aspettato, ci ha atteso e fa festa del nostro ritorno.

Chiediamo quindi a Dio il pentimento di aver peccato, chiediamogli il desiderio di amarlo, chiediamogli il suo santo amore. Pentiamoci, confessiamoci, e riceviamo da Dio il suo illimitato perdono e commosso abbraccio. Convertiamoci con gioia. Facciamo atti di riparazione per i nostri peccati e per quelli del mondo intero.

Il confessionale non è il luogo delle conversazioni banali o delle chiacchiere. Solo questo ci deve essere: i miei peccati, il mio pentimento, il mio essere perdonato, il modo di vincere le mie tentazioni, di praticare le virtù, di crescere nella lode, nel ringraziamento, nella riparazione e nell'amore di Dio.


Rivelò a loro la gloria della sua divinità

Discorso di autore anonimo del VI secolo attribuito a torto a Sant’Efrem


« Alcuni qui presenti, non morranno prima di aver visto il regno di Dio »

Nostro Signore Gesù Cristo ha portato con sé sul monte Pietro, Giacomo e Giovanni per mostrare loro la gloria della sua divinità e far loro conoscere che egli era il Redentore di Israele, come lo aveva mostrato nei profeti. Voleva anche avvertirli affinché non fossero scandalizzati quando avrebbero veduto la sofferenza liberamente accettata che egli stava per soffrire per noi nella sua natura umana. 

Lo conoscevano infatti come uomo, ma ignoravano che egli fosse Dio; lo conoscevano come figlio di Maria, un uomo che viveva con loro nel mondo, ma sul monte ha fatto loro conoscere che era Figlio di Dio, e Dio lui stesso.

Lo avevano visto mangiare e bere, lavorare e riposarsi, assopirsi e dormire, subire lo spavento fino al sudore, il che non sembrava in armonia con la natura divina e sembrava convenire solo alla sua umanità. Per questo li ha portati con sé sul monte affinché il Padre lo chiamasse suo Figlio e mostrasse loro che egli era davvero suo Figlio, e Dio egli stesso. 

Li ha portati sul monte e ha mostrato loro il suo Regno prima di manifestare le sue sofferenze, ha mostrato loro la sua potenza prima della morte, ha mostrato loro la sua gloria prima degli oltraggi, ha mostrato loro il suo onore prima dell’ignominia. Così, quando sarebbe stato preso e crocifisso, gli apostoli avrebbero saputo che ciò accadeva non per la debolezza bensì con il suo consenso e per sua iniziativa, per la salvezza del mondo.


Santa Maria Francesca di Gesù


Santa Maria Francesca di Gesù - Vergine e fondatrice

A Montevideo in Uruguay, beata Maria Francesca di Gesù (Anna Maria) Rubatto, vergine, che fondò nella città di Loano vicino a Savona l’Istituto delle Suore Terziarie Cappuccine e, partita per l’America Latina, si adoperò con ogni cura nel servire i poveri.


"Coraggio, sono io, non abbiate paura!" (Mt 14,27)


San Charles de Foucauld (1858-1916)
eremita e missionario nel Sahara

Nostro Signore dice: Figli miei, coraggio, sono io, non abbiate paura! Qualsiasi cosa succeda, ricordatevi che Io sono sempre con voi... ricordatevi che, visibile o invisibile, che sembri agire o sembri dormire e dimenticarvi, Io veglio sempre su di voi, Io sono ovunque, e Io sono onnipotente. 

Non abbiate mai alcuna paura, alcuna inquietudine, alcuna preoccupazione, state tranquilli, non temete (Is 7,4): Io sono lì con voi, Io veglio, Io vi amo - non dubitate più, spero, del Mio amore! - , Io sono onnipotente... Cosa volete di più? ...

Tutto quanto vi accade avviene per Mia permissione o per Mia volontà, per permissione o volontà del Mio amore, affinché ne tirate un grande bene, grande bene che Io stesso vi aiuto a trarne con la Mia grazia... Non temete nulla quindi, poiché nulla può accadervi senza il Mio permesso... Non affliggetevi per nulla, ma uniformate la vostra volontà alla Mia...

Ricordatevi delle tempeste che ho sedato con una parola, a cui poi seguiva grande calma... Ricordatevi del modo in cui ho sostenuto Pietro che camminava sulle acque... Io sono sempre così vicino ad ogni uomo come lo ero allora, e sono così disposto ad aiutarlo, a soccorrerlo in tutto quanto servirà al bene della sua anima. (...)

Oh! In questa vita la tempesta è continua e la vostra barca è sempre vicina ad affondare... Ma Io sono lì, e con Me essa è inaffondabile: non confidate in nulla, soprattutto non confidate di voi, invece abbiate in Me completa fiducia che allontana l'inquietudine..."

Gesù ti prenderà per compiere meraviglie

Santa Teresa di Calcutta  1910 - 1997 
Fondatrice delle Suore Missionarie della Carità

Sono impressionata dal fatto che Gesù, prima di commentare la Parola di Dio, prima di annunciare le Beatitudini alla folla, ne ebbe compassione, fece guarigioni e diede loro da mangiare. E solo dopo ha cominciato a insegnar loro.

Ama Gesù con generosità, amalo con fiducia, senza guardarti indietro e senza problemi. Datti tutta a Gesù. Ti prenderà come strumento per compiere meraviglie a condizione che tu sia infinitamente più cosciente del suo amore che della tua debolezza. 

Credi in lui, rimettiti nelle sue mani con uno slancio di fiducia cieca e assoluta, poiché è Gesù. Credi che Gesù, e solo Gesù, è la vita; sappi che la santità non è altro che questo stesso Gesù che vive nel tuo intimo; allora sarà libero di porre la sua mano su di te. 


Atto di amore a Dio

Ti amo, mio Dio, e il mio desiderio
è di amarti fino all'ultimo respiro della mia vita.

Ti amo, o Dio infinitamente amabile,
e preferisco morire amandoti,
piuttosto che vivere un solo istante senza amarti.

Ti amo, Signore, e l'unica grazia che ti chiedo
è di amarti eternamente.

Ti amo, mio Dio, e desidero il cielo,
soltanto per avere la felicità di amarti perfettamente.

Mio Dio, se la mia lingua non può dire ad ogni istante: ti amo,
voglio che il mio cuore te lo ripeta ogni volta che respiro.

Ti amo, mio divino Salvatore, perché sei stato crocifisso per me,
e mi tieni quaggiù crocifisso con te.

Mio Dio, fammi la grazia di morire amandoti
e sapendo che ti amo.

(San Giovanni Maria Vianney, Curato d'Ars)


Alcuni si affannano a provvedere a se stessi

Alcuni non confidano pienamente in Dio, e perciò si affannano a provvedere a se stessi.

Libro III, Capitolo XXXVII: L’assoluta e totale rinuncia a se stesso per ottenere libertà di spirito

1. O figlio, abbandona te stesso, e mi troverai. Vivi libero da preferenze, libero da tutto ciò che sia tuo proprio, e ne avrai sempre vantaggio; ché una grazia sempre più grande sarà riversata sopra di te, non appena avrai rinunciato a te stesso, senza volerti più riavere. O Signore, quante volte dovrò rinunciare, e in quali cose dovrò abbandonare me stesso? Sempre, e in ogni momento, sia nelle piccole come nelle grandi cose. Nulla io escludo: ti voglio trovare spogliato di tutto. Altrimenti, se tu non fossi interiormente ed esteriormente spogliato di ogni tua volontà, come potresti essere mio; e come potrei io essere tuo? Più presto lo farai, più sarai felice; più completamente e sinceramente lo farai, più mi sarai caro e tanto maggior profitto spirituale ne trarrai. 

Ci sono alcuni che rinunciano a se stessi, ma facendo certe eccezioni: essi non confidano pienamente in Dio, e perciò si affannano a provvedere a se stessi. Ci sono alcuni che dapprima offrono tutto; ma poi, sotto i colpi della tentazione, ritornano a ciò che è loro proprio, senza progredire minimamente nella virtù. Alla vera libertà di un cuore puro e alla grazia della rallegrante mia intimità, costoro non giungeranno, se non dopo una totale rinuncia e dopo una continua immolazione; senza di che non si ha e non si avrà una giovevole unione con me.


2. Te l'ho detto tante volte, ed ora lo ripeto: lascia te stesso, abbandona te stesso e godrai di grande pace interiore. Da' il tutto per il tutto; non cercare, non richiedere nulla; sta' risolutamente soltanto in me, e mi possederai, avrai libertà di spirito, e le tenebre non ti schiacceranno. A questo debbono tendere il tuo sforzo, la tua preghiera, il tuo desiderio: a saperti spogliare di tutto ciò che è tuo proprio, a metterti nudo al seguito di Cristo nudo, a morire a te stesso, a vivere sempre in me. Allora i vani pensieri, i perversi turbamenti, le inutili preoccupazioni, tutto questo scomparirà. Allora scompariranno il timore dissennato, e ogni amore non conforme al volere di Dio.


San Giovanni Maria Vianney


“Una persona orgogliosa crede che tutto ciò che fà è ben fatto. Vuole dominare su tutti coloro che hanno a che fare con lei, ha sempre ragione. Crede che la sua impressione sia sempre migliore di quella degli altri”.

“L’orgoglio è un vino così fino, così sottile che penetra in quasi tutte le nostre azioni”.

“La porta dalla quale l’orgoglio entra con maggiore abbondanza, è la porta della ricchezza”.

“Non fidiamoci della falsa umiltà: ci fa perdere la grazia di Dio”.

“L’orgoglio è quel maledetto peccato che ha cacciato gli angeli dal paradiso”.

“E’ il nostro orgoglio che ci impedisce di diventare dei santi”.

“Senza l’impurità e l’orgoglio, dice Sant’Agostino, non ci sarebbe molto merito a resistere alla tentazione”.

“Mio Dio, com’è cieco l’uomo, quando si crede capace di qualcosa!”.

“Il peccato di orgoglio è il più difficile da correggere quando si è avuta la disgrazia di commetterlo”.

“Osservate una persona di un certo livello che esamina il lavoro di un’altra: ci troverà mille difetti”.

“L’orgoglio è il peccato di cui il Buon Dio ha più orrore”.

“L’invidia rende l’uomo duro, insensibile, e ormai incapace di amare il prossimo e di amare se stesso”.

“L’invidioso alimenta nel suo cuore una passione di natura malefica, che lo inasprisce e lo consuma”.

“Se si vantano i meriti dei vostri amici e non si dice niente di voi ne siete rattristati. Se vedete qualcuno che si è convertito e che fa rapidi progressi nelle virtù, in poco tempo è arrivato ad un alto livello di perfezione, vi addolora il fatto di essere rimasti indietro. E se lo si loda, ne provate dispiacere e dite: “Oh, ma non è stato sempre così… Era come gli altri. Ha fatto questo errore e quest’altro…”. Tutto ciò è orgoglio”.

“L’invidioso è il carnefice di se stesso”.


San Giustino Maria Russolillo


San Giustino Maria Russolillo (Pianura di Napoli, 18 gennaio 1891 – Napoli, 2 agosto 1955) presbitero italiano, fondatore della Società delle Divine Vocazioni (1920), delle Suore delle Divine Vocazioni (1921) e dell'istituto secolare delle Apostole Vocazioniste della Santificazione Universale (approvato nel 1965).

Don Giustino guidò le sue Congregazioni infondendo nei suoi figli e figlie, una spiritualità ed un carisma che ruotano intorno al suo motto: “Fatti santo”; ad un giovane diceva: “Fatti santo davvero, che tutto il resto è zero”.

Beatificato il 7 maggio 2011 da papa Benedetto XVI, è stato proclamato santo da papa Francesco il 15 maggio 2022.



San Pietro Giuliano Eymard

S. Pietro Giuliano Eymard

Sacerdote e fondatore della
Congregazione del SS. Sacramento (Padri Sacramentini)
e delle Ancelle del SS. Sacramento



Sant´Alfonso Maria De´ Liguori


Vescovo e fondatore della Congregazione religiosa del Santissimo Redentore



Presso il Signore è la misericordia

Salmo 129
Canto delle ascensioni.

Dal profondo a te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia preghiera. 
Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi potrà sussistere? 

Ma presso di te è il perdono: e avremo il tuo timore. 
Io spero nel Signore, l`anima mia spera nella sua parola.

L`anima mia attende il Signore più che le sentinelle l`aurora. 
Israele attenda il Signore, perché presso il Signore è la misericordia 
e grande presso di lui la redenzione.
Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.