fondatrice delle Suore Missionarie della Carità
Il sacramento della riconciliazione: « Tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli »
La confessione è un atto bellissimo, un atto di grandissimo amore. Lì possiamo recarci solo come peccatori, portatori del peccato, e da lì possiamo tornare solo come peccatori perdonati, senza peccato. La confessione non è che l'umiltà in pratica, messa in atto. Un tempo la chiamavamo penitenza, ma si tratta proprio di un sacramento d'amore, del sacramento del perdono.
La realtà dei miei peccati deve essere la prima cosa da tener presente. Per molti di noi c'è il pericolo di dimenticare che siamo peccatori e che dobbiamo recarci alla confessione in quanto tali.
Dobbiamo recarci a Dio consapevoli di aver meritato le conseguenze del peccato e capendo quanto Lui sia stato da noi afflitto da quello che abbiamo fatto quando peccando non lo abbiamo amato, ma con i nostri peccati lo abbiamo disprezzato, maltrattato, offeso e crocifisso, e per tutto questo dichiariamoci riconoscenti di fruire del suo Amore, della sua Clemenza, della sua Bontà, della sua Misericordia, che con compassione ci ha aspettato, ci ha atteso e fa festa del nostro ritorno.
Chiediamo quindi a Dio il pentimento di aver peccato, chiediamogli il desiderio di amarlo, chiediamogli il suo santo amore. Pentiamoci, confessiamoci, e riceviamo da Dio il suo illimitato perdono e commosso abbraccio. Convertiamoci con gioia. Facciamo atti di riparazione per i nostri peccati e per quelli del mondo intero.
Il confessionale non è il luogo delle conversazioni banali o delle chiacchiere. Solo questo ci deve essere: i miei peccati, il mio pentimento, il mio essere perdonato, il modo di vincere le mie tentazioni, di praticare le virtù, di crescere nella lode, nel ringraziamento, nella riparazione e nell'amore di Dio.