Gesù Cristo, è morto per noi, per perdonarci. - Sant'Agostino: non posso fare delle mie cose quello che voglio?

Dio ebbe compassione di noi e mandò il suo Figlio, perché morisse, non già per i buoni, ma per i cattivi, non per i giusti, ma per gli empi. Proprio così: «Cristo morì per noi empi». (Rm 5,6) 

Può darsi che qualcuno abbia la forza di morire per il giusto. Ma per l'ingiusto, l'empio, l'iniquo, chi accetterebbe di morire, se non Cristo soltanto, che è talmente giusto da poter giustificare anche gli ingiusti?

Siamo stati giustificati. Pertanto condannerà il nostro operato, ma salverà ciò che egli stesso ha creato.

Come sapete, fratelli, non avevamo opere buone, ma tutte erano cattive. Tuttavia, pur essendo tali le opere degli uomini, la misericordia divina non li abbandonò. Anzi Dio mandò il suo Figlio a redimerci non con oro né con argento, ma a prezzo del suo sangue, che egli, quale Agnello immacolato condotto al sacrificio ha sparso per le pecore macchiate, se pure solo macchiate e non del tutto corrotte.

Questa è la grazia che abbiamo ricevuto. Viviamo perciò in modo degno di essa, per non fare oltraggio a un dono sì grande. Ci è venuto incontro un medico tanto buono e valente da liberarci da tutti i nostri mali. Se vogliamo di nuovo ricadere nella malattia, non solo recheremo danno a noi stessi, ma ci dimostreremo anche ingrati verso il nostro medico.

(Disc. 23 A, 1-4; CCL 41, 321-323)

Il Signore, dunque, ha avuto misericordia di noi, ci ha donato la sua salvezza e retribuirà le nostre opere,  restando inteso che nel retribuire le nostre opere potrà fare delle sue cose quello che vuole, senza far torto a nessuno,  come spiegato da Gesù nella parabola dei Lavoratori della vigna (Matteo 20, 1-16)

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Ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? 
Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi. Mt 20,16