Due sono le esigenze che rendono difficile il cammino dei cristiani: la ripulsa del piacere sensibile e la sopportazione della sofferenza.
Tu vinci, chiunque tu sia a combattere, se avrai vinto quel che è gradito e quel che atterrisce: tu vinci - ripeto - o cristiano, chiunque tu sia a combattere, se avrai vinto quel che è gradito e quel che atterrisce. Quel che è gradito è una cosa, altra è quel che atterrisce.
Perciò, chiunque è in combattimento, sappia che affronta tutto il mondo, ed anche lo vince, se nella sua lotta con tutto il mondo supera queste due difficoltà. Vinca tutto ciò che è seduzione, vinca tutto ciò che è minaccia: infatti il piacere sensibile è fallace, il danno è temporaneo.
Se vuoi entrare per la porta stretta, chiudi le porte della cupidigia e del timore: questi i mezzi di quel tentatore per rovinare l'anima. La porta della cupidigia mette alla prova con le promesse; la porta del timore mette alla prova con le minacce. C'è di che avere grande desiderio per non ambire queste cose promesse; c'è di che temere per non temere queste minacce. Non venga soppresso il desiderio, ma si cambi; non si estingua il timore, ma si indirizzi ad altro.
Non amate né il mondo né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui; perché tutto quello che è nel mondo è concupiscenza della carne, concupiscenza degli occhi, ambizione della vita. Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui. (1 Gv 2, 15-16)
Dunque, è chiamato mondo questo cielo e questa terra. Chi dice: Non amate il mondo, non disprezza tale mondo; infatti, chi disprezza questo mondo, disprezza l'Artefice del mondo. Per mondo si intende quello che si delizia del mondo, cioè che ama l'opera e che disprezza l'Artefice, ovvero che ama il mondo senza amare l'Artefice del mondo.
Quindi il tuo amore cambi destinatario: tronca i legami con la creatura, annodali al Creatore. Cambia l'amore, cambia il timore: infatti non altro fanno i cattivi e i buoni amori che cattivi e buoni costumi.
Perciò, non amate né il mondo, né le cose del mondo. Se uno avrà amato il mondo, l'amore del Padre non è in lui: perché tutto quello che è nel mondo - certo in coloro che amano il mondo - tutto quello che è negli amanti del mondo è concupiscenza della carne, concupiscenza degli occhi e ambizione della vita.
Nella concupiscenza della carne è il piacere sensibile, nella concupiscenza degli occhi è la curiosità, nell'ambizione della vita è la superbia.
A chi vince queste tre cose non resta niente altro da superare quanto a concupiscenza. Molti i rami, ma triplice la radice.
Quanti mali contiene, di quanti mali è causa la brama dei piaceri carnali! Di qui adultèri, fornicazioni; di qui lussurie e ubriachezze; di qui tutto ciò che sollecita illecitamente i sensi e penetra la ragione di una piacevolezza pestifera, che abbandona la ragione alla carne, scaccia dalla sede di comando chi governa, assoggetta a chi serve colui che comanda.
Sant'Agostino
DISCORSO 313/A