Che cosa vuoi che io faccia per te?

 


Dal Vangelo secondo Luca

Lc 18,35-43

Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!».

Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».

Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».

Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.


Metti tutto sul mio conto

Io, Gesù, pagherò io stesso, come tuo amico fidato.

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Filèmone (Fm 1,20)

Fratello, riguardo ad Onèsimo ... se in qualche cosa ti ha offeso o ti è debitore, metti tutto sul mio conto. Lo scrivo di mio pugno, io, Paolo: pagherò io stesso. 

Parafrasando queste parole di San Paolo ascolta Gesù che dice: Fratello, Sorella, metti tutto sul mio conto. Io, Gesù: pagherò io stesso, come tuo amico fidato. 

Se in qualche cosa ti senti offeso, se hai debiti nel fare le cose giuste, o ti senti mancante di qualcosa, quando soffri, metti tutto sul mio conto. Io, Gesù: pagherò io stesso.

Dice Sant'Alfonso Maria de' Liguori: parla con Gesù come con un amico fidato e che gode della tua gioia.





Di cosa occorre conversare con Dio?

Sant'Alfonso Maria de' Liguori

Ponete in Dio la vostra gioia!

Certe anime ricorrono a Dio nell'afflizione, ma quando arriva la prosperità, esse lo dimenticano e l'abbandonano. Ciò è troppo, d'infedeltà e d'ingratitudine. Non agite così.

      Quando ricevete qualche notizia piacevole, parlatene con Dio come con un amico fidato e che gode della vostra gioia. Presto, ditegli la vostra gioia, riconoscete che è un dono che viene da lui; lodatelo, ringraziatelo. Il meglio per voi, in questa gioia, sia di trovarvi la sua azione. 

Così porrete in Dio tutta la vostra felicità, la vostra consolazione: "Gioisca il mio cuore nella tua salvezza e canti al Signore, che mi ha beneficato" (Sal 13,6).

      Parlate così a Gesù: "Vi benedico e sempre vi benedirò: mi fate così tante grazie! E non sono le grazie che meriterei, ma rimproveri, io che tanto vi ho offeso". 

Ditegli ancora, con la sacra Sposa: "Ogni specie di frutti squisiti, freschi e secchi; mio diletto, li ho serbati per te" (Ct 7,14). I frutti, sono i vostri favori, di cui vi ringrazio; freschi e secchi, ne conservo il ricordo per rendervi gloria eternamente.






Molti nemici della croce di Cristo

Fil 3, 17 - 4, 1

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési

- Ve l'ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto - Molti si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra.

La nostra cittadinanza è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose.








Farò cadere sulla terra una pioggia di rose.

 


Santa Teresa di Lisieux
dipinto di Cavallina Sacchi Corsiera 
olio su tela

Firma e data dell'opera (in basso, a destra)
Corsiera Sacchi Cavallina 1928




Quando sarò in cielo farò cadere sulla terra una pioggia di rose.

Questa è la promessa che Teresa di Lisieux ha fatto prima di morire.





Gesù vuole darci gratuitamente il suo Cielo.

Gesù vuol darci le stesse grazie che ha dato a Santa Teresa del Bambin Gesù, vuole darci gratuitamente il suo Cielo.


Lettera di Santa Teresa di Lisieux - n° 197 del 17/09/1896

“Chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo”

Mia cara sorella, come puoi chiedermi se puoi amare Dio come io lo amo ? (… ) 

Il mio desiderio di martirio è nulla, non è quello che mi dà la fiducia infinita che sento nel cuore. 

In verità sono le ricchezze spirituali che rendono ingiusti, quando ci si compiace in loro e si crede che sono qualcosa di grande. (… ) 

Sento bene che  (… ) ciò che piace al buon Dio nella mia piccola anima è vedere che io amo la mia piccolezza e la mia povertà, è la speranza cieca nella sua misericordia. Ecco il mio unico tesoro (…).

      Oh mia sorella cara (…), sappi che per amare Gesù (…) più si è deboli, senza desideri, né virtù, più si è pronti alle operazioni di quest’Amore che consuma e trasforma. 

Il solo desiderio di essere vittima è sufficiente, ma occorre accettare di restare poveri e senza forze, e ciò è difficile poiché “Il vero povero di spirito chi lo troverà? Bisogna cercarlo  molto lontano” dice il salmista. Non dice che bisogna cercarlo fra le grandi anime, ma “molto lontano”, cioè nella piccolezza, nel nulla.

      Stiamo dunque ben lontano da tutto quanto luccica, amiamo la nostra piccolezza, amiamo il non sentir nulla, allora saremo poveri di spirito e Gesù verrà a cercarci; per quanto lontani siamo ci trasformerà in fiamme d’amore. 

Oh, come vorrei poter farti capire ciò che sento! 

E’ l’abbandono fiducioso e nient’altro che ci deve condurre all’Amore. La paura non conduce forse alla giustizia? (alla giustizia severa come la si presenta ai peccatori, ma non conduce alla giustizia che Gesù avrà per coloro che lo amano). 

Poiché vediamo la strada, corriamo insieme. 

Sì, lo sento, Gesù vuol darci le stesse grazie, vuole darci gratuitamente il suo Cielo.



Santa Teresa del Bambin Gesù
(1873-1897)
carmelitana, dottore della Chiesa