Eusebio Gallicano (5° sec.) monaco, poi vescovo
Discorso 219; PL 39, 2150
Il re infido Erode, ingannato dai magi, invia i suoi sbirri a Betlemme e nei dintorni a uccidere i bambini di meno di 2 anni... Ma infine non hai ottenuto nulla, crudele barbaro arrogante: puoi fare dei martiri, non puoi trovare il Cristo. Il disgraziato tiranno credeva che la venuta del Signore nostro Salvatore lo deponesse dal suo trono regale. Ma non è così.
Cristo non era venuto per usurpare la gloria di altri, ma per farci dono della sua. Non era venuto per impadronirsi di un regno terrestre, ma per darci il Regno dei cieli. Non era venuto per rubare onori, ma per offrirsi a ingiurie e sevizie. Non era venuto per offrire il suo capo santo a una corona di pietre preziose, ma ad una corona di spine. Non era venuto per occupare un trono glorioso al di sopra degli scettri, ma per essere schernito e crocifisso.
Alla nascita del Signore, "Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme" (Mt 2,3). Cosa c'era di straordinario, se l'empietà è turbata dalla nascita della bontà? Un uomo armato si spaventa per un bambino nato in una mangiatoia, un re orgoglioso trema davanti ad un umile bambino, chi è rivestito di porpora ha paura di un neonato avvolto in fasce...
Fingeva di voler adorare colui che voleva far morire (Mt 2,8). Ma la Verità non teme le insidie della menzogna... Il tradimento non può trovare il Cristo, perché non è con la crudeltà ma con la fede che si deve cercare Dio, che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.