Della triplice utilità
1. Se celebriamo con devozione l’Avvento del Signore, facciamo il nostro interesse: Gesù infatti non solo è venuto a noi, ma anche per noi, Lui che non ha bisogno dei nostri beni (Sal 16 (15), 2). Ma la grandezza della nostra indigenza mette maggiormente in luce la immensa sua degnazione. E non solo la gravità della malattia apparisce dal prezzo della medicina, ma anche i molti aspetti della salute si comprendono dalla moltitudine dei rimedi. Infatti, perché ci sono varie specie di grazie (1 Cor 12, 4), se non si vede alcuna diversità di bisogni? Certo, è difficile parlare in un solo sermone di tutte queste necessità; ma me ne vengono in mente tre, che sono in certo qual modo le principali, e sono comuni a tutti. Non c’è infatti nessuno tra noi che non abbia bisogno in questa vita di consiglio, di aiuto e di sostegno. Tutto il genere umano è soggetto a una triplice miseria, e quanti siamo giacenti nella regione delle ombre morte (Is 9, 1), in questo corpo infermo, in questo luogo di tentazione, se facciamo attenzione, ci accorgiamo di soffrire miseramente di questo triplice inconveniente. Siamo infatti facilmente sedotti, deboli nell’operare e fragili a resistere. Se vogliamo discernere tra il bene e il male (1 Re 3, 9), ci inganniamo; se tentiamo di fare il bene (Gal 6, 9) veniamo meno; se ci sforziamo di resistere al male (Ef 6, 13) cediamo e restiamo vinti.
2. È necessaria pertanto la venuta del Salvatore, necessaria agli uomini che si trovano in questo stato la presenza di Cristo. E voglia Dio che egli venga in modo che, abitando in noi per la fede (Ef 3, 17), per sua grandissima degnazione, illumini la nostra cecità, e stando con noi (Lc 24, 29) aiuti la nostra infermità, e stando per noi (Rm 8, 26) protegga e difenda la nostra fragilità. Se infatti egli sarà in noi, chi ci ingannerà? Se egli sarà con noi, di che cosa non saremo capaci in colui che ci conforta (Fil 4, 13)? Se egli sarà per noi, chi sarà contro di noi? (Rm 8, 31). Egli è un fedele consigliere, che né può ingannare, né ingannarci; è un aiutante forte (1 Mac 3, 15) che non soffre stanchezza; è un patrono efficace, capace di mettere subito lo stesso Satana sotto i nostri piedi (Rm 16, 20), e frantumare tutte le sue armi. Egli è infatti la Sapienza di Dio (1 Cor 1, 21.24 ecc.), che è sempre pronta a istruire gli ignoranti; egli è la Forza di Dio (Rm 1, 16; 1 Cor 1, 18 ecc.), per la quale è facile ritemprare chi sta per venire meno, e liberare chi è in pericolo. Corriamo dunque, fratelli miei, ad un così grande maestro ogni qualvolta dobbiamo deliberare qualche cosa; in ogni operazione invochiamo un così forte coadiutore; a questo così valoroso difensore in ogni lotta affidiamo le nostre anime, a lui che per questo è venuto nel mondo (Gv 18, 37; 3, 19), perché, abitando tra gli uomini (Sal 78 (77), 60), con gli uomini e per gli uomini, illuminasse le nostre tenebre (Sal 18 (17), 29), alleggerisse le nostre fatiche, e dai pericoli ci liberasse.