Dell’avvento di mezzo e della triplice innovazione
1. Abbiamo detto nel sermone precedente che coloro che hanno argentato le loro ali (Sal 68 (67), 14) devono dormire tra i due avventi, ma non abbiamo detto precisamente dove. C’è infatti un terzo avvento e che sta tra gli altri due, nel quale dormono quelli che lo conoscono. Il primo infatti e l’ultimo avvento sono manifesti, non così quello di mezzo. Nel primo Cristo fu veduto sulla terra e visse in mezzo agli uomini (Bar 3, 38), e allora, come egli stesso dice, lo videro e lo odiarono (Gv 15, 24). Nell’ultimo ogni uomo vedrà la salvezza del nostro Dio (Is 40, 5), e volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto (Gv 19, 37). L’avvento che sta in mezzo è occulto, e i soli eletti lo vedono in sé e si salvano le loro anime (1 Pt 3, 20). Nel primo avvento dunque Cristo venne nella debolezza della carne (1 Gv 4, 2), in questo di mezzo viene nella forza dello spirito (Lc 1, 17), nell’ultimo verrà in gloria e maestà (Mc 8, 38; Lc 9, 26 ecc.). Attraverso la virtù infatti si perviene alla gloria, perché il Signore degli eserciti è il Re della gloria, (Sal 24 (23), 10) e altrove dice lo stesso Profeta: Per contemplare la tua potenza e la tua gloria (Sal 63 (62), 3). Questo avvento di mezzo è in certo qual modo una via per cui dal primo si giunge all’ultimo: nel primo Cristo è stato nostra redenzione (Rm 3, 24), nell’ultimo apparirà come vita nostra (Col 3, 4), in questo di mezzo, perché dormiamo tra gli altri due (Sal 68 (67), 14), è nostro riposo e consolazione (2 Cor 1, 5).
2. Ma perché non sembri a qualcuno che stiamo inventando le cose che diciamo circa questo avvento intermedio, sentite Cristo stesso: Se qualcuno mi ama, dice, osserverà le mie parole, e il Padre mio lo amerà, e verremo a lui (Gv 14, 23). Ma che cosa vuol dire: Se uno mi ama osserverà le mie parole? Ho letto altrove: Chi teme Dio farà il bene (Sir 15, 1); ma sento che è detto di più di colui che ama: egli conserverà le parole di Cristo. Dove si devono conservare? Certamente nel cuore, come dice il Profeta: Nel mio cuore ho nascosto le tue parole, per non peccare contro di te (Sal 119 (118), 11). Ma come conservarle nel cuore? Basta conservarle nella memoria? Ma a coloro che le conservano così l’Apostolo dice che la scienza gonfia (1 Cor 8, 2). E poi la memoria è facilmente soggetta alla dimenticanza. Conserva le parole del Signore (Gv 8, 51; 8, 52 ecc.) come meglio puoi conservare il cibo del tuo corpo. Esse infatti sono pane vivo (Gv 6, 41) e cibo della mente. Il pane terreno, fino a che è nella madia, può essere preso da un ladro, corroso dai topi, e con il tempo guastarsi. Quando invece l’hai mangiato, non temi più nulla di tutto questo. Custodisci così la parola di Dio: Beati infatti sono coloro che la custodiscono (Lc 11, 28). Sia dunque immessa in certo modo nelle viscere dell’anima tua, passi nei tuoi affetti e nei tuoi costumi. Mangia il bene, e se ne impinguerà con piacere l’anima tua (Is 55, 2). Non dimenticare di mangiare il tuo pane (Sal 102 (101), 5), perché non si inaridisca il tuo cuore, ma l’anima tua se ne sazi come a lauto convito (Sal 63 (62), 6).
3. Se conserverai in questa maniera la parola di Dio, certamente essa conserverà te. Verrà infatti a te il Figlio con il Padre (Gv 14, 23), verrà il grande profeta (Lc 7, 16), il quale rinnoverà Gerusalemme, ed egli fa nuove tutte le cose (Ap 21, 5). Questo farà questo avvento, affinché, come abbiamo portato l’immagine dell’uomo terreno, così portiamo anche l’immagine del celeste (1 Cor 15, 49). Come il vecchio Adamo si è diffuso in tutto l’uomo e lo ha tutto infettato, così ora tutto venga da Cristo che tutto l’ha creato, tutto l’ha redento, tutto lo glorificherà, e che ha sanato tutto l’uomo nel giorno di sabato (Gv 7, 23). Vi era prima in noi l’uomo vecchio (Rm 6, 6); egli era prevaricatore in noi, sia nella mano che nella bocca e nel cuore (Rm 10, 8); nella mano doppiamente, per azioni illecite e vergognose, nel cuore pure per i desideri carnali (Gal 5, 16; Ef 2, 3 ecc.) e la bramosia di gloria temporale. Ora invece, se vi è in lui una nuova creatura, le cose vecchie sono passate (2 Cor 5, 17), e invece dell’azione illecita nella mano c’è l’innocenza, e invece delle cose turpi c’è la continenza. Nella bocca (Rm 10, 8-10), invece dell’arroganza (1 Sam 2, 3) c’è la confessione, invece della detrazione, parole edificanti, perché scompaiano le cose vecchie dalla nostra bocca. Nel cuore poi, invece dei desideri della carne, vi è la carità, al posto della gloria temporale, l’umiltà. E vedi se in queste tre cose (mani, bocca, cuore) gli eletti singoli ricevano veramente Cristo, Verbo di Dio. Ad essi è detto infatti: Ponimi come sigillo sul tuo braccio e sul tuo cuore (Ct 8, 6); e altrove: Vicina è la parola nella tua bocca e nel tuo cuore (Rm 10, 8).