Ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini

I filosofi, i re e, per così dire, tutto il mondo, che si perde in mille faccende, non possono nemmeno immaginare ciò che dei pubblicani e dei pescatori poterono fare con la grazia di Dio. 

Pensando a questo fatto, Paolo esclamava: «Ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini» (1 Cor 1, 25). 

Questa frase è chiaramente divina. Infatti come poteva venire in mente a dodici poveri uomini, e per di più ignoranti, che avevano passato la loro vita sui laghi e sui fiumi, di intraprendere una simile opera? Essi forse mai erano entrati in una città o in una piazza. 

E allora come potevano pensare di affrontare tutta la terra? Che fossero paurosi e pusillanimi l'afferma chiaramente chi scrisse la loro vita senza dissimulare nulla e senza nascondere i loro difetti, ciò che costituisce la miglior garanzia di veridicità di quanto asserisce.




Mossi da Spirito Santo

LETTURA BREVE 2 Pt 1, 19-20

Abbiamo conferma migliore della parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l'attenzione, come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori. 

Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana fu recata mai una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono quegli uomini da parte di Dio.




Perfetta letizia

LETTURA BREVE  Gc 1, 2-4 

Considerate perfetta letizia, miei fratelli, quando subite ogni sorta di prove, sapendo che la prova della vostra fede produce la pazienza. E la pazienza completi l'opera sua in voi, perché siate perfetti e integri, senza mancare di nulla.




Settanta volte sette

Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». 

E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.»




Resusciteremo il terzo giorno!

Dio Padre, Creatore, il primo giorno, ci ha portato all'esistenza, Dio Figlio, Redentore, il secondo giorno, adesso, ci perdona perché è misericordioso e aspetta che ci convertiamo, Dio Spirito Santo, Retributore, il terzo giorno, renderà a ciascuno secondo le sue opere. 

Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male. (2 Corinti 5,10)

Quel giorno ci verrà detto: «Hai fatto questo e io dovrei tacere? Forse credevi che io fossi come te!»  (Sal 50,21-22)

Capite questo, voi che dimenticate Dio, perché non vi afferri per sbranarvi e nessuno vi salvi.




Dobbiamo essere continuamente vigilanti, fratelli.

Dalla Regola di San Benedetto.

L'UMILTÀ

Gli occhi del Signore scrutano buoni e cattivi (Pr 15,3) e il Signore dal cielo si china sugli uomini per vedere se esista un saggio, se c'è uno che cerchi Dio (Sal 13,2), e dagli angeli a noi assegnati, quotidianamente, giorno e notte, vengono riferite le nostre azioni al Signore nostro Creatore. 

Dobbiamo quindi essere continuamente vigilanti, fratelli, affinché il Signore, non ci veda mai volti al male e diventati inutili, come dice il profeta nel salmo: «Sono tutti traviati, tutti corrotti; non c'è chi agisca bene, neppure uno». (Sal 14,3)

Se anche ci perdona adesso perché è misericordioso e aspetta che ci convertiamo, non debba poi dirci un giorno: «Hai fatto questo e io dovrei tacere? Forse credevi che io fossi come te! Ti rimprovero: pongo davanti a te la mia accusa.» (Sal 50,21). 

Capite questo, voi che dimenticate Dio, perché non vi afferri per sbranarvi e nessuno vi salvi.



 Regola Cap.7,26-30.


Salve, piena di grazia.

LA PIENA DI GRAZIA 

Prima di te, o Maria, molti altri rifulsero per santità, ma a nessuno venne donata la pienezza della grazia come a te; nessuno ha mai gustato così tanta magnificenza; nessuno è mai stato esaltato al di sopra degli angeli. 

Per questo griderò sempre: "Salve, piena di grazia, il Signore è veramente con te e tu sei benedetta fra le donne". 

 S. Sofronio di Gerusalemme




LETTURA BREVE - Rm 8, 16-17

Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. 

E se siamo figli di Dio, siamo anche eredi: eredi di Dio, coerenti di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.




Se uno mi vuol servire mi segua

Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. 

Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà. (Gv 12,25-26)




LETTURA BREVE - 1 Pt 4,13-14

Carissimi, nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. 

Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria e lo Spirito di Dio riposa su di voi.




Il discepolo di Gesù porta nel suo corpo le stimmate del Signore (Gal 6, 17)

Da «Scientia Crucis» di Santa Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein, vergine e martire

«Quanti sono stati battezzati in Cristo, sono stati battezzati nella sua morte» (Rm 6, 3). 

Essi si immergono nella sua vita per divenire membra del suo corpo, e sotto questa qualifica soffrire e morire con lui; ma anche per risuscitare con lui alla eterna vita divina. 

Questa vita sorgerà per noi nella sua pienezza soltanto nel giorno della glorificazione. 

Tuttavia, sin da ora «nella carne» noi vi partecipiamo, in quanto crediamo: crediamo che Cristo è morto per noi, per dare la vita a noi. 

Ed è proprio questa fede che ci fa diventare un tutto unico con lui, membra collegate al capo, rendendoci permeabili alle effusioni della sua vita. Così la fede nel Crocifisso - la fede viva, accompagnata dalla dedizione amorosa - è per noi la porta di accesso alla vita e l'inizio della futura gloria. 

Per di più, la croce è il nostro unico vanto: «Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo» (Gal 6, 14).

    Chi si è messo dalla parte del Cristo risulta morto per il mondo, come il mondo risulta morto per lui. Egli porta nel suo corpo le stimmate del Signore (cfr. Gal 6, 17); è debole e disprezzato nell'ambiente degli uomini, ma appunto per questo è forte in realtà, perché nelle debolezze risalta pienamente la forza di Dio (cfr. 2 Cor 12, 9). 

Il discepolo di Gesù non solo abbraccia la croce che gli viene offerta, ma si crocifigge da sé: «Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri» (Gal 5, 24). 

Essi hanno ingaggiato una lotta spietata contro la loro natura, per liquidare in se stessi la vita del peccato e far posto alla vita dello spirito. È quest'ultima sola quella che importa. La croce non è fine a se stessa.



Dio opera tutto in tutti. - LETTURA BREVE - 1 Cor 12, 4-6

Vi sono diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; 
vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; 
vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti.




LETTURA BREVE - 1Ts 5,9-10

Dio ci ha destinati all'acquisto della salvezza per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, il quale è morto per noi, perché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui.




La Parola di Dio, opera in voi che credete - 1 Ts 2, 13

Noi ringraziamo Dio continuamente, perché, avendo ricevuto da noi la parola divina della predicazione, l'avete accolta non quale parola di uomini, ma, come è veramente, quale parola di Dio, che opera in voi che credete




Dal «Catechismo» di san Giovanni Maria Vianney, sacerdote.

Fate bene attenzione, miei figliuoli: il tesoro del cristiano non è sulla terra, ma in cielo. Il nostro pensiero perciò deve volgersi dov’è il nostro tesoro. Questo è il bel compito dell’uomo: pregare ed amare. Se voi pregate ed amate, ecco, questa è la felicità dell’uomo sulla terra.


 La preghiera nient’altro è che l’unione con Dio. Quando qualcuno ha il cuore puro e unito a Dio, è preso da una certa soavità e dolcezza che inebria, è purificato da una luce che si diffonde attorno a lui misteriosamente. In questa unione intima, Dio e l’anima sono come due pezzi di cera fusi insieme, che nessuno può più separare.  

   Come è bella questa unione di Dio con la sua piccola creatura! È una felicità questa che non si può comprendere. Noi eravamo diventati indegni di pregare. Dio però, nella sua bontà, ci ha permesso di parlare con lui. La nostra preghiera è incenso a lui quanto mai gradito.



Figliuoli miei, la preghiera non ci lascia mai senza dolcezza.

San Giovanni Maria Vianney - 

Io penso sempre che, quando veniamo ad adorare il Signore, otterremmo tutto quello che domandiamo, se pregassimo con fede proprio viva e con cuore totalmente puro.

San Francesco d’Assisi e santa Coletta vedevano nostro Signore e parlavano con lui a quel modo che noi ci parliamo gli uni agli altri.
   
Noi invece quante volte veniamo in chiesa senza sapere cosa dobbiamo fare o domandare! Tuttavia, ogni qual volta ci rechiamo da qualcuno, sappiamo bene perché ci andiamo. Anzi vi sono alcuni che sembrano dire così al buon Dio: «Ho soltanto due parole da dirti, così mi sbrigherò presto e me ne andrò via da te».

Ci sono alcune persone che si sprofondano completamente nella preghiera come un pesce nell’onda, perché sono tutte dedite al buon Dio. Non c’è divisione alcuna nel loro cuore. O quanto amo queste anime generose!  

Nella preghiera ben fatta i dolori si sciolgono come neve al sole. Anche questo ci dà la preghiera: che il tempo scorra con tanta velocità e tanta felicità dell’uomo che non si avverte più la sua lunghezza. Ascoltate: quando ero parroco di Bresse, dovendo per un certo tempo sostituire i miei confratelli, quasi tutti malati, mi trovavo spesso a percorrere lunghi tratti di strada; allora pregavo il buon Dio, e il tempo, siatene certi, non mi pareva mai lungo.

Figliuoli miei, il vostro cuore è piccolo, ma la preghiera lo dilata e lo rende capace di amare Dio. La preghiera ci fa pregustare il cielo, come qualcosa che discende a noi dal paradiso. Non ci lascia mai senza dolcezza. Infatti è miele che stilla nell’anima e fa che tutto sia dolce.