Signore, mio Dio, salvami da chi mi perseguita

Salmo 7
Cessi la cattiveria dei malvagi.

Signore, mio Dio, in te ho trovato rifugio:
salvami da chi mi perseguita e liberami,
perché non mi sbrani come un leone,
dilaniandomi senza che alcuno mi liberi.

Giudicami, Signore, secondo la mia giustizia,
secondo l'innocenza che è in me.
Cessi la cattiveria dei malvagi.
Rendi saldo il giusto,
tu che scruti mente e cuore, o Dio giusto.

Il mio scudo è in Dio:
egli salva i retti di cuore.
Dio è giudice giusto,
Dio si sdegna ogni giorno.




Occorre credere anche senza esigere miracoli.

Anche se i nostri desideri non sono esauditi, occorre perseverare lo stesso nell’azione di grazie e nella lode, rimanendo uniti a Dio, nell’avversità come nella prosperità.


San Giovanni Crisostomo (ca 345-407) sacerdote ad Antiochia poi vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa. Tra i suoi scritti l'opera «Sul sacerdozio» è la più conosciuta.

La sua opera di evangelizzazione si estende ai goti e ai fenici. Intransigente quando la fede è minacciata, predica l'amore per il peccatore e per il nemico. “Il popolo lo applaudiva per le sue omelie e lo amava”.

Compiere in noi i misteri di Gesù.

San Giovanni Eudes (1601-1680)
sacerdote, predicatore, fondatore di istituti religiosi


Il Regno di Gesù, 3, 4
“E’ dunque giunto a voi il regno di Dio”

Dobbiamo continuare e compiere in noi i misteri di Gesù e pregarlo spesso che li porti a compimento in noi e in tutta la sua Chiesa. Poiché essi non sono ancora compiuti nella loro piena perfezione. Se sono perfetti e compiuti nella persona di Gesù, non sono tuttavia ancora compiuti e perfetti in noi, sue membra, né nella Chiesa che è il suo corpo mistico (Ef 5,30). Poiché il Figlio di Dio ha disposto (… ) di fare come un’estensione e continuazione dei suoi misteri in noi e in tutta la sua Chiesa (… ); li vuole portare a compimento in noi. 

Perciò San Paolo dice che Gesù Cristo si completa nella Chiesa e che tutti noi contribuiamo alla sua perfezione e alla sua piena maturità (Ef 4,13). (…) E altrove dice che completa nel suo corpo la Passione di Gesù Cristo (Col 1,24). (…)

Il Figlio di Dio ha pensato di vivere in noi il mistero della sua incarnazione, della sua nascita, della vita nascosta, prendendo forma in noi, nascendo nelle nostre anime, con i santi sacramenti del battesimo e della divina eucaristia, e facendoci vivere una vita spirituale e interiore, nascosta con lui in Dio. 

Ha progettato di perfezionare in noi il mistero della sua Passione, morte e risurrezione, facendoci soffrire, morire e risorgere con lui e in lui. Ha pensato di parteciparci lo stato di vita gloriosa e immortale che lui ha in cielo, facendoci vivere con lui e in lui una vita gloriosa e immortale, quando saremo in cielo. (...)

Così i misteri di Gesù non saranno pienamente compiuti fino alla fine del tempo che egli ha stabilito per il completamento di essi stessi in noi e nella Chiesa, cioè fino alla fine del mondo.








La mia casa sarà chiamata casa di preghiera

Non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento (Mt 5,17) 

Gesù scacciò tutti quelli che vi trovò a comprare e a vendere; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: "La Scrittura dice: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera ma voi ne fate una spelonca di ladri".  

Gesù non vuole mercato nel Tempio. 
Il Tempio è casa di preghiera, di purificazione, di aiuto ai bisognosi, infatti nel Tempio a Gesù gli si avvicinarono ciechi e storpi ed egli li guarì, nel Tempio, che non è un luogo dove fare commercio e business.

Gesù annuncia che non si fanno più i sacrifici al modo antico, previsti della vecchia Legge, ma adesso è il Padre che offre in sacrificio il Figlio per la remissione dei peccati, per la purificazione. 

Infatti Giovanni il Battista dirà: Ecco l'Agnello di Dio, ovvero ecco che adesso è Dio che offre l'Agnello, non è abolito il sacrificio ma è portato a compimento in Gesù Agnello di Dio che in obbedienza alla sua missione si offre volontariamente in sacrificio, a cui ci invita a partecipare nella Santa Messa a lode e gloria di Dio e per il bene della sua santa Chiesa.





«Levò gli occhi» - San Nerses Snorhali

Come il ricco che amava la vita dei piaceri,
ho amato i piaceri effimeri,
con questo mio corpo animale,
nei piaceri di questo insensato. (...)

E della somma di così grandi benefici
che mi hai dato gratuitamente,
non ti ho reso neppure la decima
presa dai tuoi stessi doni.

Anzi, tutto ciò che era sotto il mio tetto
accumulato dalla terra, dall'aria e dal mare,
i tuoi benefici innumerevoli,
credevo che fossero mia proprietà.

Di tutto ciò non ho dato nulla ai poveri
E nulla ho messo da parte per le loro necessità:
né cibo per la persona affamata,
né coperta per il corpo nudo,
né alloggio per l'indigente,
né casa per lo straniero,
né visita al malato,
neanche cure per i prigionieri (cf Mt 25,31 seg).

Non mi sono rattristato per il dolore
dell'uomo addolorato a causa di quanto gli accade;
Non ho condiviso neppure la gioia dell'uomo felice,
anzi, ho bruciato di gelosia nei suoi confronti.

Sono tutti altri Lazzaro (...)
Giacciono fuori, davanti alla mia porta (...)
Ed io, sordo alla loro voce,
non ho dato loro neppure le briciole della mia tavola. (...)

I cani della tua Legge fuori
li consolavano almeno con la lingua;
ed io che sentivo il tuo comandamento
con la lingua ho ferito chi ti assomiglia (Mt 25,45). (...)

Ma dammi fin da quaggiù di pentirmi,
perché faccia penitenza dei miei peccati (...)
Affinché queste lacrime spengano
la fornace ardente dalle fiamme brucianti. (...)

E al posto del comportamento di un uomo senza misericordia,
fissa nel profondo del mio cuore la pietà misericordiosa,
affinché, usando misericordia al povero,
possa ottenere la tua misericordia.