"Tuo figlio vive!"

Sant'Anastasio d'Antiochia
monaco poi patriarca d'Antiochia 549-570 e 593-599

Omelia 5, sulla Resurrezione di Cristo.

“Per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi” (Rom 14,9). Ma “Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi” (Lc 20,38). Quindi, poiché il Signore dei morti è vivo, i morti non sono più morti, ma viventi: la vita regna in loro, perché vivano e non temano più la morte. Come “Cristo risuscitato dai morti non muore più” (Rom 6,9), così, sciolti e liberati dal loro stato mortale, essi non vedranno più la morte. Parteciperanno alla risurrezione di Cristo, come lui stesso ha partecipato della nostra morte. Infatti Cristo è venuto sulla terra solo per “infrangere le porte di bronzo e spezzare le barre di ferro” (Sal 107,16) che erano da sempre chiuse, e per strappare la nostra vita dal suo stato mortale e attirarci verso di lui, chiamandoci dalla schiavitù alla libertà.

Non sia assolutamente un ostacolo alla fede il fatto che il piano di salvezza non si è ancora compiuto, poiché gli uomini muoiono ancora e i loro corpi si dissolvono nella tomba. Fin da ora abbiamo ricevuto la caparra di tutti i beni promessi, nella persona di colui che è la primizia: attraverso lui siamo saliti nel più alto dei cieli. Infatti siederemo vicino a lui che ci ha portato con lui in alto, come dice San Paolo: “Con lui ci ha anche risuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli, in Cristo Gesù” (Ef 2,6).

Il Signore ha pietà del suo popolo

Sal 102

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia.

Il Signore compie cose giuste,
difende i diritti di tutti gli oppressi.
Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie,
le sue opere ai figli d'Israele.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all'ira e grande nell'amore.
Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono.

Chi non raccoglie con me, disperde.

 

Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde. (Lc 11,23)

Si è addossado le nostre malattie, caricato le nostre sofferenze

Sant’Amedeo di Losanna (1108-1159)
monaco cistercense, poi vescovo

Omelia mariana ; SC 72
Il dito di Dio

       « Mi venga in aiuto la tua mano ! » (Sal 118, 173). Il Figlio unico del Padre, per mezzo del quale egli ha creato tutte le cose, è chiamato la mano di Dio. Questa mano ha operato quando si è incarnata, non soltanto nel fatto che non ha causato a sua madre nessuna ferita, ma anche, secondo la testimonianza del profeta, addossandosi le nostre malattie, caricandosi delle nostre sofferenze (Is 53, 4).

       Sicuramente, questa mano, piena di rimedi diversi, ha guarito ogni malattia. Ha respinto ogni causa di morte ; ha risuscitato dai morti ; ha frantumato le porte degli inferi ; ha incatenato l'uomo forte e gli ha strappato via le armi ; ha aperto il cielo ; ha elargito lo Spirito di amore nei cuori dei suoi. Questa mano libera i prigionieri e dona la vista ai ciechi ; rialza coloro che sono caduti ; ama i giusti e custodisce i forestieri ; accoglie l'orfano e la vedova. Strappa dalla tentazione coloro che sono in pericolo ; ristora, riconfortandoli, coloro che soffrono ; ridà gioia agli afflitti ; ripara sotto la sua ombra coloro che faticano ; scrive per coloro che vogliono meditare la sua Legge ; tocca e benedice il cuore di coloro che pregano ; li rafforza nell'amore, per mezzo del suo contatto ; li fa progredire e perseverare nella sua azione. Infine, li conduce alla patria ; li riporta al Padre.

       Infatti, si è fatta carne per attrarre l'uomo attraverso l'Uomo, unendo la nostra alla sua carne, per riportare, nel suo amore, la pecora smarrita a Dio, Padre onnipotente e invisibile. Poiché questa pecora, avendo lasciato Dio, era caduta « nella carne », era necessario che questa mano, fatta uomo, venisse a sollevarla « dalla sua carne » per riportarla al Padre (Lc 15,4s).

Beata Maddalena Caterina Morano

Beata Maddalena Caterina Morano
Suora  delle “Figlie di Maria Ausiliatrice”

Maddalena Caterina Morano, sesta di otto figli, nasce a Chieri, in provincia di Torino, il 15 novembre del 1847.

Nel 1878 Maddalena si consiglia col suo direttore spirituale e va a parlare con don Bosco che l’indirizza a Mornese dove Madre Mazzarello l’accoglie festante; fu subito messa ad insegnare.

Nel 1880 si consacra a Dio con i voti perpetui e, in quell’occasione, ripete a Gesù la sua preghiera: “Signore, non permettere che io muoia senza essere arrivata alla santità. Fammi Santa!”.

Nel 1881, sotto richiesta dell’arcivescovo di Catania, Maddalena viene inviata a dirigere la nuova opera di Trecastagni, dove servivano tre maestre. Per quattro anni dirige, insegna, lava, cucina, è catechista ma soprattutto testimone, tanto che cominciano a bussare le ragazze: “vogliamo essere come lei!” Dopo una pausa di un anno a Torino, dove dirige la casa FMA di Valdocco, viene rimandata in Sicilia come visitatrice, direttrice e maestra delle novizie. Ha il compito di fondare nuove case e di formare sante suore. Volgendo costantemente “uno sguardo alla terra e dieci al Cielo”, apre scuole, oratori, convitti e laboratori in ogni parte dell'isola.

Sorgono nuove numerose vocazioni, attratte dal suo zelo apostolico e dal clima comunitario che si crea intorno a lei. Il suo molteplice apostolato è apprezzato e incoraggiato dai Vescovi. Nelle nuove fondazioni, riuscì ad inculturare fedelmente il carisma di don Bosco e il Sistema Preventivo.

Minata da un'affezione tumorale, il 26 marzo 1908 suor Maddalena Caterina Morano muore a Catania. Alla sua morte le case della Sicilia sono 18, le suore 142, le novizie 20, le postulanti 9.


Gesù, ricordati di me. - San Dismas


San Dismas,
condannato alla stessa pena,
conosciuto come il Buon Ladrone.

« Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: "Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!". Ma l'altro lo rimproverava: "Neanche tu hai timore di Dio e sei condannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male". E aggiunse: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno". Gli rispose: "In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso". (Luca, 23, 39-43) »

Santa Lucia Filippini


Santa Lucia Filippini
Vergine, fondantrice delle “Maestre Pie”

Grande Misericordia di Dio per grande miseria dell'anima

Pensieri dal Diario di Santa Faustina

Per un'anima pentita sono la Misericordia stessa. La più grande miseria di un'anima non accende la Mia ira, ma il Mio Cuore nei suoi confronti prova una grande Misericordia. (Diario, 1739)



Fiducia illimitata e abbandono alla divina Provvidenza.

Santa Benedetta Cambiagio Frassinello
Religiosa e fondatrice delle “Suore Benedettine della Provvidenza”

La sua costante dedizione a tutte le fanciulle e giovani dell'educazione, istruzione e formazione cristiana, scaturisce e cresce dal fervore eucaristico e dalla contemplazione del Crocifisso ed è pervasa dalla certezza che Dio solo è il suo sostegno e la sua valida difesa, con illimitata fiducia e abbandono alla divina Provvidenza.

San Salvatore Grionesos da Horta


Santa Coloma de Farnés, Spagna, 1520 - Cagliari, 18 marzo 1567

Nacque nel dicembre 1520 a Santa Coloma de Farnés, in Catalogna (Spagna). Rimasto orfano molto presto, dopo un periodo di prova nell'abbazia benedettina di Montserrat, scelse definitivamente la via della povertà entrando nel convento francescano di Barcellona, dove fece la professione religiosa nel 1542. Trasferito a Tortosa cominciò a essere conosciuto per i suoi poteri di taumaturgo. 

Malgrado l'umiltà con cui lo viveva, questo dono gli causò incomprensione da parte dei confratelli. Per anni peregrinò da un convento all'altro e ovunque si ripeteva lo stesso copione: prodigi e nuove inimicizie. Fu persino denunciato all'Inquisizione che non trovò nulla contro di lui. Conobbe un po' di pace nel convento di Santa Maria di Gesù a Cagliari dove giunse nel 1565. 

Morì il 18 marzo 1567. Pio XI l'ha canonizzato il 17 aprile 1938.



Come misuri, sarai misurato in cambio.

Dal Vangelo secondo Luca 6,36-38.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio ».

Beata Barbara Maix


Missionaria in Brasile e fondatrice della Congregazione delle Suore dell'Immacolato Cuore di Maria.

Alle sue figlie un giorno disse: “Mie amatissime, abbiate ancora un po' di pazienza e, prima che ve ne rendiate conto, Dio troverà strade e mezzi. LasciamoLo fare tranquillamente”.

Molti i nemici della croce di Cristo

Fil 3, 17 - 4,1
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi.

Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l'esempio che avete in noi. Perché molti - ve l'ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto - si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra.

La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose.

Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi!

Bisogna che Gesù regni!


Il primo sabato del settembre 1867, Maria di Gesù (Deluil-Martiny) è in preghiera in una chiesa quando Gesù le rivolge la parola: «Non sono conosciuto, non sono amato. Sono oltraggiato, sono profanato. Prima che finiscano i tempi, voglio essere ripagato di tutti gli oltraggi che ho ricevuto. Voglio prepararmi anime che mi comprendano. Sono un torrente che vuole straripare e del quale non si possono più trattenere le acque! Voglio farmi dei calici per colmarli delle acque del mio amore. Ho sete di cuori che mi apprezzino e mi facciano realizzare il fine per cui sono qui! Voglio elargire tutte le grazie che sono state rifiutate!»

Maria è profondamente rattristata dal rifiuto che il mondo oppone a Gesù. Scrive: «Il mondo non vuole più saperne di Lui. Oggi, gli uni arrossiscono di Lui, gli altri lo odiano e lo disprezzano; cercano di cacciarlo dai cuori e dalla società. A queste vergogne, a questi odii, a questi disprezzi, a queste empietà sataniche, rispondiamo con voce alta e ferma: Bisogna che Gesù regni!».

In questo spirito, il Papa Giovanni Paolo II incoraggiava i fedeli ad adorare il Santo Sacramento: «Restiamo prostrati a lungo davanti a Gesù presente nell'Eucaristia, riparando con la nostra fede e il nostro amore le trascuratezze, le dimenticanze e persino gli oltraggi che il nostro Salvatore deve subire in tante parti del mondo» (Lettera apostolica Mane Nobiscum, 7 ottobre 2004, n. 18).

L'8 dicembre 1867, con il permesso del padre gesuita Jean Calage, Maria Deluil-Martiny pronuncia il voto di verginità. Nel settembre 1868, davanti alla statua della Vergine della Salette, riceve questa ispirazione: «La Santa Vergine vuole delle vittime che si frappongano, in unione con il suo Cuore trafitto e con Gesù immolato, tra i delitti degli uomini e la amabile Giustizia di Dio». 

Il mese seguente, fa questa preghiera: «O Gesù, ricevimi dalle mani della Vergine Santissima e offrimi con Te, immolami con Te. Io mi offro a questa immolazione nella misura che piacerà a Te e che lo permetterà la mia debolezza. Considererò tutte le croci, le penitenze, le umiliazioni, i maltrattamenti, tutte le aggressioni, i disprezzi, tutti gli odii, le invidie e tutte le sofferenze che devo subire e che la Tua Bontà e Provvidenza mi destina e mi invierà, come altrettanti pegni che mi assicureranno che hai accettato la mia umile offerta»


San Clemente Maria Hofbauer


Sacerdote redentorista

A Vienna in Austria, san Clemente Maria Hofbauer, sacerdote della Congregazione del Santissimo Redentore, si adoperò mirabilmente nel diffondere la fede e nel rinnovare la vita ecclesiastica e, insigne per ingegno e virtù, indusse molti illustri scienziati ed artisti ad avvicinarsi alla Chiesa.

La missione in comunione con Lui

Pregare, compatire, offrire, riparare e soffrire per Gesù, Lui che ha conosciuto tutte le agonie e tutti i dolori. Con Lui è la missione degli amici privilegiati. Buttiamoci ardenti, in comunione con Lui, in quest'opera di lode, di ringraziamento, di riparazione, di supplica, nonostante la nostra piccolezza.

Beata Maria di Gesù (Deluil-Martiny) Fondatrice delle Figlie del Cuore di Gesù

Beata Angela Salawa

A Cracovia in Polonia, beata Angela Salawa, vergine del Terz’Ordine di San Francesco, che scelse di impegnare tutta la vita lavorando come donna di servizio: visse umilmente tra le serve e migrò al Signore in assoluta povertà.


San Luigi Orione

Sacerdote e fondatore della
Piccola Opera della Divina Provvidenza


Dio veglia alla salvezza e al profitto dei suoi.

Dio dispone ogni cosa nel mondo a nostro vantaggio, gioie e infortuni, e veglia alla salvezza e al profitto dei suoi con più sollecitudine di quanto facciamo noi per noi stessi. 

San Giovanni Cassiano (ca 360-435) La preghiera, XX; SC 54


Chiedete e vi sarà dato.

Preghiera composta dalla Beata Madre Speranza di Gesù

Gesù mio, a te ricorro in questa tribolazione. Se tu vuoi usare la tua clemenza con questa misera creatura tua, trionfi la tua bontà. Per il tuo amore e la tua misericordia perdona le mie colpe; e anche se indegno di ottenere ciò che ti domando, esaudisci pienamente i miei desideri se è per la tua gloria e per il bene della mia anima. Nelle tue mani mi abbandono: fa’ di me ciò che a te è gradito.

(Chiediamo la grazia che desideriamo ottenere con questa preghiera)


Quello che chiederete, abbiate fede di ottenerlo.

Matteo 21,22
Tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete.

Marco 11,24
Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato.

Giovanni 16,23
In verità, in verità vi dico: Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà.

Giovanni 14,13-14
Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

(Mc 11,22)
Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà.

(Dal libro della Beata Maria Valtorta)
«Io vi dico, ed è vecchia lezione che ripeto in quest’ora: qualunque cosa chiederete con la preghiera, abbiate fede di ottenerla e l’avrete. Ma se prima di pregare avete qualcosa contro qualcuno, prima perdonate e fate pace per aver amico il Padre vostro che è nei Cieli, che tanto, tanto vi perdona e benefica, dalla mattina alla sera e dal tramonto all’aurora».

(Dal libro della Beata Maria Valtorta)
«Ma insomma questo fico è morto perché sei stato Tu a maledirlo, o è un… caso… un segno… non so?», chiede Filippo.
«È tutto ciò che tu dici. Ma ciò che Io ho fatto voi pure potrete fare, se giungerete ad avere la fede perfetta. Abbiatela nel Signore altissimo. E quando l’avrete, in verità vi dico che potrete questo e ancor più. In verità vi dico che, se uno giungerà ad avere la fiducia perfetta nella forza della preghiera e nella bontà del Signore, potrà dire a questo monte: “Spostati di qua e gettati in mare”, e se dicendolo non esiterà nel suo cuore, ma crederà che quanto egli ordina si possa avverare, quanto ha detto si avvererà».









Preghiera composta dalla Beata Madre Speranza di Gesù

Gesù mio, a te ricorro in questa tribolazione. Se tu vuoi usare la tua clemenza con questa misera creatura tua, trionfi la tua bontà. Per il tuo amore e la tua misericordia perdona le mie colpe; e anche se indegno di ottenere ciò che ti domando, esaudisci pienamente i miei desideri se è per la tua gloria e per il bene della mia anima. Nelle tue mani mi abbandono: fa’ di me ciò che a te è gradito.

(Chiediamo la grazia che desideriamo ottenere con questa preghiera)

Santa Francesca Romana

Generosa con tutti, profondeva i beni di cui disponeva per alleviare le tribolazioni degli altri, senza nulla concedere a se stessa. Sposa, madre e religiosa.

Per poter allargare il raggio della sua azione caritativa, nel 1425 fondò la congregazione delle “Oblate Olivetane di S. Maria Nuova”, dette anche “Oblate di Tor de' Specchi”.

L’Angelo Custode, a cui in tutta la vita si rivolgeva, l’aveva sempre assistita.

S. Francesca Romana è considerata compatrona di Roma; è invocata come protettrice dalle pestilenze e per la liberazione delle anime dal Purgatorio.

Nel 1925 Pp Pio XI (Ambrogio Damiano Achille Ratti, 1922-1939) la proclama patrona degli automobilisti. 


 

Sacro Cuore di Gesù - Rosolini


 

San Domenico Savio


“Sappi che noi qui facciamo consistere la santità nello stare molto allegri”

La Memoria liturgica è il 9 marzo. Nel periodo di quaresima, le celebrazioni possono essere spostate al 6 maggio.

Domenico Savio, allievo di San Giovanni Bosco, era soprannominato in piemontese “Minòt”. Nasce il 2 aprile 1842 a San Giovanni, frazione di Riva presso Chieri, agli estremi confini della provincia e della diocesi torinese. Fu il secondo di ben dieci fratelli, figli di Carlo, che svolge l’attività di fabbro, e di Brigida Gaiato, sarta. Il piccolo Domenico venne battezzato nella chiesa dell’Assunta in Riva il giorno stesso.

Cresciuto in una famiglia ricca di valori, fin da piccolo impressionò moltissimo per la sua maturità umana e cristiana. Attendeva il sacerdote fuori dalla Chiesa, anche sotto la neve, per servire alla S. Messa. Era sempre allegro.

Aveva preso con serietà la vita, tanto che - ammesso a soli sette anni alla Prima Comunione, che ricevette l'8 aprile 1849, tracciò in un quadernetto il suo progetto di vita.

“Mi confesserò molto sovente e farò la comunione tutte le volte che il confessore me lo permetterà. Voglio santificare i giorni festivi. I miei amici saranno Gesù e Maria. La morte ma non peccati”.

A 12 anni incontra don Bosco e gli chiede di essere ammesso nell'Oratorio di Torino, perché desiderava ardentemente studiare per diventare sacerdote. Don Bosco, stupito, gli disse: “Mi sembra che ci sia buona stoffa”. “Io sarò la stoffa: lei sia il sarto, allora”, aveva risposto Domenico.

Accolto all’Oratorio gli chiese di aiutarlo a "farsi santo". Mite, sempre sereno e lieto, metteva grande impegno nei doveri di studente e nel servire in ogni modo i compagni, insegnando loro il Catechismo, assistendo i malati, pacificando i litigi...

Ai compagni, appena arrivato all'Oratorio, diceva: “Sappi che noi qui facciamo consistere la santità nello stare molto allegri”. Procuriamo “soltanto di evitare il peccato, come un grande nemico che ci ruba la grazia di Dio e la pace del cuore, di adempiere esattamente i nostri doveri”.

Fedelissimo al suo programma, sostenuto da un'intensa partecipazione ai sacramenti e da una filiale devozione a Maria, gioioso nel sacrificio, fu da Dio colmato di doni e carismi.

L'8 Dicembre 1854, proclamato il dogma dell'Immacolata dal Beato Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti, 1846-1878), Domenico si consacrò a Maria e cominciò ad avanzare rapidamente nella santità. Nel 1856 fondò con alcuni amici dell’Oratorio la "Compagnia dell'Immacolata" per un'azione apostolica di gruppo.

Mamma Margherita disse a don Bosco: “Tu hai molti giovani buoni, ma nessuno supera il bel cuore e la bell'anima di Savio Domenico”. E spiegò: “Lo vedo sempre pregare, restando in chiesa anche dopo gli altri; ogni giorno si toglie dalla ricreazione per far visita al SS. Sacramento... Sta in chiesa come un angelo che dimori in Paradiso”.

Muore a Mondonio il 9 Marzo 1857. Don Bosco ne scrisse la biografia, e piangeva ogni volta che la rileggeva. I suoi resti mortali si venerano nella Basilica di Maria Ausiliatrice.

Papa Pio XI (Ambrogio Damiano Achille Ratti, 1922-1939) lo definì un “piccolo, anzi grande gigante dello spirito”.

Domenico Savio fu beatificato a Roma il 5 marzo 1950 dal Venerabile Pio XII (Eugenio Pacelli, 1939-1958) e canonizzato il 12 giugno 1954 dallo stesso Papa.

È patrono delle mamme in attesa, e per sua intercessione si registrano ogni anno un numero sorprendente di grazie.





E la Sua Gloria sarà vista in te

Santa Caterina da Bologna
Vergine dell'Ordine di Santa Chiara

Caterina da Bologna nasce l'8 settembre 1413. Fin da piccola viene educata a Bologna dalla madre, donna di grande fede, e da parenti, per via delle molte assenze del padre, il quale però vuole che impari anche il latino.

Nel 1424, all'età di 11 anni, entra alla corte Estense come damigella di compagnia e riceve l'educazione propria del tempo: studia la musica, la pittura, la danza, impara a poetare e diventa esperta nell'arte della miniatura e della copiatura.

Nel 1432 entra nel monastero detto del Corpus Domini e professa con le compagne la regola di S. Chiara, approvata da Pp Innocenzo IV (Sinibaldo Fieschi, 1243-1254), e dà inizio alla vita claustrale francescana. Qui la damina si fa lavandaia, cucitrice, fornaia. Preghiera e lavoro, mai perdere tempo, dice la Regola delle Clarisse che qui si osserva. E a lei va bene: lava i piatti, dipinge, fa le pulizie, scrive versi in italiano e in latino, insegna preghiere nuove, canti nuovi.

Con lei il monastero è un mondo di preghiera e gioia, silenzio e gioia, fatica e gioia. Diventa famoso, tanto che ne vogliono uno così anche a Bologna, dove va a fondarlo appunto Caterina, come abbadessa.

Siamo nel 1456: anche questo monastero s’intitola al Corpus Domini. Caterina compone testi di formazione e di devozione, e poi un racconto in latino della Passione (cinquemila versi), un breviario bilingue.

Da superiora è la prima nella preghiera e nel servizio; vive in profonda umiltà e povertà. Allo scadere del triennio di abbadessa è felice di essere sostituita, ma dopo un anno deve riprendere le sue funzioni, perché la nuova eletta è diventata cieca. Sebbene sofferente e con gravi infermità che la tormentano, svolge il suo servizio con generosità e dedizione.

All’inizio del 1463 le infermità si aggravano; verso la fine di febbraio è colta da forti sofferenze, che non la lasceranno più, ma è lei a confortare le consorelle nel dolore, assicurandole del suo aiuto anche dal Cielo. Dopo aver ricevuto gli ultimi Sacramenti, consegna al confessore lo scritto "Le sette armi spirituali" ed entra in agonia; il suo viso si fa bello e luminoso; guarda ancora con amore quante la circondano e spira dolcemente, pronunciando tre volte il nome di Gesù: è il 9 marzo 1463.

Alla sua morte cominciò subito a realizzarsi una profezia nella quale si era sentita dire dagli angeli: Et gloria eius in te videbitur. (E la Sua Gloria sarà vista in te)

Il suo corpo oggi si trova nella cappella del Monastero del Corpus Domini, senza alcuna maschera, seduta, visibile a tutti e non sigillata.



Sintesi delle sette armi spirituali :

1. avere cura e sollecitudine nell’operare sempre il bene;

2. credere che da soli non potremo mai fare qualcosa di veramente buono;

3. confidare in Dio e, per amore suo, non temere mai la battaglia contro il male, sia nel mondo, sia in noi stessi;

4. meditare spesso gli eventi e le parole della vita di Gesù, soprattutto la sua passione e morte;

5. ricordarsi che dobbiamo morire;

6. avere fissa nella mente la memoria dei beni del Paradiso;

7. avere familiarità con la Santa Scrittura, portandola sempre nel cuore perché orienti tutti i pensieri e tutte le azioni.

Gli Egiziani ci maltrattarono.

Mio padre era un Aramèo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa.

Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; il Signore ci fece uscire dall'Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi.

Ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele. Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato. (Dt 26,4-10)


Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. (Luca 5,27-32)

San Charles de Foucauld (1858-1916)
eremita e missionario nel Sahara

Quanto sei buono, mio Dio, e con quanta cura ti applichi a rialzare i peccatori, a gridare "Speranza" ai colpevoli. Con quanta premura ti mostri, fin dalle prime righe del Vangelo, come il Buon Pastore, il Padre del Figlio prodigo, il divino medico venuto per i malati.

Sembra che ti sia preso l'impegno fin dalle prime righe del Vangelo di ripeterci: "Io non godo della morte del malvagio, ma che il malvagio si converta dalla sua malvagità e viva" (Ez 33,11). O Dio, Padre di misericordia, vuoi dirci che ci sono speranza e grazia, anche per i colpevoli, anche per i più perduti, per i più macchiati. 

Coloro che agli occhi degli uomini sono irrimediabilmente malfattori e caduti sono ancora nobili e belli ai tuoi occhi. Si pentano, dicano come Davide: "Ho peccato" (2 Sam 12,13), e tu spalanchi per queste anime che il mondo riteneva perdute e che tu hai così pienamente ritrovate, rialzate, purificate, abbellite, tu spalanchi in tale misura il tesoro dei tuoi favori da non rifiutare alcuna grazia a queste anime alle quali alcuna grandezza è ormai inaccessibile.

Per quanto fossimo caduti in basso, non disperiamo mai. La bontà di Dio è al di là di ogni male possibile. "Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno come lana" (Is 1,18). Non c'è alcun momento della vita che non possa diventare l'inizio di una nuova esistenza, (...) separata come da un muro dalle infedeltà passate.

Piccoli  Fratelli e Sorelle di Gesù.

Amore a Gesù, per tutta la vita,
amore alla povertà evangelica, per amore,
amore alla castità consacrata, per amore,
amore alla obbedienza a Gesù, per amore.
L'amore di Gesù sopra ogni cosa.
Per tutta la vita, per amore a Gesù.

San Faustino dell’Incarnazione


Nella città di Getafe vicino a Madrid in Spagna, San Faustino Míguez, religioso dell’Ordine dei Chierici Regolari delle Scuole Pie, ordinato sacerdote, si dedicò appieno all’insegnamento e, raggiunta una grande fama di maestro e di scienziato naturalista, fu tuttavia sempre solerte nell’impegno pastorale e fondò la Congregazione delle Figlie della Divina Pastora.

Ebbe doti di educatore e inclinazioni per la botanica e lo studio delle proprietà terapeutiche delle piante. Occupando il posto di bibliotecario presso il Monastero Reale di El Escorial, può approfondire le proprietà curative delle piante. Scrisse vari libri semplici a capirsi, per un dialogo vivo e informativo delle scienze. Come sacerdote dedica molte ore al confessionale diventando il Direttore Spirituale di molte anime.

La sua fama di ottimo chimico gli fa avere l’incarico di analizzare le acque potabili dal Municipio di Sanlúcar. Ebbe l’invito a visitare un illustre ammalato e lo cura e guarisce dalla sua grave malattia. Molti si rivolgevano a lui per essere curati con l’applicazione delle proprietà delle piante. Ben 12 medicinali vengono registrati come validi dalla Direzione Generale della Sanità dal 1922 e venduti in Farmacia.

Xamiras, Spagna, 24 marzo 1831 - Getafe, Spagna, 8 marzo 1925

Guarda Cristo Povero

Santa Chiara d'Assisi (1193-1252)
fondatrice dell'ordine delle monache clarisse


Seconda Lettera ad Agnese di Praga

Attaccati, vergine poverella, a Cristo povero. Vedi che Egli per te si è fatto oggetto di disprezzo, e segui il suo esempio rendendoti, per amor suo, spregevole in questo mondo. Mira, o nobilissima regina, lo Sposo tuo, il più bello tra i figli degli uomini, divenuto per la tua salvezza il più vile degli uomini, disprezzato, percosso e in tutto il corpo ripetutamente flagellato, e morente perfino tra i più struggenti dolori sulla croce. Medita e contempla e brama di imitarlo!

Se con Lui soffrirai, con Lui regnerai; se con Lui piangerai, con Lui godrai; se in compagnia di Lui morirai sulla croce della tribolazione, possederai con Lui le celesti dimore nello splendore dei santi, e il tuo nome sarà scritto nel Libro della vita e diverrà famoso tra gli uomini. Perciò possederai per tutta l’eternità e per tutti i secoli la gloria del regno celeste, in luogo degli onori terreni così caduchi; parteciperai dei beni eterni, invece che dei beni perituri, e vivrai per tutti i secoli.


L'anima umile influisce sul destino del mondo

Pensieri dal Diario di Santa Faustina

Oh, quanto è bella un'anima umile! (...) Ad una tale anima Iddio non rifiuta nulla; una tale anima è onnipotente, essa influisce sul destino del mondo. Una simile anima Iddio l'innalza fino al Suo trono e più essa si umilia, più Dio si china verso di lei, la insegue con le Sue grazie (...) Un'anima così è unita a Dio nel modo più intimo. (Diario, 1306)

Trafiggi l'anima mia, o dolcissimo Gesù

Di S. Bonaventura

Trafiggi, o dolcissimo Gesù, la parte più intima dell’anima mia con la soavissima e salutare ferita del tuo amore, con vera, pura, santissima, apostolica carità, affinché continuamente languisca e si strugga l’anima mia per amore e il desiderio solo di Te; che io brami te, che io mi consumi presso i tuoi tabernacoli, non cerchi altro che essere e fondermi in Te.

Fa’ che l’anima mia sia assetata di Te, pane degli angeli, ristoro delle anime sante, pane nostro quotidiano, pane soprannaturale, che hai ogni dolcezza e ogni sapore e procuri la gioia più dolce.

Di te, che gli angeli desiderano contemplare incessantemente, abbia fame e si sazi il mio cuore, e la parte più intima dell’anima mia siano ricolmati dalla dolcezza della tuo sapore: abbia sempre sete di te, fonte della vita, fonte della sapienza e della scienza, fonte della eterna luce, torrente della letizia, delizia della casa di Dio.

Che io ambisca sempre Te, Te cerchi, Te trovi, e mi prefigga solo te come meta, a te giunga, a te pensi, di te parli e faccia tutte le cose a onore e gloria del tuo nome, con umiltà e discrezione, con amore e con piacere, con facilità e con affetto, con perseveranza che duri sino alla fine.

Perché Tu solo sei sempre la mia speranza, la mia fiducia, la mia ricchezza, il mio diletto, la mia allegrezza, la mia gioia, il mio riposo e la mia tranquillità, la mia pace, la mia soavità, il mio profumo, la mia dolcezza, il mio cibo, il mio ristoro, il mio rifugio, il mio aiuto, la mia sapienza, la mia parte di eredità, il mio possesso, il mio tesoro, nel quale rimangono sempre fissi e fermi, con salde radici, la mia mente e il mio cuore. Amen.

Gesù è là, nel Sacramento, solo per noi.

Gesù è là, nel Santissimo Sacramento, solo per noi.

San Giuseppe Allamano,
Fondatore dei missionari e delle missionarie della Consolata.
21 gennaio 1851 - 16 febbraio 1926
Canonizzato il 20 ottobre 2024


San Giovanni Antonio Farina - Vescovo


Gambellara, (Vi) 11 gennaio 1803 - Vicenza, 4 marzo 1888

A Vicenza, beato Giovanni Antonio Farina, vescovo, che in vari modi si adoperò nell’azione pastorale e fondò l’Istituto delle Suore Maestre di Santa Dorotea Figlie dei Sacri Cuori per provvedere all’educazione delle ragazze povere e a tutti gli afflitti e gli emarginati.


Beata Maria Luisa


Beata Maria Luisa (Elisabeth de Lamoignon) Fondatrice

Parigi, Francia, 3 ottobre 1763 - Vannes, Francia, 4 marzo 1825

Di nobile famiglia francese, nacque a Parigi nel 1763. Sposatasi a sedici anni, rimase vedova a soli ventiquattro anni a causa della Rivoluzione francese, che le portò via anche la figlia di quattro anni. 

Dopo un periodo di riflessione, decise di dedicare la sua vita ai bisognosi, fondando nel 1803 a Vannes, in Bretagna, la congregazione delle Suore della Carità di San Luigi, che si occupava di educazione e assistenza ai poveri e agli emarginati. 

Madre Saint Louis, come fu chiamata dopo aver pronunciato i voti religiosi, fu una donna di grande carità e compassione, che dedicò la sua vita al servizio del prossimo. Morì a Vannes nel 1825, all'età di sessantuno anni.


Lasciate che i bambini vengano a me

      Lei lo sa, Madre, ho sempre desiderato essere una santa, ma ahimè, ho sempre accertato, quando mi sono paragonata ai santi, che tra loro e me c'è la stessa differenza che tra una montagna la cui vetta si perde nei cieli e il granello di sabbia oscura calpestata sotto i piedi dei passanti. Invece di scoraggiarmi, mi sono detta: il buon Dio non può ispirare desideri inattuabili, perciò posso, nonostante la mia piccolezza, aspirare alla santità; diventare più grande mi è impossibile, debbo sopportarmi tale quale sono con tutte le mie imperfezioni, nondimeno voglio cercare il mezzo di andare in Cielo per una piccola via ben diritta, molto breve, una piccola via tutta nuova. 
 
      Siamo in un secolo d'invenzioni, non vale più la pena di salire gli scalini, nelle case dei ricchi un ascensore li sostituisce con gran vantaggio. Vorrei anch'io trovare un ascensore per innalzarmi fino a Gesù, perché sono troppo piccola per salire la dura scala della perfezione. Allora ho cercato nei Libri santi l'indicazione dell'ascensore, oggetto del mio desiderio, e ho letto queste parole pronunciate dalla Sapienza eterna: «Chi è inesperto venga qui!» (Pr 9,4). 

      Allora sono venuta, pensando di aver trovato quello che cercavo, e per sapere, o mio Dio, quello che faresti al più piccolo che risponde al tuo appello, ho continuato le mie ricerche, ed ecco ciò che ho trovato: «Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò» (Is 66,13). Ah, mai parole più tenere, più armoniose hanno allietato l'anima mia, l'ascensore che deve innalzarmi fino al Cielo sono le tue braccia, Gesù! Per questo non ho bisogno di crescere, al contrario bisogna che resti piccola, che lo divenga sempre più. Dio mio, hai superato ogni mia speranza, perciò voglio “cantare le tue misericordie” (Sal 89,2 Vulg).
 
 
Santa Teresa del Bambin Gesù (1873-1897), carmelitana, dottore della Chiesa