Bisogna che Gesù regni!


Il primo sabato del settembre 1867, Maria di Gesù (Deluil-Martiny) è in preghiera in una chiesa quando Gesù le rivolge la parola: «Non sono conosciuto, non sono amato. Sono oltraggiato, sono profanato. Prima che finiscano i tempi, voglio essere ripagato di tutti gli oltraggi che ho ricevuto. Voglio prepararmi anime che mi comprendano. Sono un torrente che vuole straripare e del quale non si possono più trattenere le acque! Voglio farmi dei calici per colmarli delle acque del mio amore. Ho sete di cuori che mi apprezzino e mi facciano realizzare il fine per cui sono qui! Voglio elargire tutte le grazie che sono state rifiutate!»

Maria è profondamente rattristata dal rifiuto che il mondo oppone a Gesù. Scrive: «Il mondo non vuole più saperne di Lui. Oggi, gli uni arrossiscono di Lui, gli altri lo odiano e lo disprezzano; cercano di cacciarlo dai cuori e dalla società. A queste vergogne, a questi odii, a questi disprezzi, a queste empietà sataniche, rispondiamo con voce alta e ferma: Bisogna che Gesù regni!».

In questo spirito, il Papa Giovanni Paolo II incoraggiava i fedeli ad adorare il Santo Sacramento: «Restiamo prostrati a lungo davanti a Gesù presente nell'Eucaristia, riparando con la nostra fede e il nostro amore le trascuratezze, le dimenticanze e persino gli oltraggi che il nostro Salvatore deve subire in tante parti del mondo» (Lettera apostolica Mane Nobiscum, 7 ottobre 2004, n. 18).

L'8 dicembre 1867, con il permesso del padre gesuita Jean Calage, Maria Deluil-Martiny pronuncia il voto di verginità. Nel settembre 1868, davanti alla statua della Vergine della Salette, riceve questa ispirazione: «La Santa Vergine vuole delle vittime che si frappongano, in unione con il suo Cuore trafitto e con Gesù immolato, tra i delitti degli uomini e la amabile Giustizia di Dio». 

Il mese seguente, fa questa preghiera: «O Gesù, ricevimi dalle mani della Vergine Santissima e offrimi con Te, immolami con Te. Io mi offro a questa immolazione nella misura che piacerà a Te e che lo permetterà la mia debolezza. Considererò tutte le croci, le penitenze, le umiliazioni, i maltrattamenti, tutte le aggressioni, i disprezzi, tutti gli odii, le invidie e tutte le sofferenze che devo subire e che la Tua Bontà e Provvidenza mi destina e mi invierà, come altrettanti pegni che mi assicureranno che hai accettato la mia umile offerta»