Il Signore guarisce tutte le tue malattie.

Salmi 103(102)

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tanti suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue malattie;
salva dalla fossa la tua vita,
ti corona di grazia e di misericordia.

Buono e pietoso è il Signore,
lento all'ira e grande nell'amore.
Egli non continua a contestare
e non conserva per sempre il suo sdegno.

Come un padre ha pietà dei suoi figli,
così il Signore ha pietà di quanti lo temono.
Perché egli sa di che siamo plasmati,
ricorda che noi siamo polvere.

Ma la grazia del Signore è da sempre,
dura in eterno per quanti lo temono;
la sua giustizia per i figli dei figli,
per quanti custodiscono la sua alleanza.

Salmi 103(102),1-2.3-4.8-9.13-14.17-18a




Santa Gertrude - Vengo a te, Gesù

"Venite, venite, venite"

Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. (Mt 11,28)

Vengo, vengo, vengo a te, amabilissimo Gesù, te che ho amato, cercato, desiderato. 

Per la tua dolcezza, la tua compassione e la tua carità, rispondo alla tua chiamata con l'amore di tutto il mio cuore, anima e forze. Non confondermi, ma agisci con me secondo la tua bontà e l'immensa tua misericordia.

      A me che imploro il tuo aiuto, Signore, a me che desidero essere fortificata dal mistero della tua benedizione, accorda il soccorso della tua protezione e guida. 

Ci sia in me, Signore, per il dono del tuo Spirito, una prudente modestia, una saggia bontà, una discreta affabilità, una casta libertà. Fervente nella carità, non ami nulla all'infuori di te; la mia vita sia degna di essere lodata; ma io non desideri la lode. 

Possa glorificarti nella santità del mio corpo e la purezza della mia anima; col mio amore ti ami, col mio amore ti serva. 

Tu sii la mia gloria, tu la mia gioia, tu le mie delizie, tu la mia consolazione nella pena, tu il mio consiglio nel dubbio. 

Sii la mia difesa contro l'ingiustizia, la mia pazienza nella prova, la mia abbondanza nella povertà, il mio nutrimento nel digiuno, il mio riposo nella veglia, la mia medicina nella malattia.

      Possa tu essere tutto mio in ogni cosa, possa amarti sopra ogni cosa.

Santa Gertrude di Helfta (1256-1301) monaca bendettina - Esercizi III, SC 127




Quanto ne volevano.

Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. 

Gv 6, 1-15

SALMO 80 - Hai gridato a me nell'angoscia

Un linguaggio mai inteso io sento: †
    «Ho liberato dal peso la sua spalla, *
    le sue mani hanno deposto la cesta.

Hai gridato a me nell'angoscia e io ti ho liberato, †
    avvolto nella nube ti ho dato risposta, *
    ti ho messo alla prova alle acque di Meriba.

Ascolta, popolo mio, ti voglio ammonire; *
    Israele, se tu mi ascoltassi!
Non ci sia in mezzo a te un altro dio *
    e non prostrarti a un dio straniero.

Sono io il Signore tuo Dio, †
    che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto; *
    apri la tua bocca, la voglio riempire.

Ma il mio popolo non ha ascoltato la mia voce, *
    Israele non mi ha obbedito.
L'ho abbandonato alla durezza del suo cuore, *
    che seguisse il proprio consiglio.

Se il mio popolo mi ascoltasse, *
    se Israele camminasse per le mie vie!
Subito piegherei i suoi nemici *
    e contro i suoi avversari porterei la mia mano.

I nemici del Signore gli sarebbero sottomessi *
    e la loro sorte sarebbe segnata per sempre;
li nutrirei con fiore di frumento, *
    li sazierei con miele di roccia».


Gesù, confido in Te

Durante la pandemia, il compositore di Cracovia Piotr Pałka ha scritto questa musica sulle parole: Gesù, confido in Te, la preghiera più nota alla Divina Misericordia, ripetuta ogni giorno da milioni di credenti in tutto il mondo. 

Il canto in italiano, eseguito presso il Santuario della Divina Misericordia di Cracovia-Łagiewniki, è stato registrato dalle suore della Congregazione della Madonna della Misericordia. 

La prima pubblicazione sulla Festa della Misericordia 2020. Il compositore dedica questa canzone a tutte le persone colpite dalla pandemia di coronavirus, specialmente in Polonia e in Italia.


https://youtu.be/ixM6hM3VwFA







Se non avessi la carità, non sono nulla, niente mi giova.

La carità è paziente, 
è benigna la carità; 
non è invidiosa la carità, 
non si vanta, 
non si gonfia, 
non manca di rispetto, 
non cerca il suo interesse, 
non si adira, 
non tiene conto del male ricevuto, 
non gode dell`ingiustizia, 
ma si compiace della verità. 
Tutto copre, 
tutto crede, 
tutto spera, 
tutto sopporta. 


Queste le tre cose che rimangono:
la fede, la speranza e la carità; 
ma di tutte più grande è la carità!





Chiedi a me, ti darò. - Salmo 2,7-9

Ed ora, Signore, concedi ai tuoi servi di annunziare con tutta franchezza la tua parola.

Stendi la mano perché si compiano guarigioni, miracoli e prodigi nel nome del tuo santo servo Gesù.

Atti degli Apostoli 4,23-31


In quale gloria? In quella della risurrezione. (...)

«Se siete risorti con Cristo, pensate alle cose del cielo, dove Cristo è assiso alla destra di Dio; cercate le cose del cielo e non quelle della terra. 

Voi infatti siete già morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio; quando apparirà Cristo, che è la vostra vita, allora anche voi apparirete nella gloria insieme con lui» (Col 3,1s)

 In quale gloria? In quella della risurrezione. (...) Sant'Agostino

Ama anche tu gli altri

Ti do un comandamento nuovo: che tu ami gli altri; 
come io ti ho amato, così ama anche tu gli altri. (Gv 13,34)




Accettare la propria debolezza

Non lamentiamoci dei nostri timori né ci scoraggi vedere la debolezza della nostra natura e dei nostri sforzi. Piuttosto cerchiamo di rafforzarci nell’umiltà e di renderci ben conto di quanto siano limitate le nostre possibilità e del fatto che, senza l’aiuto di Dio, non siamo nulla. 

Bisogna confidare nella sua misericordia, diffidare completamente delle nostre forze ed essere convinti che tutta la nostra debolezza deriva dal far assegnamento su di esse. 

Non senza una profonda ragione nostro Signore ha voluto manifestare debolezza. È chiaro che non la sentiva, essendo egli la stessa forza; ma l’ha fatto per nostra consolazione, per mostrarci quanto sia opportuno passare dai desideri alle opere e indurci a considerare che, quando un’anima comincia a mortificarsi, tutto le riesce gravoso. 

Se si accinge a lasciare le proprie comodità, che pena! Se a trascurare l’onore, che tormento! Se deve sopportare una parola ostile, che cosa intollerabile! Insomma, è assalita da ogni parte da tristezze mortali. 

Ma, appena si deciderà a morire al mondo, si vedrà libera da queste pene; anzi, non nutrirà più alcun timore di lamentarsi, una volta conseguita la pace richiesta dalla sposa.

Santa Teresa d’Avila, Pensieri sull’amore di Dio 3,12.




San Leopoldo Mandić - Patrono dei malati di tumore

San Leopoldo Mandić colpito da malattia tumorale all'esofago, ne portò il grave e prolungato peso con fede serena. 

Per questo motivo, accogliendo gli unanimi voti dei fedeli, la Conferenza dei Vescovi Italiani ha approvato l’elezione di San Leopoldo quale Patrono presso Dio dei malati di tumore d’Italia.



San Leopoldo, oltre a essere testimone della riconciliazione e tenace sostenitore del cammino ecumenico, provò nella sua stessa carne l’esperienza della malattia oncologica, portandone il peso con serenità e fiducia: fu, infatti, un tumore all’esofago a portarlo alla morte. Da molti fedeli già invocato anche per la guarigione, ora la congregazione lo riconosce patrono dei malati di tumore.

Questo riconoscimento – sottolinea il vescovo di Padova mons. Claudio Cipolla – è un’occasione bella e significativa per farsi prossimi a tutti i bisogni di attenzione e vicinanza di chi vive la malattia, specie in campo oncologico. È un modo per essere vicini a malati e familiari, che spesso si trovano soli, e anche agli operatori sanitari che quotidianamente sono chiamati ad assistere e curare con competenza, disponibilità e umanità: è un modo per ascoltare la sofferenza. San Leopoldo, anche per la sua esperienza personale di malattia e per la sua vita spesa in confessionale proprio nell’esercizio dell’ascolto misericordioso, è sicuramente la figura più adeguata.



Per parlare con Gesù non occorre alzare la voce.

(Santa Teresa d'Avila) 

Buon mezzo per mantenersi alla presenza di Dio è di procurarvi una sua immagine o pittura che vi faccia devozione, non già per portarla sul petto senza mai guardarla, ma per servirsene ad intrattenervi spesso con Lui ed Egli vi suggerirà quello che gli dovete dire. 



L'avrete con voi dappertutto e vi aiuterà in ogni vostro travaglio. Credete forse che sia poca cosa aver sempre vicino un così buon amico?  

Chiedetegli aiuto nel bisogno, sfogatevi con Lui e non lo dimenticate quando siete nella gioia, parlandogli non con formule complicate ma con spontaneità e secondo il bisogno.

Cercate di comprendere quali siano le risposte di Dio alle vostre domande. Credete forse che Egli non parli perché non ne udiamo la voce? Quando è il cuore che prega, Egli risponde. 

Non si creda che nuoccia al raccoglimento il disbrigo delle occupazioni necessarie.

Dobbiamo ritirarci in noi stessi, anche in mezzo al nostro lavoro, e ricordarci di tanto in tanto, sia pure di sfuggita, dell'Ospite che abbiamo in noi, persuadendoci che per parlare con Lui non occorre alzare la voce.

Il Signore ci conceda di non perdere mai di vista la sua divina presenza! 

La preghiera è un intimo rapporto di amicizia, un trattenimento con colui da cui sappiamo di essere amati.

La preghiera non è qualcosa di statico, è un'amicizia che implica uno sviluppo e spinge a una trasformazione, a una somiglianza sempre più forte con l'amico.

Quando un'anima non esce dall'orazione fermamente decisa a sopportare ogni cosa e vivere penitente, tema che la sua orazione non venga da Dio.

L'unica brama di chi vuol darsi all'orazione - non dimenticatelo mai perché è importantissimo - dev'essere di fare di tutto per risolversi e meglio disporsi a conformare la sua volontà a quella di Dio.

Ho trovato Dio il giorno in cui ho perduto di vista me stessa.

State certi, se avrete fatto progressi nell'amore del prossimo ne avrete fatti anche nell'amore di Dio.

Dopo la caduta, riprendete subito il cammino. Dio saprà trarre un gran bene da questi inciampi. 

La santità non consiste nel fare cose ogni giorno più difficili, ma nel farle ogni volta con più amore. 

Non mettiamo mai limite alle opere di Dio, egli non vuole!

L'importante non è pensare o parlare molto, ma amare molto.

Non lamentiamoci dei nostri timori né ci scoraggi vedere la debolezza della nostra natura e dei nostri sforzi.

Fate il possibile per allontanare il pensiero della vostra miseria, fissandolo sulla misericordia di Dio.

(S. Teresa d'Avila)





Pregare e seguire un giorno di digiuno.

Messaggio di fra Biagio Conte.

Un prezioso appello ed invito affinché possiamo debellare il coronavirus.

Per contrastare questa forte epidemia è doveroso invocare e chiedere l’aiuto al Buon Dio. 

Con tutto rispetto e la buona volontà dell’uomo nel scoprire un possibile vaccino o terapia, ma credo e spero che bisogna urgentemente invocare il Buon Dio, affinchè metta fine a questa tragica epidemia.

Sento nel mio cuore comunicarvi cosa mi suggerisce e mi dice il Buon Dio, di vivere e attuare in questa preziosa settimana, un giorno, cioè il venerdì 10/4/2020, fatto di intense preghiere, penitenze e di un forte digiuno, rinunciando così ai vizi, ai piaceri degli alimenti, astenendoci pure dalle dipendenze, dall’alcool, della droga, delle sigarette, del gioco, delle scommesse e la schiavitù delle mode.

Questo provvidenziale digiuno deve partire dalla testimonianza e dall’esempio della Santa Chiesa, delle istituzioni, da parte di tutti i cittadini, incluse le varie religioni, di chi crede e chi non crede, e di tutti i popoli. 

E’ urgente e doveroso unirsi per pregare e digiunare, affinché tutti insieme possiamo contrastare e sconfiggere questo terribile virus, che sta mietendo e decimando tantissime vite umane, rispondendo così al male, cioè al virus, con il bene, cioè con le opere buone.

Tutti i fratelli e le sorelle accolte nelle varie comunità, saranno i primi a vivere questa giornata di digiuno nel silenzio e nella semplicità del cuore.

Pace e speranza, a tutti



Dal Testamento di San Francesco di Assisi - [ff.110 -111]


Il Signore dette a me, frate Francesco, d'incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d'animo e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo.

E il Signore mi dette tale fede nelle chiese che io così semplicemente pregavo e dicevo:

Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo, 
qui e in tutte le tue chiese che sono nel mondo intero 
e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo.





Signore a te ho affidato la mia causa!

Il Signore è al mio fianco come un prode valoroso, per questo i miei persecutori vacilleranno e non potranno prevalere; arrossiranno perché non avranno successo, sarà una vergogna eterna e incancellabile.

Signore a te ho affidato la mia causa! 

Ger 20,12

Beata Maria Teresa Casini

Gettati nelle braccia della Misericordia Divina e affida a Lui tutte le tue miserie.

Beata Maria Teresa Casini




Non temere la mia passione

Dai "Discorsi" di san Pietro Crisologo

Forse vi copre di confusione la gravità della passione che mi avete inflitto – si confida Gesù - . Non abbiate timore. 

Questa croce non è un pungiglione per me, ma per la morte.

Questi chiodi non mi procurano tanto dolore, quanto imprimono più profondamente in me l'amore verso di voi.

Queste ferite non mi fanno gemere, ma piuttosto introducono voi nel mio interno.

Il mio corpo disteso anziché accrescere la pena, allarga gli spazi del cuore per accogliervi.

Il mio sangue non è perduto per me, ma è donato in riscatto per voi.
Venite, dunque, ritornate.

Sperimentate almeno la mia tenerezza paterna, che ricambia il male col bene, le ingiurie con l'amore, ferite tanto grandi con una carità così immensa.


La tua vita di Nazareth si può fare ovunque

Meditazione di Charles de Foucauld 

«Non cercare di organizzare, di preparare la fondazione dei Piccoli fratelli del Sacro Cuore di Gesù: solo, vivi come se dovessi restare per sempre solo. Se siete in due, in tre, un piccolo numero, vivete come se non doveste mai diventare più numerosi. 

Prega come Gesù, quanto Gesù, riservando come lui un posto sempre molto grande alla preghiera...

Sempre a sua immagine, lascia molto spazio al lavoro manuale, che non è un tempo sottratto alla preghiera, ma donato alla preghiera; il tempo del tuo lavoro manuale è un tempo di preghiera. 

Recita fedelmente ogni giorno il breviario e il rosario. 

Ama Gesù con tutto il tuo cuore (dilexit multum), e il prossimo tuo come te stesso per amore di lui... 

La tua vita di Nazareth si può fare ovunque, vivila nel luogo più utile al prossimo».

(Meditazione del 22 luglio 1905)


Attirami Gesù

Commento di santa Teresa di Lisieux

«Alle anime semplici non servono mezzi complicati: poiché io sono tra queste, un mattino durante il ringraziamento, Gesù mi ha dato un mezzo semplice per compiere la mia missione. Mi ha fatto capire questa parola dei Cantici: "Attirami, noi correremo all'effluvio dei tuoi profumi" (Ct 1,4).

O Gesù, dunque non è nemmeno necessario dire: Attirando me, attira le anime che amo. Questa semplice parola: "Attirami" basta.

Signore, lo capisco, quando un’anima si è lasciata avvincere dall'odore inebriante dei tuoi profumi, non potrebbe correre da sola, tutte le anime che ama vengono trascinate dietro di lei: questo avviene senza costrizione, senza sforzo, è una conseguenza naturale della sua attrazione verso di te.

Come un torrente che si getta impetuoso nell'oceano trascina dietro di sé tutto ciò che ha incontrato al suo passaggio, così, o mio Gesù, l'anima che si immerge nell'oceano senza sponde del tuo amore attira con sé tutti i tesori che possiede...» .

«Madre mia, credo che sia necessario darLe ancora qualche spiegazione sul brano del Cantico dei Cantici: "Attirami, noi correremo" perché quello che ho voluto dirne mi sembra poco comprensibile.

"Nessuno può venire a me", ha detto Gesù, "se non lo attira il Padre mio che mi ha mandato". 

Poi, con parabole sublimi, e spesso senza nemmeno usare questo mezzo così familiare al popolo, ci insegna che basta bussare perché ci venga aperto, basta cercare per trovare e tendere umilmente la mano per ricevere quello che chiediamo... Dice inoltre che tutto quello che chiederemo al Padre suo nel suo nome Egli lo concederà. Certo è per questo che lo Spirito Santo, prima della nascita di Gesù, dettò questa preghiera profetica: Attirami, noi correremo.

Cos'è dunque chiedere di essere attirati, se non unirsi in modo intimo all'oggetto che avvince il cuore? Se il fuoco e il ferro avessero intelligenza e quest'ultimo dicesse all'altro: Attirami, dimostrerebbe che desidera identificarsi col fuoco in modo che questo lo penetri e lo impregni con la sua sostanza bruciante e sembri formare una cosa sola con lui.

Madre amata, ecco la mia preghiera: chiedo a Gesù di attirarmi nelle fiamme del suo amore, di unirmi così strettamente a Lui, che Egli viva e agisca in me.

Sento che quanto più il fuoco dell'amore infiammerà il mio cuore, quanto più dirò: Attirami, tanto più le anime che si avvicineranno a me (povero piccolo rottame di ferro inutile, se mi allontanassi dal braciere divino) correranno rapidamente all'effluvio dei profumi del loro Amato, perché un'anima infiammata di amore non può restare inattiva: certo, come santa Maddalena resta ai piedi di Gesù, ascolta la sua parola dolce e infuocata. Sembrando non dar niente, dà molto di più di Marta che si agita per molte cose e vorrebbe che la sorella l'imitasse. Non sono i lavori di Marta che Gesù biasima: a questi lavori la sua Madre divina si è umilmente sottomessa per tutta la sua vita poiché doveva preparare i pasti per la Santa Famiglia. E’solo l'inquietudine della sua ardente ospite che vorrebbe correggere».


Non hai niente da darmi?

A san Girolamo, in una notte di Natale, gli appare Gesù bambino chiedendogli: “Non hai niente da darmi nel giorno della mia nascita?”. 

E lui, preso da un’immensa trepidazione e commozione, gli risponde: “Ti do il mio cuore”. 

“Va bene – gli dice Gesù bambino – ma desidero ancora qualche altra cosa”. 

Allora Girolamo gli replica: “Ti do le mie preghiere”. 

“Va bene – risponde ancora Gesù – ma io voglio qualcosa di più”. 

Di fronte all’insistenza di Gesù, san Girolamo si arrende e addolorato gli dice: “Non ho più niente, che vuoi che ti dia?”. 

E Gesù gli risponde: “Dammi i tuoi peccati, Girolamo, perché io possa avere la gioia di perdonarli ancora!”

Diamo a Gesù tutta la nostra miseria.




Gesù Cristo è tutto per noi

Tutto è Cristo per noi: 
Se vuoi curare le ferite, Lui è il medico. 
Se sei riarso dalla febbre,  Lui è la fonte. 
Se sei oppresso dal peccato, Lui è la santità.
Se hai bisogno di aiuto, Lui è la forza.
Se temi la morte, Lui è la vita.
Se desideri il cielo, Lui è la via.
Se fuggi le tenebre, Lui è la luce.
Se cerchi il cibo, Lui è l’alimento.

Gustate e vedete come è buono il Signore: beato è l’uomo che spera in Lui!

Noi ti seguiamo, Signore Gesù,  ma tu chiamaci perché ti seguiamo. Senza di te nessuno potrà salire. Tu sei la via, la verità, la vita, il premio. Accogli i tuoi, sei la via. Confermali, sei la verità. Vivificali, sei la vita

Sant'Ambrogio