Servendo Dio notte e giorno

Anna, profetessa non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.

Si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

La redenzione di Gerusalemme, e la nostra redenzione.
La nostra resurrezione.
La nostra rigenerazione.
Il nostro rinnovamento.
La nostra conversione.
La nostra liberazione.
Il rinnegare noi stessi, il nostro amor proprio, per essere pieni di amor di Dio.

Servendo Gesù notte e giorno con digiuni e preghiere.

Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.



Che cosa vuoi che io faccia per te?

 


Dal Vangelo secondo Luca

Lc 18,35-43

Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!».

Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».

Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».

Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.


Metti tutto sul mio conto

Io, Gesù, pagherò io stesso, come tuo amico fidato.

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Filèmone (Fm 1,20)

Fratello, riguardo ad Onèsimo ... se in qualche cosa ti ha offeso o ti è debitore, metti tutto sul mio conto. Lo scrivo di mio pugno, io, Paolo: pagherò io stesso. 

Parafrasando queste parole di San Paolo ascolta Gesù che dice: Fratello, Sorella, metti tutto sul mio conto. Io, Gesù: pagherò io stesso, come tuo amico fidato. 

Se in qualche cosa ti senti offeso, se hai debiti nel fare le cose giuste, o ti senti mancante di qualcosa, quando soffri, metti tutto sul mio conto. Io, Gesù: pagherò io stesso.

Dice Sant'Alfonso Maria de' Liguori: parla con Gesù come con un amico fidato e che gode della tua gioia.





Di cosa occorre conversare con Dio?

Sant'Alfonso Maria de' Liguori

Ponete in Dio la vostra gioia!

Certe anime ricorrono a Dio nell'afflizione, ma quando arriva la prosperità, esse lo dimenticano e l'abbandonano. Ciò è troppo, d'infedeltà e d'ingratitudine. Non agite così.

      Quando ricevete qualche notizia piacevole, parlatene con Dio come con un amico fidato e che gode della vostra gioia. Presto, ditegli la vostra gioia, riconoscete che è un dono che viene da lui; lodatelo, ringraziatelo. Il meglio per voi, in questa gioia, sia di trovarvi la sua azione. 

Così porrete in Dio tutta la vostra felicità, la vostra consolazione: "Gioisca il mio cuore nella tua salvezza e canti al Signore, che mi ha beneficato" (Sal 13,6).

      Parlate così a Gesù: "Vi benedico e sempre vi benedirò: mi fate così tante grazie! E non sono le grazie che meriterei, ma rimproveri, io che tanto vi ho offeso". 

Ditegli ancora, con la sacra Sposa: "Ogni specie di frutti squisiti, freschi e secchi; mio diletto, li ho serbati per te" (Ct 7,14). I frutti, sono i vostri favori, di cui vi ringrazio; freschi e secchi, ne conservo il ricordo per rendervi gloria eternamente.






Molti nemici della croce di Cristo

Fil 3, 17 - 4, 1

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési

- Ve l'ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto - Molti si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra.

La nostra cittadinanza è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose.








Farò cadere sulla terra una pioggia di rose.

 


Santa Teresa di Lisieux
dipinto di Cavallina Sacchi Corsiera 
olio su tela

Firma e data dell'opera (in basso, a destra)
Corsiera Sacchi Cavallina 1928




Quando sarò in cielo farò cadere sulla terra una pioggia di rose.

Questa è la promessa che Teresa di Lisieux ha fatto prima di morire.





Gesù vuole darci gratuitamente il suo Cielo.

Gesù vuol darci le stesse grazie che ha dato a Santa Teresa del Bambin Gesù, vuole darci gratuitamente il suo Cielo.


Lettera di Santa Teresa di Lisieux - n° 197 del 17/09/1896

“Chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo”

Mia cara sorella, come puoi chiedermi se puoi amare Dio come io lo amo ? (… ) 

Il mio desiderio di martirio è nulla, non è quello che mi dà la fiducia infinita che sento nel cuore. 

In verità sono le ricchezze spirituali che rendono ingiusti, quando ci si compiace in loro e si crede che sono qualcosa di grande. (… ) 

Sento bene che  (… ) ciò che piace al buon Dio nella mia piccola anima è vedere che io amo la mia piccolezza e la mia povertà, è la speranza cieca nella sua misericordia. Ecco il mio unico tesoro (…).

      Oh mia sorella cara (…), sappi che per amare Gesù (…) più si è deboli, senza desideri, né virtù, più si è pronti alle operazioni di quest’Amore che consuma e trasforma. 

Il solo desiderio di essere vittima è sufficiente, ma occorre accettare di restare poveri e senza forze, e ciò è difficile poiché “Il vero povero di spirito chi lo troverà? Bisogna cercarlo  molto lontano” dice il salmista. Non dice che bisogna cercarlo fra le grandi anime, ma “molto lontano”, cioè nella piccolezza, nel nulla.

      Stiamo dunque ben lontano da tutto quanto luccica, amiamo la nostra piccolezza, amiamo il non sentir nulla, allora saremo poveri di spirito e Gesù verrà a cercarci; per quanto lontani siamo ci trasformerà in fiamme d’amore. 

Oh, come vorrei poter farti capire ciò che sento! 

E’ l’abbandono fiducioso e nient’altro che ci deve condurre all’Amore. La paura non conduce forse alla giustizia? (alla giustizia severa come la si presenta ai peccatori, ma non conduce alla giustizia che Gesù avrà per coloro che lo amano). 

Poiché vediamo la strada, corriamo insieme. 

Sì, lo sento, Gesù vuol darci le stesse grazie, vuole darci gratuitamente il suo Cielo.



Santa Teresa del Bambin Gesù
(1873-1897)
carmelitana, dottore della Chiesa



La resurrezione equivale alla mortificazione, tanto quanto.

Signore Gesù Cristo, Ti adoriamo e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo. - 

La resurrezione equivale alla mortificazione, tanto quanto. 

Nella mortificazione di Gesù si rivela la gloria di Dio. 

Nella passione di Gesù, nella sua morte, in essa Dio è stato glorificato e Gesù è glorificato. - 

Gesù disse: Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. (Gv 13, 31-32)






Molti li guarivano.

Dal Vangelo secondo Marco 6.12-13 

E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano.






O dolcissimo Signore Gesù.

Preghiera di San Bonaventura


O dolcissimo Signore Gesù,

Te sempre ambisca, Te cerchi, Te trovi, Te si prefigga come meta la parte più intima dell’anima mia, a Te giunga, a Te pensi, di Te parli e tutte le cose faccia ad onore e gloria del tuo nome, con umiltà e con discernimento, con amore e con piacere, con facilità e con affetto, con perseveranza che duri fino alla fine. 

E Tu solo sii sempre la mia speranza e la mia fede, la mia ricchezza e il mio diletto, la mia gioia, il mio gaudio, il mio riposo, la mia tranquillità, la mia pace, la mia soavità, il mio profumo, la mia dolcezza, il mio cibo, il mio ristoro, il mio rifugio, il mio aiuto, la mia scienza, la mia parte, il mio bene, il mio tesoro, nel quale fissi e fermi, con salde radici, rimangano la mente ed il cuor mio.







La vera felicità è l’amore di Dio - San Rafael Arnaiz Baron

“Date in elemosina ciò che avete, ed ecco, tutto per voi sarà mondo”

Si trova Dio nel cuore distaccato da tutto, nel silenzio della preghiera, nel patire del sacrificio voluto, nel vuoto del mondo e delle sue creature. Dio sta nella croce e, finché non ameremo la croce, non lo vedremo, né lo sentiremo. State zitti, uomini che non smettete di fare chiasso! 

      Oh, Signore, quanto sono felice nel mio ritiro, come ti amo nella mia solitudine, come vorrei offrirti quanto più non ho, poiché tutto ti ho dato ! Chiedimi, Signore. Ma cosa posso darti? Il mio corpo, ce l’hai già, è tuo; la mia anima, Signore, a cosa anela, se non a te, affinché tu acconsenta a prenderla ? Il mio cuore sta ai piedi di Maria, supplicante d’amore, e  null’altro vuole che te. 

La mia volontà: per caso, Signore, desidero qualcos’altro che tu non voglia ? Dimmelo; dimmi, Signore, qual è la tua volontà e metterò la mia all’unisono. Amo tutto quanto mi mandi e mi dai, la salute come la malattia, essere qui come essere da un’altra parte, essere una cosa come un’altra; prendi la mia vita, Signore, quando vorrai. Come esser felici se non così?

      Se il mondo e gli uomini lo sapessero. Ma non lo sanno: sono troppo occupati coi loro affari, hanno il cuore troppo pieno di cose che non sono Dio. Il mondo vive per uno scopo molto terrestre; gli uomini sognano questa vita, dove tutto è vanità, e così non arrivano a trovare la vera felicità che è l’amore di Dio. Forse si arriva a capire questa felicità, ma per raggiungerla sono molto pochi che rinunciano a se stessi e prendono la croce di Gesù (Mt 16,24), anche fra i religiosi. 

Signore, che cosa permetti! La tua sapienza sa cosa fa. Quanto a me, tienimi nella tua mano, non permettere che il mio piede inciampi, poiché senza te chi verrà in mio aiuto? E “Se il Signore non costruisce la casa” (Sal 127,1) … Oh, Signore, come ti amo! Fino a quando, Signore?


San Rafael Arnaiz Baron (1911-1938)

monaco trappista spagnolo

L'ignoranza di coloro che non si convertono

Omelia 38 sul Cantico dei Cantici 

L'apostolo Paolo dice: « Alcuni dimostrano di non conoscere Dio » (1Cor 15,34). Io dico che si trovano in questa ignoranza tutti coloro che non vogliono convertirsi a Dio. 

Essi, infatti, rifiutano questa conversione per il solo fatto che immaginano solenne e severo quel Dio che è infinita dolcezza; immaginano duro ed implacabile colui che è infinita misericordia; credono violento e terribile colui che desidera soltanto adorazione. 

E così l'empio mente a se stesso fabbricandosi un idolo, invece di conoscere Dio quale è veramente.

      Cosa temono queste persone di poca fede? Che Dio non voglia perdonare loro i peccati? Ma egli li ha inchiodati alla croce con le proprie mani. 

Cos'altro temono, allora? Di essere a loro volta deboli e vulnerabili? Ma egli conosce bene l'argilla dalla quale ci ha tratti. 

E dunque, di che cosa hanno paura? Di essere troppo avvezzi al male per poter sciogliere le catene dell'abitudine? Ma il Signore ha liberato coloro che erano prigionieri (Sal 145,7). 

Temono dunque che Dio, irritato dall'immensità delle loro colpe, esiti a tendere loro una mano caritatevole? Eppure, dove abbonda il peccato sovrabbonda la grazia (Rm 5,20). 

Forse la preoccupazione per il vestiario, il cibo o le altre necessità della vita impedisce loro di abbandonare i propri beni? Ma Dio sa che noi abbiamo bisogno di tutte queste cose (Mt 6,32). 

Cosa vogliono di più? Che cosa ostacola la loro salvezza? Proprio il fatto che ignorano Dio, che non credono alle nostre parole. Abbiano dunque fiducia nell'esperienza altrui!

San Bernardo (1091-1153)

monaco cistercense e dottore della Chiesa


« Settanta volte sette » San Francesco di Assisi

Lettera ad un ministro provinciale « Settanta volte sette »


Dio ti benedica! 

Poiché mi interroghi sul modo di comportarti per il bene della tua anima e sul modo migliore di compiere la volontà di Dio, ti dirò ciò che a me sembra più giusto. 

Ritieni come una grazia del Signore tutto ciò che può sembrare un ostacolo, sia che ti venga dai frati che da altre persone. (...) 

Ama coloro che si comportano con te nella maniera che dici e nei loro confronti non desiderare altro, se non quello che il Signore disporrà, nemmeno che si comportino più cristianamente con te. Come sono così li devi amare.

Avrò la certezza che veramente ami il Signore e me, suo servo e tuo, se farai in modo che non ci sia un frate in tutto il mondo che, per quanto abbia peccato, incontrando il tuo sguardo non senta di avere ottenuto il perdono, se lo avrà chiesto. 

E se non fosse lui a chiedere perdono, tu incoraggialo a chiederlo. 

E se mille volte si presentasse a te in simile situazione, dimostra per lui più affetto di quanto ne nutri per me stesso. 

In questo modo ti sarà possibile riportarlo al Signore. Abbi sempre compassione per fratelli come questi.


Non desiderare altro, se non quello che il Signore disporrà. 

(San Francesco di Assisi)




Oltre l'immaginabile

Eternamente beati, senza preoccupazioni nè affanni, immutabilmente felici, circondati di ogni bellezza e soddisfatti di ogni bene, oltre l'immaginabile, sicuri senza turbamenti, liberi e in compagnia dei migliori amici nella terra promessa. Solo Amore.





Un albero di vita che produce frutti ogni mese

Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé;

Dalla Lettera ai Galati 5, 13-23

Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Purché questa libertà non divenga un pretesto per vivere secondo la carne, ma mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri. 

Tutta la legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso. Ma se vi mordete e divorate a vicenda, guardate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri!

Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; 

la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la legge.

Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio. 

Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c`è legge. 

Ora quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri. Se pertanto viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito. 

Non cerchiamo la vanagloria, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri.


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Dal Libro dell'Apocalisse 22, 1-5

Mi mostrò poi un fiume d`acqua viva limpida come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell`Agnello. 

In mezzo alla piazza della città e da una parte e dall'altra del fiume si trova un albero di vita che dà dodici raccolti e produce frutti ogni mese; le foglie dell'albero servono a guarire le nazioni.

E non vi sarà più maledizione.

Il trono di Dio e dell`Agnello sarà in mezzo a lei e i suoi servi lo adoreranno; vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome sulla fronte.


Non vi sarà più notte e non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli.

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Dal Vangelo secondo Matteo 13,23


Colui che ascolta la parola e la comprende; questi dà frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta.




Le vostre mani grondano sangue.

Libro di Isaia 1,15-20

Quando stendete le mani, io allontano gli occhi da voi. Anche se moltiplicate le preghiere, io non ascolto. Le vostre mani grondano sangue.

Lavatevi, purificatevi, togliete il male delle vostre azioni dalla mia vista. Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, ricercate la giustizia, soccorrete l'oppresso, rendete giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova

Su, venite e discutiamo » dice il Signore. « Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve.
Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana.

Se sarete docili e ascolterete, mangerete i frutti della terra.
Ma se vi ostinate e vi ribellate, sarete divorati dalla spada, perché la bocca del Signore ha parlato.


San Bernardo - Discorso per la festa di san Pietro e san Paolo

« Io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli » (Lc 22,32)

Cristo mediatore « non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca » (1 Pt 2, 22). Come oserei avvicinarmi a lui, io che sono peccatore, anzi grande peccatore, i cui peccati sono più numerosi della sabbia del mare? 

Egli è estremamente puro, e io estremamente impuro... Per questo Dio mi ha dato questi apostoli, che sono uomini e peccatori, anzi grandi peccatori, che hanno imparato dalla loro personale esperienza quanto dovevano essere misericordiosi nei confronti degli altri. 

Colpevoli di grandi colpe, concederanno alle grandi colpe un perdono facile e con la misura con la quale è stato misurato per loro, misureranno per noi.

      L'apostolo Pietro ha commesso un grande peccato, anzi forse non ce n'è di più grande. Ha ricevuto per questo un perdono, così pronto e facile, tanto da non aver perso nulla del privilegio del suo primato. 

E Paolo che aveva scatenato una persecuzione senza limite contro la Chiesa appena nata è condotto alla fede dalla chiamata del Figlio di Dio in persona; e in cambio di tanti mali viene colmato di beni così grandi da divenire « lo strumento eletto per portare il nome del Signore dinanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israele » (At 9, 15)...

      Pietro e Paolo sono i nostri maestri: hanno pienamente imparato dal solo Maestro di tutti gli uomini i sentieri della vita, E ci ammaestrano ancora oggi.

San Bernardo (1091-1153)
monaco cistercense e dottore della Chiesa


Aiutato dalla forza di Dio.

Soffri anche tu insieme con me per il vangelo, aiutato dalla forza di Dio.

Dalla seconda lettera di San Paolo apostolo a Timoteo 1,18.




Rimanete in me e io in voi.

Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci.

Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. (Gv 15, 1-8)






Stai tranquillo, umile, confidente.

San Pio da Pietrelcina (1887-1968)
cappuccino

«Vi do la mia pace »

Lo spirito di Dio è spirito di pace, ed anche nelle mancanze più gravi ci fa sentire un dolore tranquillo, umile, confidente, e ciò dipende appunto dalla sua misericordia. 

Lo spirito del demonio, invece, eccita, esaspera e ci fa provare, nello stesso dolore, quasi l'ira contro noi stessi, mentre invece la prima carità la dobbiamo appunto usare verso di noi. 

Quindi se alcuni pensieri ti agitano, pensa che questa agitazione non viene mai da Dio, che ti dona la tranquillità, essendo spirito di pace, ma dal diavolo.


Stai tranquillo, umile, confidente.
San Pio da Pietrelcina



Chiunque chiede riceve

Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. (Gv 14,13-14)

Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. (Mt7,7-8)




Non temere e non ti scoraggiare!

Ecco il Signore tuo Dio ti ha posto il paese dinanzi; entra, prendine possesso, come il Signore Dio dei tuoi padri ti ha detto; non temere e non ti scoraggiare! (Dt 1,21)

Nonostante questo, non aveste fiducia nel Signore vostro Dio che andava innanzi e voi nel cammino per cercarvi un luogo dove porre l'accampamento: di notte nel fuoco, per mostrarvi la via dove andare, e di giorno nella nube. (Dt 1,33)

E non diventiate pigri, ma piuttosto imitatori di coloro che con la fede e la perseveranza divengono eredi delle promesse.
Quando infatti Dio fece la promessa ad Abramo, non potendo giurare per uno superiore a sé, giurò per se stesso, dicendo: Ti benedirò e ti moltiplicherò molto. (Eb 6,19-20)

Quindi, non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via. (Gv 14,1-4)



Sant'Alfonso. L’amore non non cerca il proprio interesse.

Chi vuol amare Gesù Cristo con tutto il cuore deve scacciare dal cuore tutto ciò che sa di amor proprio. “Non cercare il proprio interesse” significa appunto non cercare se stesso, ma solo quel che piace a Dio. Questo il Signore chiede ad ognuno di noi, quando dice: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore (Mt 22,37).

Ora, per amare Dio con tutto il cuore è necessario svuotarlo degli affetti terreni e riempirlo del santo amore di Dio. Quindi se il cuore è occupato da qualche affetto terreno, non può mai essere tutto di Dio. E come si libera il cuore dalla terra? Con la mortificazione e con il distacco dalle cose create. Certe persone si lamentano perché cercano Dio e non lo trovano. Esse ascoltino quello che dice santa Teresa: “Distacca il cuore dalle creature e cerca Dio, e lo troverai”.

L’inganno sta nel fatto che alcuni vogliono farsi santi, ma a modo loro. Vogliono amare Gesù, ma secondo il loro genio, senza rinunciare a quel divertimento, a quella vanità nel vestire, a quei cibi prelibati. Amano Dio, ma se non giungono ad ottenere quel posto, vivono inquieti; se poi sono toccati nella stima, diventano di fuoco; se non guariscono da quella malattia perdono la pazienza. Amano Dio, ma non lasciano l’affetto alle ricchezze, agli onori del mondo e alla vanità di essere considerati nobili, sapienti e migliori degli altri. Questi tali vanno a pregare, a fare la comunione ma, avendo il cuore pieno di terra, non ne ricavano profitto. A costoro il Signore non parla proprio, perché le sue parole sarebbero sprecate… Infatti chi è pieno di affetti terreni non è capace neppure di sentire la voce di Dio che gli parla…
Come Davide, dobbiamo pregare Dio perché ci purifichi il cuore da ogni affetto terreno: Crea in me, o Dio, un cuore puro (Sal 51,12), altrimenti non potremo mai essere del tutto suoi…

In un cuore completamente distaccato da ogni affetto terreno, subito vi entra e lo riempie di sé l’amore divino. Diceva santa Teresa: “Quando si è tolto lo sguardo dalle cose esteriori, subito l’anima si rivolge ad amare Dio”. Infatti l’anima non può vivere senza amare: o ama il Creatore o ama le creature”….

L’unico nostro pensiero e intento in questa vita dev’essere quello di cercare Dio per amarlo, e la sua volontà per adempierla, allontanando dal cuore ogni affetto di creatura. […] Che cosa sono tutte le dignità e grandezze di questo mondo, se non fumo, fango e vanità che, con la morte, spariscono? Beato chi può dire: “Gesù mio, ho lasciato tutto per amor tuo. Tu sei il mio unico amore, tu solo mi basti”..

(Pratica di amare Gesù Cristo, Cap. XI)

Sant'Alfonso Maria de Liguori - Santo, Fondatore dei Missionari redentoristi, Vescovo, Dottore della Chiesa e Patrono dei moralisti e dei confessori.





Con il suo aiuto tu puoi quel che ti chiede Gesù

Sua Maestà chiede ciò che vuole, e può ciò che chiede, e con il suo aiuto tu puoi quel che ti chiede. 




(Venerabile Maria di Gesù di Ágreda)


Se Tu vuoi ... sia come vuoi Tu

Signore, Gesù Misericordioso,
se Tu vuoi puoi guarirmi da ogni malattia,
se Tu vuoi puoi aiutarmi economicamente,
se Tu vuoi puoi esaudire le mie suppliche,
se Tu vuoi puoi rendermi come mi vuoi,
se Tu vuoi puoi donarmi le grazie spirituali che vuoi,
se Tu vuoi, ... oppure sia come vuoi Tu.

Signore, Gesù Misericordioso,
come vuoi Tu faccio pazienza,
come vuoi Tu mi rassegno a questo Tuo volere,
come vuoi Tu resto calmo e in pace,
come vuoi Tu mi abbandono a Te, alla Tua Provvidenza,
come vuoi Tu perdona i miei peccati,
come vuoi Tu a Te innalzo la mia lode,
Gesù, Dio, Amore Misericordioso.




LETTURA BREVE         Rm 6, 5-7

    Se siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione. Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. Infatti chi è morto, è ormai libero dal peccato.



Il Signore guarisce tutte le tue malattie.

Salmi 103(102)

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tanti suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue malattie;
salva dalla fossa la tua vita,
ti corona di grazia e di misericordia.

Buono e pietoso è il Signore,
lento all'ira e grande nell'amore.
Egli non continua a contestare
e non conserva per sempre il suo sdegno.

Come un padre ha pietà dei suoi figli,
così il Signore ha pietà di quanti lo temono.
Perché egli sa di che siamo plasmati,
ricorda che noi siamo polvere.

Ma la grazia del Signore è da sempre,
dura in eterno per quanti lo temono;
la sua giustizia per i figli dei figli,
per quanti custodiscono la sua alleanza.

Salmi 103(102),1-2.3-4.8-9.13-14.17-18a




Santa Gertrude - Vengo a te, Gesù

"Venite, venite, venite"

Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. (Mt 11,28)

Vengo, vengo, vengo a te, amabilissimo Gesù, te che ho amato, cercato, desiderato. 

Per la tua dolcezza, la tua compassione e la tua carità, rispondo alla tua chiamata con l'amore di tutto il mio cuore, anima e forze. Non confondermi, ma agisci con me secondo la tua bontà e l'immensa tua misericordia.

      A me che imploro il tuo aiuto, Signore, a me che desidero essere fortificata dal mistero della tua benedizione, accorda il soccorso della tua protezione e guida. 

Ci sia in me, Signore, per il dono del tuo Spirito, una prudente modestia, una saggia bontà, una discreta affabilità, una casta libertà. Fervente nella carità, non ami nulla all'infuori di te; la mia vita sia degna di essere lodata; ma io non desideri la lode. 

Possa glorificarti nella santità del mio corpo e la purezza della mia anima; col mio amore ti ami, col mio amore ti serva. 

Tu sii la mia gloria, tu la mia gioia, tu le mie delizie, tu la mia consolazione nella pena, tu il mio consiglio nel dubbio. 

Sii la mia difesa contro l'ingiustizia, la mia pazienza nella prova, la mia abbondanza nella povertà, il mio nutrimento nel digiuno, il mio riposo nella veglia, la mia medicina nella malattia.

      Possa tu essere tutto mio in ogni cosa, possa amarti sopra ogni cosa.

Santa Gertrude di Helfta (1256-1301) monaca bendettina - Esercizi III, SC 127




Quanto ne volevano.

Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. 

Gv 6, 1-15

SALMO 80 - Hai gridato a me nell'angoscia

Un linguaggio mai inteso io sento: †
    «Ho liberato dal peso la sua spalla, *
    le sue mani hanno deposto la cesta.

Hai gridato a me nell'angoscia e io ti ho liberato, †
    avvolto nella nube ti ho dato risposta, *
    ti ho messo alla prova alle acque di Meriba.

Ascolta, popolo mio, ti voglio ammonire; *
    Israele, se tu mi ascoltassi!
Non ci sia in mezzo a te un altro dio *
    e non prostrarti a un dio straniero.

Sono io il Signore tuo Dio, †
    che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto; *
    apri la tua bocca, la voglio riempire.

Ma il mio popolo non ha ascoltato la mia voce, *
    Israele non mi ha obbedito.
L'ho abbandonato alla durezza del suo cuore, *
    che seguisse il proprio consiglio.

Se il mio popolo mi ascoltasse, *
    se Israele camminasse per le mie vie!
Subito piegherei i suoi nemici *
    e contro i suoi avversari porterei la mia mano.

I nemici del Signore gli sarebbero sottomessi *
    e la loro sorte sarebbe segnata per sempre;
li nutrirei con fiore di frumento, *
    li sazierei con miele di roccia».


Gesù, confido in Te

Durante la pandemia, il compositore di Cracovia Piotr Pałka ha scritto questa musica sulle parole: Gesù, confido in Te, la preghiera più nota alla Divina Misericordia, ripetuta ogni giorno da milioni di credenti in tutto il mondo. 

Il canto in italiano, eseguito presso il Santuario della Divina Misericordia di Cracovia-Łagiewniki, è stato registrato dalle suore della Congregazione della Madonna della Misericordia. 

La prima pubblicazione sulla Festa della Misericordia 2020. Il compositore dedica questa canzone a tutte le persone colpite dalla pandemia di coronavirus, specialmente in Polonia e in Italia.


https://youtu.be/ixM6hM3VwFA







Se non avessi la carità, non sono nulla, niente mi giova.

La carità è paziente, 
è benigna la carità; 
non è invidiosa la carità, 
non si vanta, 
non si gonfia, 
non manca di rispetto, 
non cerca il suo interesse, 
non si adira, 
non tiene conto del male ricevuto, 
non gode dell`ingiustizia, 
ma si compiace della verità. 
Tutto copre, 
tutto crede, 
tutto spera, 
tutto sopporta. 


Queste le tre cose che rimangono:
la fede, la speranza e la carità; 
ma di tutte più grande è la carità!





Chiedi a me, ti darò. - Salmo 2,7-9

Ed ora, Signore, concedi ai tuoi servi di annunziare con tutta franchezza la tua parola.

Stendi la mano perché si compiano guarigioni, miracoli e prodigi nel nome del tuo santo servo Gesù.

Atti degli Apostoli 4,23-31


In quale gloria? In quella della risurrezione. (...)

«Se siete risorti con Cristo, pensate alle cose del cielo, dove Cristo è assiso alla destra di Dio; cercate le cose del cielo e non quelle della terra. 

Voi infatti siete già morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio; quando apparirà Cristo, che è la vostra vita, allora anche voi apparirete nella gloria insieme con lui» (Col 3,1s)

 In quale gloria? In quella della risurrezione. (...) Sant'Agostino

Ama anche tu gli altri

Ti do un comandamento nuovo: che tu ami gli altri; 
come io ti ho amato, così ama anche tu gli altri. (Gv 13,34)




Accettare la propria debolezza

Non lamentiamoci dei nostri timori né ci scoraggi vedere la debolezza della nostra natura e dei nostri sforzi. Piuttosto cerchiamo di rafforzarci nell’umiltà e di renderci ben conto di quanto siano limitate le nostre possibilità e del fatto che, senza l’aiuto di Dio, non siamo nulla. 

Bisogna confidare nella sua misericordia, diffidare completamente delle nostre forze ed essere convinti che tutta la nostra debolezza deriva dal far assegnamento su di esse. 

Non senza una profonda ragione nostro Signore ha voluto manifestare debolezza. È chiaro che non la sentiva, essendo egli la stessa forza; ma l’ha fatto per nostra consolazione, per mostrarci quanto sia opportuno passare dai desideri alle opere e indurci a considerare che, quando un’anima comincia a mortificarsi, tutto le riesce gravoso. 

Se si accinge a lasciare le proprie comodità, che pena! Se a trascurare l’onore, che tormento! Se deve sopportare una parola ostile, che cosa intollerabile! Insomma, è assalita da ogni parte da tristezze mortali. 

Ma, appena si deciderà a morire al mondo, si vedrà libera da queste pene; anzi, non nutrirà più alcun timore di lamentarsi, una volta conseguita la pace richiesta dalla sposa.

Santa Teresa d’Avila, Pensieri sull’amore di Dio 3,12.




San Leopoldo Mandić - Patrono dei malati di tumore

San Leopoldo Mandić colpito da malattia tumorale all'esofago, ne portò il grave e prolungato peso con fede serena. 

Per questo motivo, accogliendo gli unanimi voti dei fedeli, la Conferenza dei Vescovi Italiani ha approvato l’elezione di San Leopoldo quale Patrono presso Dio dei malati di tumore d’Italia.



San Leopoldo, oltre a essere testimone della riconciliazione e tenace sostenitore del cammino ecumenico, provò nella sua stessa carne l’esperienza della malattia oncologica, portandone il peso con serenità e fiducia: fu, infatti, un tumore all’esofago a portarlo alla morte. Da molti fedeli già invocato anche per la guarigione, ora la congregazione lo riconosce patrono dei malati di tumore.

Questo riconoscimento – sottolinea il vescovo di Padova mons. Claudio Cipolla – è un’occasione bella e significativa per farsi prossimi a tutti i bisogni di attenzione e vicinanza di chi vive la malattia, specie in campo oncologico. È un modo per essere vicini a malati e familiari, che spesso si trovano soli, e anche agli operatori sanitari che quotidianamente sono chiamati ad assistere e curare con competenza, disponibilità e umanità: è un modo per ascoltare la sofferenza. San Leopoldo, anche per la sua esperienza personale di malattia e per la sua vita spesa in confessionale proprio nell’esercizio dell’ascolto misericordioso, è sicuramente la figura più adeguata.



Per parlare con Gesù non occorre alzare la voce.

(Santa Teresa d'Avila) 

Buon mezzo per mantenersi alla presenza di Dio è di procurarvi una sua immagine o pittura che vi faccia devozione, non già per portarla sul petto senza mai guardarla, ma per servirsene ad intrattenervi spesso con Lui ed Egli vi suggerirà quello che gli dovete dire. 



L'avrete con voi dappertutto e vi aiuterà in ogni vostro travaglio. Credete forse che sia poca cosa aver sempre vicino un così buon amico?  

Chiedetegli aiuto nel bisogno, sfogatevi con Lui e non lo dimenticate quando siete nella gioia, parlandogli non con formule complicate ma con spontaneità e secondo il bisogno.

Cercate di comprendere quali siano le risposte di Dio alle vostre domande. Credete forse che Egli non parli perché non ne udiamo la voce? Quando è il cuore che prega, Egli risponde. 

Non si creda che nuoccia al raccoglimento il disbrigo delle occupazioni necessarie.

Dobbiamo ritirarci in noi stessi, anche in mezzo al nostro lavoro, e ricordarci di tanto in tanto, sia pure di sfuggita, dell'Ospite che abbiamo in noi, persuadendoci che per parlare con Lui non occorre alzare la voce.

Il Signore ci conceda di non perdere mai di vista la sua divina presenza! 

La preghiera è un intimo rapporto di amicizia, un trattenimento con colui da cui sappiamo di essere amati.

La preghiera non è qualcosa di statico, è un'amicizia che implica uno sviluppo e spinge a una trasformazione, a una somiglianza sempre più forte con l'amico.

Quando un'anima non esce dall'orazione fermamente decisa a sopportare ogni cosa e vivere penitente, tema che la sua orazione non venga da Dio.

L'unica brama di chi vuol darsi all'orazione - non dimenticatelo mai perché è importantissimo - dev'essere di fare di tutto per risolversi e meglio disporsi a conformare la sua volontà a quella di Dio.

Ho trovato Dio il giorno in cui ho perduto di vista me stessa.

State certi, se avrete fatto progressi nell'amore del prossimo ne avrete fatti anche nell'amore di Dio.

Dopo la caduta, riprendete subito il cammino. Dio saprà trarre un gran bene da questi inciampi. 

La santità non consiste nel fare cose ogni giorno più difficili, ma nel farle ogni volta con più amore. 

Non mettiamo mai limite alle opere di Dio, egli non vuole!

L'importante non è pensare o parlare molto, ma amare molto.

Non lamentiamoci dei nostri timori né ci scoraggi vedere la debolezza della nostra natura e dei nostri sforzi.

Fate il possibile per allontanare il pensiero della vostra miseria, fissandolo sulla misericordia di Dio.

(S. Teresa d'Avila)





Pregare e seguire un giorno di digiuno.

Messaggio di fra Biagio Conte.

Un prezioso appello ed invito affinché possiamo debellare il coronavirus.

Per contrastare questa forte epidemia è doveroso invocare e chiedere l’aiuto al Buon Dio. 

Con tutto rispetto e la buona volontà dell’uomo nel scoprire un possibile vaccino o terapia, ma credo e spero che bisogna urgentemente invocare il Buon Dio, affinchè metta fine a questa tragica epidemia.

Sento nel mio cuore comunicarvi cosa mi suggerisce e mi dice il Buon Dio, di vivere e attuare in questa preziosa settimana, un giorno, cioè il venerdì 10/4/2020, fatto di intense preghiere, penitenze e di un forte digiuno, rinunciando così ai vizi, ai piaceri degli alimenti, astenendoci pure dalle dipendenze, dall’alcool, della droga, delle sigarette, del gioco, delle scommesse e la schiavitù delle mode.

Questo provvidenziale digiuno deve partire dalla testimonianza e dall’esempio della Santa Chiesa, delle istituzioni, da parte di tutti i cittadini, incluse le varie religioni, di chi crede e chi non crede, e di tutti i popoli. 

E’ urgente e doveroso unirsi per pregare e digiunare, affinché tutti insieme possiamo contrastare e sconfiggere questo terribile virus, che sta mietendo e decimando tantissime vite umane, rispondendo così al male, cioè al virus, con il bene, cioè con le opere buone.

Tutti i fratelli e le sorelle accolte nelle varie comunità, saranno i primi a vivere questa giornata di digiuno nel silenzio e nella semplicità del cuore.

Pace e speranza, a tutti



Dal Testamento di San Francesco di Assisi - [ff.110 -111]


Il Signore dette a me, frate Francesco, d'incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d'animo e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo.

E il Signore mi dette tale fede nelle chiese che io così semplicemente pregavo e dicevo:

Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo, 
qui e in tutte le tue chiese che sono nel mondo intero 
e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo.





Signore a te ho affidato la mia causa!

Il Signore è al mio fianco come un prode valoroso, per questo i miei persecutori vacilleranno e non potranno prevalere; arrossiranno perché non avranno successo, sarà una vergogna eterna e incancellabile.

Signore a te ho affidato la mia causa! 

Ger 20,12

Beata Maria Teresa Casini

Gettati nelle braccia della Misericordia Divina e affida a Lui tutte le tue miserie.

Beata Maria Teresa Casini




Non temere la mia passione

Dai "Discorsi" di san Pietro Crisologo

Forse vi copre di confusione la gravità della passione che mi avete inflitto – si confida Gesù - . Non abbiate timore. 

Questa croce non è un pungiglione per me, ma per la morte.

Questi chiodi non mi procurano tanto dolore, quanto imprimono più profondamente in me l'amore verso di voi.

Queste ferite non mi fanno gemere, ma piuttosto introducono voi nel mio interno.

Il mio corpo disteso anziché accrescere la pena, allarga gli spazi del cuore per accogliervi.

Il mio sangue non è perduto per me, ma è donato in riscatto per voi.
Venite, dunque, ritornate.

Sperimentate almeno la mia tenerezza paterna, che ricambia il male col bene, le ingiurie con l'amore, ferite tanto grandi con una carità così immensa.


La tua vita di Nazareth si può fare ovunque

Meditazione di Charles de Foucauld 

«Non cercare di organizzare, di preparare la fondazione dei Piccoli fratelli del Sacro Cuore di Gesù: solo, vivi come se dovessi restare per sempre solo. Se siete in due, in tre, un piccolo numero, vivete come se non doveste mai diventare più numerosi. 

Prega come Gesù, quanto Gesù, riservando come lui un posto sempre molto grande alla preghiera...

Sempre a sua immagine, lascia molto spazio al lavoro manuale, che non è un tempo sottratto alla preghiera, ma donato alla preghiera; il tempo del tuo lavoro manuale è un tempo di preghiera. 

Recita fedelmente ogni giorno il breviario e il rosario. 

Ama Gesù con tutto il tuo cuore (dilexit multum), e il prossimo tuo come te stesso per amore di lui... 

La tua vita di Nazareth si può fare ovunque, vivila nel luogo più utile al prossimo».

(Meditazione del 22 luglio 1905)


Attirami Gesù

Commento di santa Teresa di Lisieux

«Alle anime semplici non servono mezzi complicati: poiché io sono tra queste, un mattino durante il ringraziamento, Gesù mi ha dato un mezzo semplice per compiere la mia missione. Mi ha fatto capire questa parola dei Cantici: "Attirami, noi correremo all'effluvio dei tuoi profumi" (Ct 1,4).

O Gesù, dunque non è nemmeno necessario dire: Attirando me, attira le anime che amo. Questa semplice parola: "Attirami" basta.

Signore, lo capisco, quando un’anima si è lasciata avvincere dall'odore inebriante dei tuoi profumi, non potrebbe correre da sola, tutte le anime che ama vengono trascinate dietro di lei: questo avviene senza costrizione, senza sforzo, è una conseguenza naturale della sua attrazione verso di te.

Come un torrente che si getta impetuoso nell'oceano trascina dietro di sé tutto ciò che ha incontrato al suo passaggio, così, o mio Gesù, l'anima che si immerge nell'oceano senza sponde del tuo amore attira con sé tutti i tesori che possiede...» .

«Madre mia, credo che sia necessario darLe ancora qualche spiegazione sul brano del Cantico dei Cantici: "Attirami, noi correremo" perché quello che ho voluto dirne mi sembra poco comprensibile.

"Nessuno può venire a me", ha detto Gesù, "se non lo attira il Padre mio che mi ha mandato". 

Poi, con parabole sublimi, e spesso senza nemmeno usare questo mezzo così familiare al popolo, ci insegna che basta bussare perché ci venga aperto, basta cercare per trovare e tendere umilmente la mano per ricevere quello che chiediamo... Dice inoltre che tutto quello che chiederemo al Padre suo nel suo nome Egli lo concederà. Certo è per questo che lo Spirito Santo, prima della nascita di Gesù, dettò questa preghiera profetica: Attirami, noi correremo.

Cos'è dunque chiedere di essere attirati, se non unirsi in modo intimo all'oggetto che avvince il cuore? Se il fuoco e il ferro avessero intelligenza e quest'ultimo dicesse all'altro: Attirami, dimostrerebbe che desidera identificarsi col fuoco in modo che questo lo penetri e lo impregni con la sua sostanza bruciante e sembri formare una cosa sola con lui.

Madre amata, ecco la mia preghiera: chiedo a Gesù di attirarmi nelle fiamme del suo amore, di unirmi così strettamente a Lui, che Egli viva e agisca in me.

Sento che quanto più il fuoco dell'amore infiammerà il mio cuore, quanto più dirò: Attirami, tanto più le anime che si avvicineranno a me (povero piccolo rottame di ferro inutile, se mi allontanassi dal braciere divino) correranno rapidamente all'effluvio dei profumi del loro Amato, perché un'anima infiammata di amore non può restare inattiva: certo, come santa Maddalena resta ai piedi di Gesù, ascolta la sua parola dolce e infuocata. Sembrando non dar niente, dà molto di più di Marta che si agita per molte cose e vorrebbe che la sorella l'imitasse. Non sono i lavori di Marta che Gesù biasima: a questi lavori la sua Madre divina si è umilmente sottomessa per tutta la sua vita poiché doveva preparare i pasti per la Santa Famiglia. E’solo l'inquietudine della sua ardente ospite che vorrebbe correggere».


Non hai niente da darmi?

A san Girolamo, in una notte di Natale, gli appare Gesù bambino chiedendogli: “Non hai niente da darmi nel giorno della mia nascita?”. 

E lui, preso da un’immensa trepidazione e commozione, gli risponde: “Ti do il mio cuore”. 

“Va bene – gli dice Gesù bambino – ma desidero ancora qualche altra cosa”. 

Allora Girolamo gli replica: “Ti do le mie preghiere”. 

“Va bene – risponde ancora Gesù – ma io voglio qualcosa di più”. 

Di fronte all’insistenza di Gesù, san Girolamo si arrende e addolorato gli dice: “Non ho più niente, che vuoi che ti dia?”. 

E Gesù gli risponde: “Dammi i tuoi peccati, Girolamo, perché io possa avere la gioia di perdonarli ancora!”

Diamo a Gesù tutta la nostra miseria.