Santa Caterina Labouré

Santa Caterina Labouré, al secolo Zoe Labouré, (Fain-lès-Moutiers, 2 maggio 1806 – Parigi, 31 dicembre 1876) è stata una religiosa francese della Compagnia delle Figlie della Carità, proclamata santa nel 1947 da papa Pio XII.


31 dicembre, santa Caterina Labouré. 

27 novembre, Beata Vergine della Medaglia Miracolosa. 

O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te.


Il canto nuovo del Verbo

San Clemente d'Alessandria (150-ca 215) teologo

Il discendente di David che esisteva prima di David, il Verbo di Dio non considerò la lira e la cetra, strumenti senz'anima, ma dispose tutto nell'universo con lo Spirito Santo e in modo particolare questa sintesi del mondo che è l'uomo, anima e corpo: suona per Dio questo strumento dalle mille voci e canta lui stesso in accordo con questo strumento umano. "Poiché tu sei per me una cetra, un flauto e un tempio". Il Signore, soffiando in questo bello strumento che è l'uomo, l'ha fatto a sua immagine, poiché è lui stesso in accordo con questo strumento di Dio, tutto armonia, accordato e santo, sapienza ultraterrena e Parola dall'alto.

Cosa vuole dunque questo strumento, il Verbo di Dio, il Signore, e il suo canto nuovo? Aprire gli occhi ai ciechi e le orecchie ai sordi, condurre storpi e smarriti alla giustizia, rivelare Dio agli uomini, fermare la corruzione, vincere la morte, riconciliare col Padre i figli disobbedienti. Ama gli uomini questo strumento di Dio: il Signore ha pietà, insegna, esorta, avverte, salva, protegge, e, in più, come ricompensa della nostra fiducia, ci promette il regno dei cieli. Vuole per noi solo un bene, la nostra salvezza.

Ecco nelle vostre mani l'oggetto della promessa, ecco l'amore per gli uomini: prendete la vostra parte di grazia. E il mio canto salvifico, non credete che è nuovo come una casa è nuova, poiché era "prima dell'aurora" (Sal 119,147) e "In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio" (Gv 1,1). Ecco il canto nuovo, appare e viene a splendere fra noi il Verbo che era in principio e preesisteva. Infatti è appena comparso colui che preesisteva come Salvatore; è apparso, colui che non è stato maestro, "poiché il Verbo era presso Dio" (Gv 1,1); è apparsa la Parola per mezzo della quale tutto è stato creato.


Santa Maria Domenica Mantovani.

 

Degna figlia della terra veronese, discepola del beato Giuseppe Nascimbeni, si ispirò alla santa Famiglia di Nazaret per farsi "tutta a tutti", sempre attenta alle necessità del "povero popolo". Straordinario fu il suo modo di essere fedele in ogni circostanza sino all'ultimo respiro alla volontà di Dio, dal quale si sentiva amata e chiamata. Che bell'esempio di santità per ogni credente!


Santa Maria Cristina Brando (1856-1906)

 

Spiritualità
Tener compagnia, nella veglia e nel riposo, a Gesù Eucaristia. 

La vita di Madre Cristina è stata sempre illuminata da una fede semplice, ferma e viva, che alimentò con l'ascolto della parola di Dio, con la fruttuosa partecipazione ai sacramenti, con l'assidua meditazione delle verità eterne e con la fervida preghiera. Coltivò particolarmente la devozione verso l'Incarnazione, verso la Passione e Morte di Cristo e verso l'Eucaristia. 

Per essere più vicina con lo spirito e con il corpo al tabernacolo fece costruire una cella, chiamata, a imitazione del presepe, “grotticella”, contigua alla Chiesa, che aveva fatto edificare a Casoria. In questo luogo passò poi ogni notte della sua vita, seduta su una sedia, a tener compagnia, nella veglia e nel riposo, a Gesù Eucaristia. 

Forte fu la sua spiritualità espiatrice, tanto da divenire il carisma dell'Istituto. Tra i frammenti autografi rimastici della sua autobiografia scritta in obbedienza al direttore di spirito, leggiamo infatti:

“Lo scopo principale dell'opera è la riparazione agli oltraggi che riceve il S. Cuore di Gesù nel SS. Sacramento, specialmente tante irriverenze e noncuranze, comunioni sacrileghe, sacramenti malamente ricevuti, SS. Messe pessimamente ascoltate, e, quel che amaramente trafigge quel Cuore Santissimo, è che tanti suoi ministri e tante anime consacrate a lui si uniscono a questi sconoscenti e maggiormente trafiggono il suo cuore. (...) Alle Perpetue Adoratrici il divin Cuore di Gesù ha voluto affidare il dolce e sublime ufficio di Vittime di perpetua adorazione e riparazione al Suo Divin Cuore orribilmente offeso e oltraggiato nel SS. Sacramento dell'amore. (...) Alle Perpetue Adoratrici di vita mista, (...) il S. Cuore di Gesù affida il dolce ufficio di Vittime di Carità e di riparazione; di carità perché viene loro affidata la cura delle bambine”.

Da questo secondo aspetto nasceranno poi le opere come conservatori femminili, educandati, orfanotrofi, scuole interne ed esterne: tutto per riparare. Infatti, portando la conoscenza di Dio ove non è conosciuto, lo si fa amare, facendo evitare ai fratelli quelle offese che Madre Cristina visse per espiare. 

Si rendono così evidenti le due linee sulle quali si imposta il carisma che Madre Brando ha trasmesso alle Suore Vittime Espiatrici: l'amore di Dio e quello al prossimo, che la Beata definiva come “due rami che partono dallo stesso tronco”.

Omelia di Giovanni Paolo II


Beata Eugenia Ravasco. Vivere abbandonata in Dio.

Visse di fede, di preghiera, di sofferenza, di adesione alla volontà di Dio.

Il suo ideale apostolico e il suo impegno di vita furono:
Bruciare del desiderio del bene altrui, specie della gioventù.
Vivere abbandonata in Dio e nelle mani di Maria Immacolata.


Beata Eugenia Ravasco.
Fondatrice delle Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria.

Il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho chiesto.

1 Sam 1, 20-22. 24-28
Dal primo libro di Samuèle

Al finir dell'anno Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuèle, «perché - diceva - al Signore l'ho richiesto». Quando poi Elkanà andò con tutta la famiglia a offrire il sacrificio di ogni anno al Signore e a soddisfare il suo voto, Anna non andò, perché disse al marito: «Non verrò, finché il bambino non sia svezzato e io possa condurlo a vedere il volto del Signore; poi resterà là per sempre».

Dopo averlo svezzato, lo portò con sé, con un giovenco di tre anni, un'efa di farina e un otre di vino, e lo introdusse nel tempio del Signore a Silo: era ancora un fanciullo. Immolato il giovenco, presentarono il fanciullo a Eli e lei disse: «Perdona, mio signore. Per la tua vita, mio signore, io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore. Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho richiesto. Anch'io lascio che il Signore lo richieda: per tutti i giorni della sua vita egli è richiesto per il Signore». E si prostrarono là davanti al Signore.


Ma ora, salvaci Signore, fa' con noi secondo la tua clemenza.

Signore, quanto hai fatto ricadere su di noi, l'hai fatto con retto giudizio, poiché noi abbiamo peccato, non abbiamo obbedito ai tuoi comandamenti. Ma ora, salvaci con i tuoi prodigi; da' gloria al tuo nome, Signore, fa' con noi secondo la tua clemenza, secondo la tua grande misericordia. (Dn 3, 31.29.43.42)


Venne a Nazareth e stava loro sottomesso

Sant'Antonio di Padova (ca 1195 – 1231) francescano, dottore della Chiesa.

Sermoni per la domenica e le feste dei santi.


«Scese dunque con loro e venne a Nazareth e stava loro sottomesso»

«Stava loro sottomesso». 
A queste parole si dilegui ogni orgoglio, crolli ogni rigidità, si sottometta ogni disobbedienza. 

«Stava sottomesso». Chi? 
Colui che con una sola parola ha creato tutto dal nulla. Colui che, come dice Isaia, «con il cavo della mano misurò il mare; che sul suo palmo prese le dimensioni dei cieli; che con tre dita sollevò la terra; colui che pesa sulla sua bilancia colline e montagne» (40,12). Colui che, come dice Giobbe, «fa tremare la terra e scuote le colonne del cielo; colui che comanda al sole e fa rientrare le stelle; colui che dispiega i cieli e cammina sulle onde del mare; colui che fece le costellazioni; colui che opera meraviglie prodigiose e senza numero» (9,6-10). (...) È lui, così grande, così potente, che è sottomesso. E sottomesso a chi? A un operaio e a una poverissima vergine.

O «primo e ultimo»! (Ap 1,17) O capo degli angeli, sottomesso a degli uomini! Il Creatore del Cielo, sottomesso a un operaio, il Dio di eterna gloria sottomesso a una piccola povera vergine! Si è mai visto nulla del genere? Si è mai sentita una cosa simile?

Allora, non esitate a obbedire, a sottomettervi. (...) Scendere, venire a Nazareth, essere sottomessi, obbedire perfettamente: qui sta tutta la sapienza. (...) Questo significa essere sapiente con sobrietà. La pura semplicità è «come le acque di Siloe, che scorrono in silenzio» (Is 8,6). Ci sono dei sapienti negli ordini religiosi; ma è attraverso uomini semplici che Dio ve li ha raccolti. Dio «ha scelto quelli che erano stolti e infermi, deboli e ignoranti», per raccogliere attraverso di essi «coloro che erano sapienti, potenti e nobili», «affinché nessuna carne possa gloriarsi in se stessa» (1Co 1,26-29), bensì in colui che è sceso, che è venuto a Nazareth e che è stato sottomesso.


Anche la sola presenza di Gesù funge da sacramento

San John Henry Newman (1801-1890)
Cardinale, fondatore di una comunità religiosa, teologo

Omelia « The Mind of Little Children »; PPS II, 6
« Martiri incapaci di confessare il nome di tuo Figlio, eppure glorificati dalla sua nascita »

È veramente giusto che celebriamo la morte di questi santi innocenti, perché era proprio santa. Quando gli eventi ci avvicinano a Cristo, quando soffriamo per Cristo, è sicuramente un privilegio indicibile – qualunque sia la sofferenza, anche se sull'istante non siamo coscienti di soffrire per lui. Neanche i bambini che Gesù ha preso in braccio potevano comprendere sull'istante di quale mirabile condiscendenza erano oggetto, eppure questa benedizione del Signore era proprio un privilegio. 

Nello stesso modo, il massacro dei bambini di Betlemme funge per loro da sacramento; era il pegno dell'amore del Figlio di Dio per coloro che hanno subito questa sofferenza. Quanti si sono avvicinati a lui hanno sofferto, chi più chi meno, per il fatto stesso di questo contatto, come se emanasse da lui una forza segreta che purifica e santifica le anime attraverso le pene di questo mondo. Così successe per i Santi Innocenti.

Veramente, anche la sola presenza di Gesù funge da sacramento: ogni suo atto, ogni suo sguardo, ogni sua parola comunica la grazia a coloro che accettano di riceverli – e tanto più a coloro che accettano di divenire i suoi discepoli. Dall'inizio della Chiesa dunque un tale martirio è stato considerato una forma del battesimo, un vero battesimo di sangue, che ha la stessa efficacia sacramentale dell'acqua che rigenera. Siamo quindi invitati a considerare questi bambini come martiri e a trarre giovamento della testimonianza della loro innocenza.


Perché anche voi siate in comunione con noi.

1 Gv 1, 1-4
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo

Figlioli miei, quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita - la vita infatti si manifestò, noi l'abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi -, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena.

L'amore di Gesù sopra ogni cosa

Tommaso da Kempis - Imitazione di Cristo
Libro II Capitolo VII

Beato colui che comprende che cosa voglia dire amare Gesù e disprezzare se stesso per Gesù. Si deve lasciare ogni persona amata, per colui che merita tutto il nostro amore: Gesù esige di essere amato, lui solo, sopra ogni cosa. 

Ingannevole e incostante è l'amore della creatura; fedele e durevole è l'amore di Gesù. Chi s'attacca alla creatura cadrà con la creatura, che facilmente vien meno; chi abbraccia Gesù troverà saldezza per sempre. 

Ama e tieniti amico colui che, quando tutti se ne andranno, non ti abbandonerà, né permetterà che, alla fine, tu abbia a perire. Che tu lo voglia oppure no, dovrai un giorno separarti da tutti; tienti dunque stretto, in vita e in morte, a Gesù, e affidati alla fedeltà di lui, che solo ti potrà aiutare allorché gli altri ti verranno meno.

Per sua natura, Gesù, tuo amore, è tale da non permettere che tu ami altra cosa; egli vuole possedere da solo il tuo cuore, e starvi come un re sul suo trono. Di buon grado Gesù starà presso di te, se tu saprai liberarti perfettamente da ogni creatura. 

Qualunque fiducia tu abbia posto negli uomini, escludendo Gesù, ti risulterà quasi del tutto buttata via. Non affidarti o appoggiarti ad una canna, che si piega al vento, perché "ogni carne è come fieno e ogni suo splendore cadrà come il fiore del fieno" (1Pt 1,24). Se guarderai soltanto alle esterne apparenze umane, sarai tosto ingannato. E se cercherai consolazione e profitto negli altri, ne sentirai molto spesso un danno. 

Se cercherai in ogni cosa Gesù, troverai certamente Gesù. Se invece cercherai te stesso, troverai ancora te stesso, ma con tua rovina. Infatti, se non cerca Gesù, l'uomo nuoce a se stesso, più che non possano nuocergli i suoi nemici e il mondo intero.



Salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano.

Lc 1, 67-79
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d'Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano.

Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.

E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati.

Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall'alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace»

Vi ho chiamati amici

Gesù, il Signore desidera fare di ciascuno di noi un discepolo che vive una personale amicizia con Lui.

Per realizzare questo non basta seguirlo e ascoltarlo esteriormente; bisogna anche vivere con Lui e come Lui. Ciò è possibile soltanto nel contesto di un rapporto di grande familiarità, pervaso dal calore di una totale fiducia. È ciò che avviene tra amici.

Per questo Gesù ebbe a dire un giorno: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici ... Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi.” (Gv 15,13-15)

Da una Catechesi di Papa Benedetto XVI (5 luglio 2006) in ricordo di San Giovanni Apostolo ed Evangelista.

San Albertynki Chmielowski (1845-1916)

Religioso e fondatore dei Fratelli Albertini e delle Suore Albertine

Osservò e raccomandò ai suoi religiosi la massima povertà evangelica sull'esempio di S. Francesco d'Assisi. La sua opera caritativa la affidò con fiducia totale alla Provvidenza divina. La forza per svolgere la sua attività l'attinse dalla preghiera, dall'Eucaristia e dall'amore per il Mistero della Croce.



Gesù Cristo, il Figlio di Dio, nasce in Betlemme di Giuda

San Bernardo (1091-1153)
monaco cistercense e dottore della Chiesa

Primo sermone per la vigilia di Natale
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama»

Udite cieli! Terra, ascolta con attenzione! Si meravigli e lodi ogni creatura, soprattutto l'uomo: «Gesù Cristo figlio di Dio, nasce in Betlemme di Giuda». (...) Cosa poteva essere annunziato di più dolce a tutta la terra ? (...) Si è mai udita una cosa come questa, forse il mondo ha mai ricevuto qualcosa di simile? «A Betlemme di Giuda nasce Gesù Cristo, figlio di Dio». 

Poche povere parole per esprimere l'abbassarsi del Verbo, la Parola di Dio fattasi piccola, eppure quanta dolcezza in queste parole! (...) «Gesù Cristo, il Figlio di Dio, nasce in Betlemme di Giuda». Nascita di una santità incomparabile, degna di essere onorata dal mondo, di essere amata dagli uomini per la grandezza del beneficio che reca loro; fonte di meraviglia anche per gli angeli, per la profondità del mistero di una novità senza pari (cfr Ef 3,10). (...)

«Gesù Cristo, il Figlio di Dio, nasce in Betlemme di Giuda». Voi che siete nati nella polvere, risvegliatevi e lodate Dio! Ecco il Signore viene con la salvezza, viene l'Unto del Signore, il suo Messia, eccolo venire nella gloria. (...) Felice chi è attratto da lui e «corre a sentire il suo profumo» (Ct 1,4 LXX): vedrà «la sua gloria, gloria come di unigenito del Padre» (Gv 1,14).

Respirate, voi che siete perduti! Gesù viene a salvare ciò che era perduto. Ammalati, riprendete vigore; viene Cristo a risanare i vostri cuori con l'unzione della sua misericordia. Esultate voi, che desiderate cose grandi: viene verso di voi il figlio di Dio per farvi coeredi del suo regno (Rm 8,17).

Così ti prego: guariscimi Signore e io sarò guarito, salvami e io sarò salvato (Ger 7,14); glorificami, e sarò glorificato. Sì, «Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome» (Sal 103,1). (...) Il Figlio di Dio si è fatto uomo per rendere gli uomini figli di Dio.




Santa Margherita d'Youville

“Benedetto sia Dio.  A tutto pensa la Divina Provvidenza. La Provvidenza è ammirevole, dispone di mezzi incomprensibili per il sollievo dei suoi membri e a tutto provvede. In essa ho la mia fiducia, in questo ripongo tutta la mia fiducia.”

“La mia povertà è estrema, Signore. Non dispongo dei beni di questo mondo, ma donerò me stessa; il mio tempo, il mio lavoro. Seminerò poco, è vero, ma la tua misericordia mi farà raccogliere abbondantemente».

“Ci sarebbe molto di buono da fare se avessimo i soldi. Ogni giorno ci sono poveri che hanno un bisogno reale. Non abbiamo più un posto dove vivere e mi dispiace mandarli via, ma deve essere fatto. (…) Se sapessi dove ce ne sono così tanti e potessi portarli senza rubare, avrei fatto presto un edificio che ne potesse ospitare quasi duecento, ma non ho nulla.”


Affidiamo le nostre intenzioni a Santa Margherita d'Youville:

     O Santa Margherita d'Youville, tu che hai speso la tua vita aiutando le persone in difficoltà, vieni in mio aiuto nella situazione in cui mi trovo.
     So che sei potente nel cuore di Dio Padre, conto quindi su di te per ottenermi questo favore che chiedo con fiducia.
     Madre della carità universale, il tuo esempio mi incoraggi a cercare innanzitutto Dio e a servirlo nei fratelli e nelle sorelle in difficoltà.

Amen

Davanti ai vostri occhi, ristabilirò le vostre sorti.

Sof 3,14-20
Dal libro del profeta Sofonia

Rallégrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele, esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme!

Il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il tuo nemico. Re d'Israele è il Signore in mezzo a te, tu non temerai più alcuna sventura.

In quel giorno si dirà a Gerusalemme: «Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia! Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia, come nei giorni di festa».

Ho allontanato da te il male, perchè tu non abbia a subirne la vergogna.

Ecco, in quel tempo io sterminerò tutti i tuoi oppressori. Soccorrerò gli zoppicanti, radunerò i dispersi, li porrò in lode e fama dovunque sulla terra sono stati oggetto di vergogna.

In quel tempo io vi guiderò, in quel tempo io vi radunerò e io vi darò fama e lode fra tutti i popoli della terra, quando, davanti ai vostri occhi, ristabilirò le vostre sorti, dice il Signore.


La scelta della nostra via non dipende da noi.

Santa Teresa d'Avila (1515-1582) carmelitana, dottore della Chiesa

Cammino di perfezione, cap. 19
Lasciate fare il Maestro!

Dio non conduce tutte le anime per lo stesso cammino; chi si crede il peggiore può essere il più in alto davanti a Dio. Per quanto riguarda me, sono rimasta più di 14 anni senza poter nemmeno meditare, se non con l'aiuto di un libro, e senz'altro molte persone sono in questo stato. (...) 

Quando le persone sono umili, non sono poi alla fine trattate diversamente da quelle che saranno state colmate di consolazioni; riceveranno altrettanto. Avranno camminato in qualche modo con più sicurezza. Non abbiate timore; potete arrivare alla perfezione come i più alti contemplativi.

Lasciate fare al Maestro della casa. Sapiente e potente come è, Egli sà ciò che vi conviene e quello che conviene a Lui stesso. Fate ciò che è in vostro potere, disponetevi alla contemplazione, e lui non mancherà, a mio avviso, di accordarvi questo dono se avete veramente distacco e umiltà. Se non ve lo accorda, è che vi riserva questa gioia tutta intera per il cielo.

Vi tratta come anime forti. Vi dà quaggiù la Croce, come Lui stesso l'ha portata. Quale migliore prova di amicizia può mostrarci che volere per noi quanto ha voluto per Lui? E forse avremmo meno merito se fossimo elevate alla contemplazione. Ci sono giudizi di cui si riserva il segreto; non dobbiamo penetrarli assolutamente. 

E' bellissimo che la scelta della nostra via non dipende da noi; comunque, siccome quella della contemplazione sembra contenere più pace, noi vorremmo tutti essere grandi contemplativi.




Noi ti ringraziamo, Padre.

La Parola di Dio ci ricorda le meraviglie che il Signore continuamente compie nella nostra vita. Con cuore grato preghiamo dicendo:
Noi ti ringraziamo, Padre, Signore del cielo e della terra.

Sei nostro Padre e ci tieni per mano: Noi ti ringraziamo, Padre.
Ci rendi forti di fronte al male: Noi ti ringraziamo, Padre.
Tieni conto soltanto dei nostri lati positivi: Noi ti ringraziamo, Padre.
Ascolti il grido dei poveri: Noi ti ringraziamo, Padre.
Rendi feconda la nostra terra: Noi ti ringraziamo, Padre.
Benedici il lavoro delle nostre mani: Noi ti ringraziamo, Padre.
Non ti stanchi mai delle nostre debolezze: Noi ti ringraziamo, Padre.
Per il battesimo ci fai più grandi degli antichi profeti: Noi ti ringraziamo, Padre.
Ci chiami a possedere il tuo regno: Noi ti ringraziamo, Padre.
Ci dai diritti di sentirci tuoi figli: Noi ti ringraziamo, Padre.
Tu, il Santo, vivi in mezzo a noi: Noi ti ringraziamo, Padre.
In Gesù ci rendi partecipi della tua pienezza: Noi ti ringraziamo, Padre.
Ci fai ascoltare ogni giorno la tua Parola: Noi ti ringraziamo, Padre.
Ci fai riconoscere in Gesù il Signore e il Salvatore: Noi ti ringraziamo, Padre.

O Padre, tu rinnovi ogni dono e ogni benedizione nel sacrificio del tuo Figlio, accogli il nostro umile grazie, anche a nome di tutti gli uomini, in unione con il grazie perenne di Gesù eucaristia. Per Cristo nostro Signore. Amen.


«Non temere, io ti vengo in aiuto».

Is 41, 8-14
Dal libro del profeta Isaia.

Ma tu, Israele mio servo, tu Giacobbe, che ho scelto, discendente di Abramo mio amico, sei tu che io ho preso dall'estremità della terra e ho chiamato dalle regioni più lontane e ti ho detto: "Mio servo tu sei, ti ho scelto, non ti ho rigettato".

Non temere, perché io sono con te; non smarrirti, perché io sono il tuo Dio. Ti rendo forte e anche ti vengo in aiuto e ti sostengo con la destra vittoriosa.

Ecco, saranno svergognati e confusi quanti s'infuriavano contro di te; saranno ridotti a nulla e periranno gli uomini che si opponevano a te. Cercherai, ma non troverai, coloro che litigavano con te; saranno ridotti a nulla, a zero, coloro che ti muovevano guerra.

Io sono il Signore, tuo Dio, che ti tengo per la destra e ti dico: «Non temere, io ti vengo in aiuto». Non temere, vermiciattolo di Giacobbe, larva d'Israele; io vengo in tuo aiuto - oracolo del Signore –, tuo redentore è il Santo d'Israele.


Chiamando alla penitenza, a forzare il regno dei cieli.

San Gregorio Magno (ca 540-604) papa, dottore della Chiesa.

Omelia per l'Avvento n°20
« Il Regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono »

     Giovanni ci richiama a grandi opere con le parole: « Fate frutti degni di penitenza », e ancora: « Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha del cibo faccia altrettanto (Lc 3,8.11). Si può ormai capire che cosa voglia dire la Verità, quando dice: « Dai giorni del Battista a oggi il regno dei cieli è esposto alla violenza, e i violenti lo conquistano ». E queste parole di divina sapienza devono essere studiate. Come può subir violenza il regno dei cieli? Chi può farla questa violenza? E se il regno dei cieli può essere esposto alla violenza, perché lo è solo dal tempo del Battista e non da prima?

     L'antica Legge (...) poteva colpire chiunque con la sua severità, ma non risuscitava nessuno attraverso la penitenza. Poiché però Giovanni Battista, precorrendo la grazia del Redentore, predica la penitenza affinché il peccatore, morto per la colpa, riviva attraverso la conversione, si capisce perché il regno dei cieli sia esposto alla violenza solo a partire da Giovanni Battista. 

     Che cosa è poi il regno dei cieli se non la dimora dei giusti? (...) Sono i giusti che hanno diritto al premio eterno; sono i miti, gli umili, i casti, i misericordiosi che entrano nella gioia celeste. Ma quando i peccatori (...) fanno penitenza dei loro errori, ricevono la vita eterna ed entrano in quel mondo prima a loro estraneo. Così, (...) chiamando i peccatori alla penitenza, Giovanni ha insegnato loro a forzare il regno dei cieli.

     Fratelli carissimi, riflettiamo anche noi su tutto il male che abbiamo fatto: impadroniamoci dell'eredità dei giusti attraverso la penitenza. L'Onnipotente vuole questa violenza da parte nostra. Vuole che con le lacrime ci impadroniamo del Regno che non ci era dovuto in base ai nostri meriti.

"Venite a me ... che sono mite e umile di cuore" (Mt 11,28-29)

Dal Diario spirituale di San Claudio La Colombière (1641-1682) gesuita.

   Dio è perfetto in tutti i sensi. E' impossibile trovare in lui qualcosa che non sia infinitamente buono. E' sapiente, prudente, fedele, buono, generoso, bello, dolce, non disprezza nulla di ciò che ha creato, si prende cura di noi, ci conduce con delicatezza e persino con rispetto, paziente, senza alcun moto sregolato da passioni; ha tutto quanto amiamo nelle creature; tutto è riunito in lui, e per sempre, e in modo infinitamente più perfetto. Non ha alcun difetto che ci sciocca, ci respinge, che ci disgusta degli oggetti creati. Allora per qual motivo non amiamo che lui? (...)

   Dio non solo è perfetto, ma è anche la fonte di ogni perfezione. Solo da lui la si può attingere; e lo si fa studiandola, considerandola: "Saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è" (1Gv 3,2). Ciò sarà in cielo, mentre in questa vita ci avvicineremo a questa somiglianza tanto quanto la considereremo maggiormente. (...) 

   Gesù, per quanto potrò, voglio vivere secondo il tuo esempio e i tuoi comandi, che solo possono condurmi a te e trarmi fuori dall'ignoranza e dagli errori dove le passioni potrebbero precipitarmi.


Dio è mio padre, mia madre, mio fratello, mio amico. In Lui, rifugio tanto dolce e sicuro, non avrò da temere né gli uomini, né i demoni, né me stesso, né la vita, né la morte. È il segreto per vivere santi e felici. (San Claudio La Colombière)

Abiterò nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita.

Sal.22

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l'anima mia.

RIT: Abiterò nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita.

Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

RIT: Abiterò nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

RIT: Abiterò nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

RIT: Abiterò nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita.

Perfetta letizia. (Gc 1,2-3)

Considerate perfetta letizia, miei fratelli, quando subite ogni sorta di prove, sapendo che la prova della vostra fede produce la pazienza. (Gc 1,2-3)

*La capacità di sopportare le offese e la vera provata pazienza.
Imitazione di Cristo – Libro III Cap. XIX

Vero paziente è colui che indifferentemente - da qualunque persona, e per quante volte, gli venga qualche contrarietà - tutto accetta con animo grato dalla mano di Dio; anzi lo ritiene un vantaggio grande, poiché non c'è cosa, per quanto piccola, purché sopportata per amore di Dio, che passi senza ricompensa, presso Dio.

Sii dunque preparato al combattimento, se vuoi ottenere vittoria. Senza lotta non puoi giungere ad essere premiato per la tua sofferenza. Se rifiuti la sofferenza, rifiuti anche il premio; se invece desideri essere premiato, devi combattere da vero uomo e saper sopportare con pazienza. Come al riposo non si giunge se non dopo aver faticato, così alla vittoria non si giunge se non dopo aver combattuto. Oh, Signore, che mi diventi possibile, per tua grazia, quello che mi sembra impossibile per la mia natura: tu sai che ben scarsa è la mia capacità di soffrire, e che al sorgere di una, sia pur piccola, difficoltà, mi trovo d'un colpo atterrato. Che mi diventi cara e desiderabile, in tuo nome, qualsiasi prova e qualsiasi tribolazione: soffrire ed essere tribolato per amor tuo, ecco ciò che è grandemente salutare all'anima mia.


*Sopportare serenamente le miserie di questo mondo sull’esempio di Cristo.
Imitazione di Cristo – Libro III Cap. XVIII

Figlio, io discesi dal cielo per la tua salvezza e presi sopra di me le tue miserie, non perché vi fossi costretto, ma per slancio d’amore; e ciò perché tu imparassi a soffrire e a sopportare senza ribellione le miserie di questo mondo.

Infatti, dall’ora della mia nascita fino alla morte in croce, non venne mai meno in me la forza di sopportare il dolore.

Ho conosciuto grande penuria di beni terreni; ho udito molte accuse rivolte a me; ho sopportato con dolcezza cose da far arrossire ed ingiurie; per il bene fatto ho ricevuto ingratitudine; per i miracoli, bestemmie; per il mio insegnamento, biasimi.

Signore, tu ben sapesti patire per tutta la tua vita, compiendo pienamente, in tal modo, la volontà del Padre tuo; perciò è giusto che io, misero peccatore, sappia sopportare me stesso, fin quando a te piacerà; è giusto che, per la mia salvezza, io porti il peso di questa vita corruttibile, fino a quando tu vorrai.

In verità, anche se noi la sentiamo come un peso, la vita di quaggiù, per effetto della tua grazia, già fu resa capace di molti meriti e più tollerabile e luminosa, per noi, povera gente, in virtù del tuo esempio e dietro le orme dei tuoi santi.

Anzi la nostra vita è piena di consolazione, molto più di quanto non fosse al tempo della vecchia legge, quando era ancora chiusa la porta del cielo e ancora era nascosta la via di esso; quando erano ben pochi quelli che si davano pensiero di cercare il regno dei cieli, e neppure i giusti, meritevoli di salvezza, avevano potuto entrare nella patria celeste, non essendo ancora stato pagato – prima della tua passione e della tua santa morte – il debito del peccato.

Oh, come ti debbo ringraziare per avere mostrato a me, e a tutti i tuoi seguaci, la strada diritta e sicura verso l’eterno tuo regno!

La nostra strada è la tua vita stessa: attraverso una santa capacità di patire camminiamo verso di te, che sei il nostro premio. Se tu non ci avessi preceduto, con questo insegnamento, chi si prenderebbe cura di seguirti?

Quanti rimarrebbero indietro assai, se non potessero guardare al tuo esempio luminoso. Ecco, siamo ancora ben poco fervorosi, pur dopo tanti miracoli e nonostante i tuoi ammaestramenti; che cosa mai sarebbe di noi, se non avessimo avuto una così grande luce per seguirti?

Seguitemi. (Tu segui Me).

Gesù vide e li chiamò e disse loro: «Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini». (Mt 4,19)

Dio, Padre Onnipotente e Buono, con quanta degnazione ci chiami e ci aiuti a conoscere, amare, seguire e compiacerci solo di Tuo Figlio, Gesù Cristo crocifisso per condividere poi con Lui la Sua Gloria di Risorto. 

Tu, Dio Eterno e Misericordioso, nel Nome di Gesù Cristo, hai avuto pietà di noi, così miseri e peccatori, ingrati e infedeli.  Per suo mezzo ci hai liberato da ogni male. A Lui hai dato potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servono: il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto. (Dn 7,13-14) Amen


Signore Gesù, prendici come siamo e rendici come vuoi. (San Giovanni Paolo II)

Io sto qua! - San Pio da Pietrelcina

"Ma figlio benedetto, che è tutta questa paura e tristezza. Io sto qua!"


Mio Dio, tu sei mio Padre. (San Charles de Foucauld)

“Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” (Lc 23,46)  E’ l’ultima preghiera del Maestro, del nostro Amato. Possa essere la nostra! E che non sia solo quella dell’ultimo momento, ma quella di ogni momento: "Padre mio, mi affido a te, mi abbandono a te, fa di me ciò che ti piace. Qualunque cosa tu faccia di me ti ringrazio. Sono pronto a tutto, accetto tutto. La tua volontà si compia in me e in tutte le tue creature. Non desidero altro, mio Dio. Affido l'anima mia alle tue mani, te la dono mio Dio, con tutto l'amore del mio cuore perché ti amo, ed è un bisogno del mio amore donarmi e mettermi nelle tue mani senza riserve con infinita fiducia perché tu sei mio Padre."


San Charles de Foucauld (1858-1916)
eremita e missionario nel Sahara

« Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me ! »

San Giovanni Crisostomo (345-407)
sacerdote ad Antiochia poi vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa

Omelie sul vangelo di Matteo, 66,1

Guardiamo questi ciechi di Gerico nel vangelo di Matteo: valgono più di molti che vedono chiaramente. Nessuno li guidava e non potevano vedere Gesù che si stava avvicinando; eppure si sforzavano di giungere a lui. Si misero a gridare ad alta voce; la gente cercava di farli tacere: ma essi gridavano ancora più forte. Lo stesso accade all'anima risoluta; coloro che vogliono fermarla, al contrario raddoppiano il suo slancio.

Cristo permette che si cerchi di farli tacere, affinché il loro fervore sia più evidente e ti insegni quanto erano degni di essere guariti. Perciò non domanda loro, come faceva spesso, se avessero la fede: le grida e gli sforzi per avvicinarsi a lui bastavano a mostrare la loro fede. Impara da loro, caro amico mio, poiché malgrado la nostra bassezza e la nostra miseria, se andremo a Dio con tutto il cuore, potremo ottenere con i nostri sforzi ciò che chiediamo. In ogni caso, guarda questi due ciechi; avevano soltanto un discepolo che li proteggeva, mentre tanti imponevano loro il silenzio; eppure sono riusciti a superare gli impedimenti e giungere a Gesù. L'evangelista non segnala in loro alcuna qualità eccezionale di vita: il loro fervore ha colmato tutto.

Imitiamoli anche noi. Se Dio non ci concede subito ciò che chiediamo, se la gente cerca di dissuaderci a pregare, non cessiamo di implorarlo. Perché così attireremo maggiormente i favori di Dio.



Lode a Te Gesù Sacramentato.

Gesù, grazie per averci dato l'esempio dell'umiltà, della pazienza e di tutte le virtù.
Grazie per averci liberato da ogni male.
Grazie perchè ci ami e ci hai procurato ogni grazia e il Paradiso. 

Abbi misericordia di me, misero e peccatore. 
A Te affido tutte le necessità del mio corpo e della mia anima e quelle di tutto il mondo. 

Concedici la grazia di amarti e di servirti con amore. 
Concedici amore alla povertà, alla castità e all'obbedienza. 
Sii Tu la nostra dolce attrazione e il nostro Tesoro. Lode a Te Gesù Sacramentato.


Signore, quanto hai fatto ricadere su di noi, * l'hai fatto con retto giudizio, poiché noi abbiamo peccato, * non abbiamo obbedito ai tuoi comandamenti. * Ma ora, salvaci con i tuoi prodigi; da' gloria al tuo nome, Signore, * fa' con noi secondo la tua clemenza, * secondo la tua grande misericordia. (Dn 3, 31.29.43.42)

Da sé stessi viene solo il peccato e il resto viene da Dio

Santa Caterina da Siena (1347-1380)
terziaria domenicana, dottore della Chiesa, compatrona d'Europa

Lettera 28, al Cardinale Giacomo Orsini

Per esser figlio dell'Altissimo

Il santo e dolce rimedio dell'anima è di riconoscere il suo nulla, vedere sempre che da sé viene solo il peccato e che il resto viene da Dio. Quando ella si conosce e conosce Dio, conosce la bontà di Dio su di lei; e conoscendola lo ama e si detesta, non come creatura, ma come ribelle al suo Creatore.

Partendo da questa santa e vera conoscenza, ella non sbaglia strada, ma cammina con coraggio, poiché è unita e trasformata in Colui che è la via, la verità, la vita; ed è tanto forte che né il demonio, né la creatura possono ostacolare la sua forza, perché ella è divenuta una sola cosa con lui.

Tutto il mio desiderio è di vedervi in questi dolci e potenti legami, ed uno dei segni che mostrano che siamo amici e discepoli di Cristo è rendere il bene per il male. Se non lo facciamo, siamo dannati. Farlo è gradito a Dio in ogni creatura (...).

Dobbiamo ben considerare che l'ingiuria che facciamo a Dio, che è infinito, è maggiore di quella che ci è fatta dalla creatura, che è finita. E tuttavia noi vogliamo che egli ci perdoni e faccia pace con noi; desideriamo che non faccia vedere le nostre offese. Dobbiamo fare lo stesso coi nostri nemici: ve lo chiedo e vi scongiuro da parte di Gesù Crocifisso, fatelo per l'onore di Dio e per la vostra salvezza.



Dio sia benedetto

Dio sia benedetto.
Benedetto il Suo santo Nome.
Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo.
Benedetto il Nome di Gesù.
Benedetto il Suo sacratissimo Cuore.
Benedetto il Suo preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel SS. Sacramento dell'altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la gran Madre di Dio, Maria Santissima.
Benedetta la Sua santa e Immacolata Concezione.
Benedetta la Sua gloriosa Assunzione.
Benedetto il Nome di Maria, Vergine e Madre.
Benedetto S. Giuseppe, suo castissimo Sposo.
Benedetto Dio nei suoi Angeli e nei suoi Santi.

« Le folle lo cercavano » (Luca 4,42)

Sant'Agostino (354-430)
vescovo d'Ippona e dottore della Chiesa

I Soliloqui, L.1, cap.1, § 5-6

      Ormai, Signore,  io te solo amo, te solo seguo, te solo cerco e sono disposto ad essere soggetto a te soltanto, poiché tu solo comandi con giustizia ed io desidero sottomettermi ai tuoi ordini. Comanda ed ordina ciò che vuoi, ti prego, ma guarisci ed apri le mie orecchie affinché possa udire la tua voce. (...)

      Riammetti, ti prego, il tuo schiavo fuggitivo, o Signore e Padre clementissimo. Dovrei ormai aver sufficientemente scontato, abbastanza dovrei esser stato schiavo dei tuoi nemici che tu schiacci sotto i tuoi piedi, abbastanza dovrei esser stato ludibrio di cose ingannevoli. Ricevi me tuo servo che fugge da queste cose. (...)  

     Sento che devo ritornare a te; a me che busso si apra la tua porta; insegnami come si può giungere fino a te. (...) 

     A te voglio venire, dammi i mezzi di arrivare fino a te. Se ti allontani, ci perdiamo. Ma tu non abbandoni alcuno perché sei il sommo bene. Tutti coloro che ti cercano veramente ti trovano. Fa', o Padre mio, che anch'io ti cerchi, liberami dall'errore, non permettere che nel cercarti trovi altro che te. Se non desidero altra cosa che te, fa' che sia te solo che trovo, o Padre.


"Ritornate a me con tutto il cuore" (Gl 2,12)

San Clemente di Roma
papa dal 90 al 100 circa

Lettera ai Corinzi.

      Passiamo in rassegna tutte le epoche del mondo e constateremo come in ogni generazione il Signore abbia concesso modo e tempo di pentirsi a tutti coloro che erano disposti a ritornare a lui. Noè fu l'araldo della penitenza e coloro che lo ascoltarono furono salvi. Giona predicò la rovina ai Niniviti e questi, espiando i loro peccati, placarono Dio con le preghiere e conseguirono la salvezza. Eppure non appartenevano al popolo di Dio...

      Volendo far godere i beni della conversione a quelli che ama, pose la sua volontà onnipotente a sigillo della sua parola. Obbediamo perciò alla sua magnifica e gloriosa volontà. Prostriamoci davanti al Signore supplicandolo di essere misericordioso e benigno. Convertiamoci sinceramente al suo amore. Ripudiamo ogni opera di male, ogni specie di discordia e gelosia, causa di morte...

      Siamo umili di spirito, o fratelli. Rigettiamo ogni sciocca vanagloria, la superbia, il folle orgoglio e la collera... Stiamo saldi in questa linea e aderiamo ai comandamenti. Camminiamo sempre con tutta umiltà nell'obbedienza alle sante parole. Dice infatti un testo sacro: "Su chi volgerò lo sguardo? Sull'umile e su chi ha lo spirito contrito e su chi trema alla mia parola" (Is 66, 2).



L’Obbedienza è tutto. - Spirito Santo ispirami.

SANTA MARIA DI GESÙ CROCIFISSO (MARIAM BAOUARDY) 1846 - 1878

L’Obbedienza è tutto. Preferirei andare all’inferno per Volontà di Dio, che in cielo per mia propria volontà. L’osservanza della Regola vale più dei miracoli, più del cielo, è tutto. L’obbedienza è per l’anima quello che sono le ali per l’uccello. Nulla è più gradito a Dio dell’obbedienza perché Gesù ha obbedito.

O Spirito Santo ispirami.
Amore di Dio consumami.
Sul retto sentiero dirigimi.
Maria, Madre mia, soccorrimi.
Con Gesù benedicimi.
Da ogni male, da ogni illusione,
da ogni pericolo preservami.


Vi farò mettere in pratica le mie norme

 Ez 36, 23-28

Dal libro del profeta Ezechiele.

Così dice il Signore Dio: «Santificherò il mio nome grande, profanato fra le nazioni, profanato da voi in mezzo a loro. Allora le nazioni sapranno che io sono il Signore - oracolo del Signore Dio –, quando mostrerò la mia santità in voi davanti ai loro occhi.

Vi prenderò dalle nazioni, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.

Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme. Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio».


Non fatevi troppi problemi!

Sant'Alfonso Maria de' Liguori
(1696-1787), vescovo e dottore della Chiesa

Di che cosa conversare con Dio?

Considerate questo: Dio vi ama più di quanto voi potete amare voi stesso; perciò, che avete da temere?  "Di me ha cura il Signore" (Sal 40,18), ripeteva David, e questo pensiero lo confortava. 

Dite anche voi: Signore, mi abbandono nelle vostre braccia; non voglio altro che amarvi e compiacervi; eccomi pronto a fare tutto quanto vorrete. Voi desiderate farmi più che bene, e avrete cura di farlo: è a voi allora che lascio la cura della mia salvezza, poiché mi ordinate di porre in voi tutta la speranza. "In pace mi corico e subito mi addormento, perché tu solo, Signore, fiducioso mi fai riposare" (Sal 4,9).

"Abbiate per Dio sentimenti degni della sua bontà" (Sap 1,1 Vg). Con queste parole il Sapiente ci esorta ad affidarci alla misericordia di Dio molto di più che temere la sua giustizia. Dio infatti è immensamente più portato a benedire che a castigare, secondo la parola di Giacomo: "La misericordia ha sempre la meglio sul giudizio" (Gc 2,13). Da ciò la raccomandazione dell'apostolo san Pietro: "Riversate su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi" (1 P 5,7). 

Si tratta delle ansie riguardo i nostri interessi sia temporali che eterni: dobbiamo abbandonarci senza riserve alla bontà di Dio, ma soprattutto fidarci della cura massima che lui ha per la nostra salvezza.





Chi ama è abitato da Dio

San Leone Magno ( - ca 461)
papa e dottore della Chiesa

Chi desidera sapere se abita in lui il Dio di cui si dice: "Come è ammirabile Dio nei suoi santi!" (Sal 58,36), scruti con esame sincero il profondo del cuore e cerchi attentamente con quale umiltà resiste all'orgoglio, con quale benevolenza combatte l'invidia, in quale misura non si lascia prendere da parole adulatorie e si rallegra del bene degli altri; guardi se non desidera rendere male per male e se preferisce lasciare non vendicate le ingiurie piuttosto che perdere l'immagine e la somiglianza col Creatore che chiama tutti gli uomini a conoscerlo attraverso i benefici che a tutti prodiga, facendo "sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e piovere sui giusti e sugli ingiusti" (Mt 5,45).

E perché questa ricerca non si esaurisca nell'esame scrupoloso di tante cose, egli si chieda se nelle pieghe del suo cuore si trovi la madre di tutte le virtù: la carità. Se trova il cuore interamente teso all'amore di Dio e del prossimo al punto da voler che i nemici ricevano, loro pure, i beni che egli desidera per sé, allora chi è in queste disposizioni non può dubitare che Dio lo diriga e lo abiti. E lo accoglie tanto più magnificamente in quanto non è in se stesso che si vanta, ma nel Signore. (1 Cor 1,31)

Ama Dio e il prossimo tuo.

Amare di Dio consiste nel donarsi a Lui, nel dedicare la nostra vita a Lui offrendola in dono in risposta al Suo Amore. E Dio vuole che noi ci dedichiamo al nostro prossimo, che lo aiutiamo. Quindi la nostra vita consiste nel dedicarci, nel vincolarci, al nostro prossimo per amor di Dio che c'è lo chiede. Questo lo si può fare con l'azione, con la parola, con la preghiera.


“Aveva ancora uno, il figlio prediletto: lo inviò loro per ultimo”

San Basilio (ca 330-379)

monaco e vescovo di Cesarea in Cappadocia, dottore della Chiesa

Dio aveva creato l’uomo a sua immagine e a sua somiglianza (Gen 1,26), l’aveva reso degno di conoscere lui stesso, lo aveva messo al di sopra di tutti gli esseri viventi con il dono dell’intelligenza, gli aveva concesso di godere delle delizie incomparabili del Paradiso, e infine l’aveva costituito signore di tutto quanto c’era sulla terra. 

Tuttavia, quando l’ha visto, corrotto dal serpente, cadere nel peccato e, a causa del peccato, nella morte e nelle sofferenze che vi conducono, non l’ha rigettato. Anzi, gli ha dato dapprima l’aiuto della Legge; ha designato angeli per custodirlo e per prendersi cura di lui; ha inviato i profeti per rimproverare la cattiveria ed insegnargli la virtù. (…) 

Quando, nonostante queste grazie ed altre ancora, gli uomini hanno continuato a disobbedire, non si è da loro allontanato. 

Dopo aver offeso il nostro benefattore con l'indifferenza di fronte ai segni del suo amore, non siamo stati abbandonati dalla bontà del Signore, né privati del suo amore, ma siamo stati strappati alla morte e restituiti alla vita da nostro Signore Gesù Cristo, ed è degno di ammirazione ancora più grande il modo con cui siamo stati salvati. 

“Pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo” (Fil 2,6-7). “Si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori, è stato trafitto per i nostri delitti” per salvarci con le sue piaghe (Is 53, 4-5). “Ci ha riscattati dalla maledizione della legge, diventando lui stesso maledizione per noi” (Gal 3,13); ha sofferto la morte più infamante per condurci alla vita della gloria. E non gli è bastato di restituire alla vita coloro che erano nella morte, li ha rivestiti della dignità divina ed ha preparato per loro nel riposo eterno una felicità che supera ogni immaginazione umana. “Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato?” (Sal 116,12) E’ così buono che che non chiede nulla in cambio dei suoi benefici: gli basta di essere amato.

Preghiera per chiedere la sapienza

San Tommaso d'Aquino (1225-1274)
teologo domenicano, dottore della Chiesa

Concedimi, o Dio misericordioso, di desiderare con ardore ciò che approvi, di ricercarlo con prudenza, di riconoscerlo in verità, di compierlo perfettamente, a lode e gloria del tuo nome.

Metti ordine nella mia vita, o Dio mio, e dammi di conoscere ciò che vuoi che io faccia, concedimi di compierlo come conviene e come è utile alla mia anima. Dammi, Signore mio Dio, di venire a te per una strada sicura, diritta, piacevole e che giunga alla meta, di non smarrirmi in mezzo alla prosperità e all'avversità; non lasciare che l'avversità mi deprima, né che la prosperità mi esalti. Nulla mi rallegri, né mi rattristi se non ciò che conduce a te, o mi distoglie da te. Che io non desideri di piacere o tema di dispiacere ad alcuno, se non a te. Quanto accade non m'interessi, mentre ciò che ti riguarda mi sia caro, ma soprattutto te, mio Dio, più di ogni altra cosa. (...) Che non desideri niente al di fuori di te. (...)

Donami, Signore mio Dio, un'intelligenza che ti conosca, una premura che ti cerchi, una sapienza che ti trovi, una vita che ti piaccia, una perseveranza che ti attende con fiducia ed una fiducia che alla fine ti possiede. Dammi di condividere le tue pene come penitenza, di profittare nel cammino dei tuoi benefici per grazia, di godere le tue gioie nella patria per gloria. Te che sei Dio e vivi e regni per tutti i secoli!



Sono tua, per te sono nata.

Santa Teresa d'Avila (1515-1582)
carmelitana, dottore della Chiesa

Poesie « Vuestra soy, para vos nací »

Sono tua, per te sono nata,
Cosa vuoi fare di me?

Maestà sovrana
Eterna Sapienza,
Bontà somma per la mia anima,
Tu, Dio, Altezza, Essere unico, Bontà,
Vedi la bassezza,
di colei che ti canta oggi il suo amore.
Cosa vuoi fare di me?

Sono tua, poiché mi hai creata,
Tua, poiché mi hai riscattata,
Tua, poiché mi sostieni,
Tua, poiché mi hai chiamata,
Tua, poiché mi hai aspettata
Tua, poiché non mi sono persa.
Cosa vuoi fare di me?

Cosa vuoi dunque, Signore tutto bontà,
che faccia un così povero servo?
Quale missione hai data
allo schiavo peccatore?
Eccomi, mio dolce amore,
Dolce amore, eccomi.
Cosa vuoi fare di me?

Ecco il mio cuore,
lo depongo nella tua mano,
con il mio corpo, la mia vita, la mia anima,
le mie viscere e tutto il mio amore.
Dolce Sposo, mio Redentore
Per essere tua, mi offro a te,
Cosa vuoi fare di me?

Dammi la morte, dammi la vita,
La salute o la malattia.
Dà l’onore o il disonore,
La guerra o la grandissima pace,
La debolezza o la forza piena.
A tutto ciò, dico di sì:
Cosa vuoi fare di me? (...)

Sono tua, per te sono nata,
Cosa vuoi fare di me?

Ascolta, Signore mio Dio, la preghiera del tuo popolo!

Sant'Aelredo di Rievaulx (1110-1167)
monaco cistercense inglese

Dio di misericordia, ascolta la preghiera che faccio per il tuo popolo. Mi obbliga a ciò la mia funzione, tende lì il mio cuore e mi porta lì la considerazione della tua bontà. Tu sai, dolce Signore, quanto li amo, come il mio cuore è per loro e a quale punto è giunta loro la mia tenerezza. Tu sai, mio Signore, che senza durezza né spirito di dominio comando e quanto desidero essere a loro più utile nella carità piuttosto che essere il primo, essere loro sottomesso nell'umiltà e unito nell'affetto, come uno di loro.

Ascoltami ancora, Signore mio Dio: ascoltami, i tuoi occhi siano aperti su di loro giorno e notte. Spiega le ali e proteggili, Signore tanto buono; stendi la tua destra santa e benedicili; metti nei loro cuori lo Spirito Santo, e lui li custodisca nell'unità di spirito e il legame della pace, nella castità della carne e l'umiltà dell'anima. (...)

Sotto l'azione del tuo Spirito, dolce Signore, abbiano la pace in se stessi, fra loro e con me; siano modesti, benevoli; obbediscano, si aiutino e si supportino reciprocamente. Abbiano il fervore dello spirito, la gioia della speranza, una pazienza inscalfibile nella povertà, astinenza, lavoro e veglia, silenzio e raccoglimento. Resta in mezzo a loro come hai promesso. E poiché sai ciò di cui ognuno ha bisogno, ti prego, rafforza in loro ciò che è fragile, (...), guarisci ciò che è malato, consola i loro dolori, rianima i tiepidi, rassicura gli incerti, tutti si sentano aiutati dalla tua grazia nei loro bisogni e tentazioni.

Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore

Santa Caterina da Siena (1347-1380) terziaria domenicana, dottore della Chiesa, compatrona d'Europa

Lettera 101 a Giacomo Cardinale degli Orsini, n° 55

La sovrana Bontà si manifesta in diversi modi e Cristo benedetto ha detto: "Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore" (Gv 14,2). Chi potrà dire la diversità dei mezzi, visite, doni e grazie di Dio, non solo nelle creature, ma in un'anima sola?

Poiché, come sono varie le virtù, anche se tutte col segno della carità, il comportamento e le opere dei servi di Dio sono altrettanto diversi; non che chi ha perfettamente la virtù della carità non abbia anche tutte le altre, ma ognuno ne ha una che prevale sulle altre. Da ciò le diversità di vita. 

Chi ha soprattutto la carità trova la sua gioia ad esercitarla verso il prossimo; chi ha l'umiltà ricerca con passione la solitudine. Uno ama la giustizia, l'altro la libertà frutto di una fede viva che sembra nulla temere. Altri amano la penitenza e si danno alla mortificazione del corpo; altri s'impegnano ad annullare la propria volontà per una vera e perfetta obbedienza. Modi diversi, anche se tutti nella via della carità.

I santi che gioiscono della vita eterna l'hanno tutti seguita, pur in diversi modi; infatti non ce n'è uno che assomigli all'altro. C'è la stessa diversità fra gli angeli, che non sono tutti uguali. Una delle gioie dell'anima nella vita eterna è anche vedere la grandezza di Dio nella varietà della ricompensa che dà ai suoi santi.



Donati a Me, il resto lo faccio io

Serva di Dio
MARIA COSTANZA ZAULI

 

Dice Gesù: "Donati a Me, il resto lo faccio io"

Il Signore desidererebbe che le anime comprendessero tutta la preziosità della vita eucaristica; e, come già alla Samaritana, ripete: «Se conosceste il dono di Dio e quale fonte di acqua viva avete sempre a disposizione, quanto più copiosamente ne attingereste!

Non è ancora conosciuta, neanche dalle anime buone, la potenza della mia vita eucaristica. Eppure, proprio per la forza del mio annientamento sacramentale, si opererà un meraviglioso rinnovamento nelle anime e nel mondo.

Mi occorrono anime, che sappiano offrirsi e donarsi senza riserva. Per rendersi atte a divenire tramiti delle mie misericordie, basta presentarsi innanzi alla SS. Eucaristia con la disposizione di abbandonarsi al mio amore e di donarsi a me. Il resto lo faccio io».




Dio ha cura di voi

Dalla prima lettera di San Pietro apostolo.

Riversate su di Dio ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi.  
(1 Pt 5,7)



Mi hai illuminato, senza che nemmeno te lo chiedessi

Sant'Anselmo d'Aosta (1033-1109)
monaco, vescovo, dottore della Chiesa

Meditazioni 

"Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre"

O buon Signore Cristo Gesù, come sole mi illuminasti quando non ti cercavo né ti pensavo, e avevo bisogno di aiuto... Hai rimosso il peso che mi opprimeva; hai respinto chi mi assaliva... Mi hai chiamato con un nome nuovo (Ap 2,17) tratto dal tuo nome, il nome di cristiano. 

Ero abbattuto, mi hai sollevato dicendo: "Coraggio! Ti ho riscattato, ho dato per te la mia vita. Se stai unito a me, fuggirai i mali in cui ti trovavi e non precipiterai nell'abisso verso il quale correvi; e ti condurrò nel mio regno...»

Sì, Signore, tutto questo hai fatto per me. Ero nelle tenebre e non lo sapevo..., scendevo verso gli abissi dell'ingiustizia, ero caduto nella miseria del tempo per cadere ancora più in basso. E nell'ora in cui mi trovavo senza aiuto, mi hai illuminato. Senza che nemmeno te lo chiedessi. 

Nella tua luce, ho visto ciò che sono gli altri, e ciò che sono io...; mi hai dato di credere nella mia salvezza, tu che hai dato la tua vita per me... Lo riconosco, o Cristo, devo tutto al tuo amore.


Il cibo che dura per la vita eterna

San Giovanni Crisostomo
Omelie sul Vangelo di Matteo

“Il cibo che dura per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà”

Gli ebrei mangiavano la Pasqua in piedi, i sandali ai piedi, il bastone in mano, in fretta (Es 12,11). Ben più a ragione devi star sveglio tu! Quelli si preparavano a partire per la Terra Promessa e si comportavano perciò come viaggiatori; tu sei in marcia verso il cielo. Ecco perché bisogna che restiamo sempre in guardia... I nemici di Cristo hanno colpito il suo santissimo corpo senza sapere ciò che facevano (Lc 23,24); e tu saresti capace di accoglierlo con anima impura dopo tanti benefici!

Poiché a Gesù non gli è bastato farsi uomo, essere flagellato e messo a morte: nel suo amore ha voluto anche unirsi a noi, identificarsi con noi, non per fede soltanto, ma realmente con la partecipazione del proprio corpo...

Considera quale grande onore ricevi e a quale tavola sei l'invitato. Colui che gli angeli vedono solo con tremore, colui che non osano guardare senza timore a causa dello splendore della gloria che rifulge dal suo volto, diviene nostro cibo e noi diventiamo con lui un solo corpo e una sola carne.

“ Chi può narrare i prodigi del Signore, far risuonare tutta la sua lode?” (Sal 106,2). Quale pastore ha mai nutrito le sue pecore con la propria carne?... Succede spesso che delle madri affidino i propri figli a delle nutrici. Cristo non agisce così: ci nutre col suo sangue, ci fa diventare un solo corpo con lui.




Farò tutto per loro.

 Pensieri dal Diario di Santa Faustina

«Incoraggia le anime, con le quali sei a contatto, alla fiducia nella Mia Misericordia infinita. Oh, quanto amo le anime che si sono affidate a Me completamente! Farò tutto per loro». (Diario, 294)

Santuario e Casa di accoglienza vocazionale

Con l'aiuto di Dio, cerco di realizzare un Santuario in cui Gesù Sacramentato venga conosciuto e adorato e servito, e Lui personalmente ci accolga, in amorosa udienza, e ci istruisca ogni giorno, alla Sua scuola, imparando noi da Lui a vivere da fedeli penitenti, e ricevendo le Sue preziose consolazioni.

Questo è quello che voglio io, se lo vuole Dio.
Un Santuario gestito e animato da una accogliente fraternità di Suore adoratrici e Frati adoratori, per conoscere, amare e servire Gesù Sacramentato.

Con annessa Casa per l'orientamento vocazionale, in oasi/parco dove si respiri pace, per un periodo di devoto riposo, di ascolto e di ricerca, inclusa qualche piccola opera di Misericordia e di servizio e assistenza per i bisognosi.  (Anziani, bambini, malati, poveri, abbandonati, ecc.. ecc..)



 

E tali eravate alcuni di voi.

Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio?

Non illudetevi:
né immorali,
né idolatri,
né adùlteri,
né effeminati,
né sodomiti,
né ladri,
né avari,
né ubriaconi,
né maldicenti,
né rapaci erediteranno il regno di Dio.

E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio! 
(1Cor 6,9-11)

Pregando e vigilando con ogni perseveranza

Efesini 6,13-18

Prendete perciò l'armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove.

State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace.

Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio.

Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi.

La grandezza del sacrifico della messa

Bisogna dire una parola su ciò che s'intende per "santo sacrificio della messa". Voi sapete che il santo sacrificio della messa è lo stesso di quello della croce che è stato offerto una volta sul Calvario. Tutta la differenza è che, quando Gesù si è offerto sul Calvario, il sacrificio era visibile. (...) Invece, nella santa messa, Gesù Cristo si offre al Padre in maniera invisibile; cioè noi lo vediamo solo con gli occhi dell'anima e non con quelli del corpo.

Ecco, fratelli, in poche parole, che cosa è il santo sacrificio della messa. Ma per darvi un'idea della grandezza del merito della santa messa mi basta dirvi che la santa messa rallegra tutta la corte celeste, dà sollievo a tutte le anime del purgatorio, attira sulla terra ogni sorta di benedizioni e rende più gloria a Dio di tutte le sofferenze di tutti i martiri, delle penitenze di tutti gli individui, di tutte le lacrime versate dall'inizio del mondo e che saranno versate fino alla fine dei secoli.

Se mi chiedete la ragione, è ben chiaro: le azioni nominate sopra sono fatte da peccatori, più o meno colpevoli; mentre nel santo sacrificio della messa è un Uomo-Dio uguale al Padre che gli offre il merito della sua passione e morte. Da ciò vedete, fratelli, che la santa messa è di un valore infinito.

San Giovanni Maria Vianney (1786-1859) sacerdote, curato d'Ars.




Portare la mia salvezza

Is 49, 1-6
Dal libro del profeta Isaia.

Ascoltatemi, o isole,
udite attentamente, nazioni lontane;
il Signore dal seno materno mi ha chiamato,
fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome.

Ha reso la mia bocca come spada affilata,
mi ha nascosto all'ombra della sua mano,
mi ha reso freccia appuntita,
mi ha riposto nella sua farètra.

Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele,
sul quale manifesterò la mia gloria».

Io ho risposto: «Invano ho faticato,
per nulla e invano ho consumato le mie forze.
Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore,
la mia ricompensa presso il mio Dio».

Ora ha parlato il Signore,
che mi ha plasmato suo servo dal seno materno
per ricondurre a lui Giacobbe
e a lui riunire Israele
– poiché ero stato onorato dal Signore
e Dio era stato la mia forza –,
e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo
per restaurare le tribù di Giacobbe
e ricondurre i superstiti d'Israele.
Io ti renderò luce delle nazioni,
perché porti la mia salvezza
fino all'estremità della terra».


Preferire la Sua gloria al nostro tornaconto.

Realizzare la volontà di Dio, liberi dalla paura, dall’orgoglio e dall’egoismo, ci porta pace e gioia. Vivere e partecipare alla vita e alla missione di Gesù ci dona la libertà che godono i figli di Dio.

Questo è gradito a Dio poiché si preferisce la Sua gloria e il Suo onore al nostro tornaconto.


Desidero soltanto Gesú in tutto, sempre e ovunque.

Dal Diario di Santa Faustina Kowalska

Mi prenderai durante la giovinezza?
Sii benedetto. 
Mi farai raggiungere l’età avanzata?
Sii benedetto. 
Mi darai salute e forza?
Sii benedetto. 
M’inchioderai in un letto di dolore magari per tutta la vita?
Sii benedetto. 
Durante la vita mi darai solo delusioni ed insuccessi?
Sii benedetto. 
Permetterai che le mie intenzioni piú pure vengano condannate?
Sii benedetto. 
Darai luce al mio intelletto?
Sii benedetto. 
Mi lascerai nelle tenebre ed in ogni genere di angosce?
Sii benedetto. 

Da questo momento vivo nella piů profonda serenità, poiché il Signore stesso mi porta sulle Sue braccia. Egli, il Signore della Misericordia imperscrutabile, sà che desidero soltanto Lui in tutto, sempre e ovunque (Diario, 1264).




Mi vanterò delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo

2 Corinzi 12, 2-10

Conosco un uomo in Cristo che, quattordici anni fa - se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio - fu rapito fino al terzo cielo. E so che quest`uomo - se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio - fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunziare. Di lui io mi vanterò!

Di me stesso invece non mi vanterò fuorchè delle mie debolezze. Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato, perché direi solo la verità; ma evito di farlo, perché nessuno mi giudichi di più di quello che vede o sente da me. 

Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: "Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza".

Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte.


Cercare le consolazioni nel tribunale della Misericordia.

Pensieri dal Diario di santa Faustina 

Dì alle anime dove debbono cercare le consolazioni cioè nel tribunale della Misericordia, lì avvengono i più grandi miracoli che si ripetono continuamente.

Per ottenere questo miracolo non occorre fare pellegrinaggi in terre lontane né celebrare solenni riti esteriori, ma basta mettersi con fede ai piedi di un Mio rappresentante e confessargli la propria miseria ed il miracolo della Divina Misericordia si manifesterà in tutta la sua pienezza.

Anche se un'anima fosse in decomposizione come un cadavere ed umanamente non ci fosse alcuna possibilità di risurrezione e tutto fosse perduto, non sarebbe così per Dio: un miracolo della Divina Misericordia risusciterà quest'anima in tutta la sua pienezza. (Diario, 1448)



Porrò il mio santuario in mezzo a loro per sempre

Ez 37, 21-28
Dal libro del profeta Ezechiele.

Così dice il Signore Dio: Ecco, io prenderò i figli d'Israele dalle nazioni fra le quali sono andati e li radunerò da ogni parte e li ricondurrò nella loro terra: farò di loro un solo popolo nella mia terra, sui monti d'Israele; un solo re regnerà su tutti loro e non saranno più due popoli, né saranno più divisi in due regni.

Non si contamineranno più con i loro ìdoli, con i loro abomìni e con tutte le loro iniquità; li libererò da tutte le ribellioni con cui hanno peccato, li purificherò e saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio.

Il mio servo Davide regnerà su di loro e vi sarà un unico pastore per tutti; seguiranno le mie norme, osserveranno le mie leggi e le metteranno in pratica. Abiteranno nella terra che ho dato al mio servo Giacobbe. In quella terra su cui abitarono i loro padri, abiteranno essi, i loro figli e i figli dei loro figli, per sempre; il mio servo Davide sarà loro re per sempre.

Farò con loro un'alleanza di pace; sarà un'alleanza eterna con loro. Li stabilirò e li moltiplicherò e porrò il mio santuario in mezzo a loro per sempre. In mezzo a loro sarà la mia dimora: io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo.

Le nazioni sapranno che io sono il Signore che santifico Israele, quando il mio santuario sarà in mezzo a loro per sempre.