terziaria domenicana, dottore della Chiesa, compatrona d'Europa
Lettera 28, al Cardinale Giacomo Orsini
Per esser figlio dell'Altissimo
Il santo e dolce rimedio dell'anima è di riconoscere il suo nulla, vedere sempre che da sé viene solo il peccato e che il resto viene da Dio. Quando ella si conosce e conosce Dio, conosce la bontà di Dio su di lei; e conoscendola lo ama e si detesta, non come creatura, ma come ribelle al suo Creatore.
Partendo da questa santa e vera conoscenza, ella non sbaglia strada, ma cammina con coraggio, poiché è unita e trasformata in Colui che è la via, la verità, la vita; ed è tanto forte che né il demonio, né la creatura possono ostacolare la sua forza, perché ella è divenuta una sola cosa con lui.
Tutto il mio desiderio è di vedervi in questi dolci e potenti legami, ed uno dei segni che mostrano che siamo amici e discepoli di Cristo è rendere il bene per il male. Se non lo facciamo, siamo dannati. Farlo è gradito a Dio in ogni creatura (...).
Dobbiamo ben considerare che l'ingiuria che facciamo a Dio, che è infinito, è maggiore di quella che ci è fatta dalla creatura, che è finita. E tuttavia noi vogliamo che egli ci perdoni e faccia pace con noi; desideriamo che non faccia vedere le nostre offese. Dobbiamo fare lo stesso coi nostri nemici: ve lo chiedo e vi scongiuro da parte di Gesù Crocifisso, fatelo per l'onore di Dio e per la vostra salvezza.