Vergine dell’Ordine di S. Agostino
Nel giugno 1505 entrò, infatti, nel monastero di S. Lucia delle Agostiniane osservanti in L'Aquila, dove prese il velo assumendo il nome di Cristina.
La grande pietà, la sottomissione più completa e l'assoluta umiltà di cui dava quotidianamente luminose prove, le meritarono in breve la venerazione di tutte le consorelle le quali, dopo non molti anni, la scelsero come loro badessa, carica cui fu eletta più volte, suo malgrado.
Divenuta celebre per la sua santità, per le visioni avute e per i miracoli operati, Cristina era visitata continuamente da una gran folla di persone, dalle più modeste alle più importanti.
Tra le varie estasi di cui il Signore volle degnarla, due restano veramente mirabili: quella avuta nella ricorrenza della festa del Corpus Domini, quando fu trovata sollevata da terra per più di cinque palmi, mentre sul petto le risplendeva l'Ostia santa rinchiusa in una pisside d'oro, per questo viene così raffigurata; e quella avuta in un venerdì santo e prolungatasi fino al giorno successivo, durante la quale provò, a suo dire, gran parte dei dolori della passione di nostro Signore.
Cagionevole di salute e afflitta da più mali, Cristina muore il 18 gennaio 1543.
Soppresso il monastero agostiniano di S. Lucia il 12 ottobre 1908, le spoglie mortali della beata furono trasferite nel monastero di S. Amico.
Il culto, che già subito dopo la sua morte cominciò ad esserle prestato, fu solennemente confermato da Gregorio XVI nel 1841.
Cagionevole di salute e afflitta da più mali, Cristina muore il 18 gennaio 1543.
Soppresso il monastero agostiniano di S. Lucia il 12 ottobre 1908, le spoglie mortali della beata furono trasferite nel monastero di S. Amico.
Il culto, che già subito dopo la sua morte cominciò ad esserle prestato, fu solennemente confermato da Gregorio XVI nel 1841.