sacerdote ad Antiochia poi vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Commento su San Paolo Apostolo
A chi potremmo paragonare quest'uomo che soffre per il mondo intero?
Chi sia l'uomo, la nobiltà della sua natura e di quale coraggio sia capace, lo ha manifestato più di ogni altro l'apostolo Paolo.
Ogni giorno colmava pienamente la sua misura, aveva un'audacia sempre nuova di fronte ai pericoli che continuamente incombevano, come testimoniano queste sue parole: "Dimenticando ciò che mi sta alle spalle sono proteso verso ciò che mi sta di fronte" (Fil 3,13). Quando avverte arrivare la morte, invita a condividere la sua gioia dicendo. "Godetene e rallegratevi con me" (Fil 2,18).
Ogni giorno colmava pienamente la sua misura, aveva un'audacia sempre nuova di fronte ai pericoli che continuamente incombevano, come testimoniano queste sue parole: "Dimenticando ciò che mi sta alle spalle sono proteso verso ciò che mi sta di fronte" (Fil 3,13). Quando avverte arrivare la morte, invita a condividere la sua gioia dicendo. "Godetene e rallegratevi con me" (Fil 2,18).
Nei pericoli, nelle ingiurie e in tutte le disgrazie, esulta e scrive ai Corinti: "Mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte." (2 Co 12,10). La forza di Cristo infatti si manifesta pienamente nella mia debolezza. Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo.
Per Paolo c'era una sola cosa da temere e fuggire: offendere Dio. Egualmente, una sola cosa l'attirava: piacere a Dio, null'altro, nemmeno i beni del cielo; tutto ciò manifesta il suo amore per Cristo. (...)
Un esempio le disposizioni quando chiese di essere escluso dalla gloria del cielo per salvare gli ebrei che avevano perso la salvezza (cf. Rm 9,3). Cosa che prova quanto fosse grande il dolore per la loro perdizione. Se non fosse stata tanto dolorosa, non avrebbe fatto tale richiesta, scegliendo piuttosto qualcosa di più tollerabile e consolante. E non era una semplice dichiarazione d'intenti, ma un vero grido del cuore: "Ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua" (Rm 9,2).
Un esempio le disposizioni quando chiese di essere escluso dalla gloria del cielo per salvare gli ebrei che avevano perso la salvezza (cf. Rm 9,3). Cosa che prova quanto fosse grande il dolore per la loro perdizione. Se non fosse stata tanto dolorosa, non avrebbe fatto tale richiesta, scegliendo piuttosto qualcosa di più tollerabile e consolante. E non era una semplice dichiarazione d'intenti, ma un vero grido del cuore: "Ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua" (Rm 9,2).