Beata Eurosia Fabris

Madre di famiglia, terziaria francescana
Quinto Vicentino, 27 settembre 1866 – Marola, 8 gennaio 1932

Eurosia Fabris, nata a Quinto Vicentino ma trasferitasi nell’infanzia a Marola (Vicenza), trascorse l’infanzia e l’adolescenza aiutando nelle mansioni di casa e formandosi alla fede tramite la frequentazione della sua parrocchia, presso la quale divenne catechista. Il 5 maggio 1886 sposò Carlo Barban, per poter fare da madre alle sue due bambine. Dal loro matrimonio, felice e fecondo, nacquero nove figli, di cui due morirono in tenera età e tre divennero sacerdoti. Mamma Rosa, come venne soprannominata, aderì al Terz’Ordine Francescano, vivendone lo spirito di povertà e di letizia. Donna di grande fede e carità, aiutò i bisognosi, assistette i malati e irradiò la luce del Vangelo in famiglia e nella parrocchia di Marola.

La famiglia di "Mamma Rosa" fu davvero una piccola Chiesa domestica dove ella seppe educare i figli alla preghiera, all’obbedienza, al timore di Dio, al sacrificio, alla laboriosità e a tutte le virtù cristiane. In questa missione di madre cristiana, "Mamma Rosa" si è sacrificata e consumata con un lento continuo logorio, giorno per giorno, come una lampada sull’altare della carità.

Confidò al figlio, don Giuseppe, che il Signore le aveva rivelato il giorno della morte per il quale si preparò sempre più, intensificando la preghiera; il suo pensiero era sempre rivolto al paradiso. Nell’autunno del 1931 si manifestarono i primi dolori reumatici che invadevano le giunture delle mani e dei piedi; la predizione della sua morte si stava avverando. Il male progrediva estendendosi alle spalle e alle ginocchia fino a costringerla a letto. Non si lamentò mai dei dolori, anche se era palese che soffriva.

Morì, circondata dai figli e dai nipoti, l’8 gennaio 1932. È stata beatificata nella cattedrale di Vicenza il 6 novembre 2005, sotto il pontificato di Benedetto XVI. I suoi resti mortali sono venerati nella chiesa parrocchiale della Presentazione del Signore a Marola, che nel 2014 è diventata il Santuario Diocesano intitolato alla Beata Mamma Rosa.